IL VALLO DI DIANO NON È UN’ISOLA FELICE, PER I GIOVANI È UN TERRITORIO PIENO DI MALESSERI; CON DROGA, ALCOL E GIOCO D’AZZARDO CHE FANNO DA PADRONE

 

Dr. Michele D’Alessio (agronomo – giornalista)

Partendo delle motivazioni della sentenza di primo grado di Karol Lapenta, reo confesso dell’omicidio di Alexander Pascuzzo, avvenuto il 6 aprile del 2018 a Buonabitacolo, condanna a 18 anni di carcere, mentre la Procura chiedeva l’ergastolo, il giudice per le udienze preliminari, Mariano Sorrentino, rileva anche il quadro sociale nel quale avviene il tutto. Due ragazzi, uno di origine polacche e adottato a 11 anni (ritenuto bordeline dalle varie perizie psichiatriche) e uno italo-peruviano arrivato dal Sud America a Buonabitacolo da poco tempo, che avevano per motivi diversi rapporti con le sostanze stupefacenti. Lapenta ne era un usufruitore frequente, Pascuzzo la vendeva ed era già stato arrestato pochi mesi prima. Non erano né amici né amici ma avevano rapporti intrecciati dalla marijuana. Leggendo le circa 70 pagine delle motivazioni del GUP che usa, e fa quasi proprie, le parole dell’avvocato della difesa: un fatto criminale, un “fallimento della società”. Il brutale episodio violento, non a caso, si è consumato in luogo di abbandono sociale, vicino alla piscina comunale derelitta, segno del degrado. La vicenda, che ha fatto e farà tanto discutere, che non terminerà, certo con la sentenza di primo grado in tribunale e che non deve terminare neanche nell’essere esaminata, visto che c’è in ballo la vita di un giovane, anche se ha sbagliato. Adesso come allora ci si chiede, se il Vallo di Diano è da considerarsi un Territorio degradato, che ricorda alcune zone di periferia napoletana oppure può considerarsi un’isola felice? cosa si è fatto per prevenire episodi del genere? Le promesse di intervenire sulla prevenzione all’uso di droga, sul parlare coi giovani, su offrire loro luoghi adatti e un futuro, sono state mantenute? O quanto meno qualcuno ha tentato di fare qualcosa? Se c’è degrado sociale, quale sono le cause?  Droga, alcol e gioco d’azzardo, oltre a bullismo e cyberbullismo, sono i mali della gioventù moderna e di una società che sembra allo sfascio. I giovani di oggi sembrano incapaci di divertirsi nella semplicità trovando invece un senso di appagamento solo nel farsi male o nel far male. In questo periodo di emergenza covid-19, la situazione non è migliorata, anzi da un recente sondaggio effettuato dall’Asl su un campione di 6600 studenti salernitani, ha consegnato una fotografia di accresciuta fragilità degli adolescenti a causa del lockdown. Si registra, infatti un considerevole aumento – come scrive il quotidiano “Il Mattino” – nell’uso di alcol e droghe e ne ricorso al gioco d’azzardo. Otto ragazzi su dieci hanno sofferto l’isolamento e per il 25% del campione la didattica a distanza si è rivelata inutile. Inoltre la noia ha preso il sopravvento sulla rabbia durante la fase dei vincoli imposti per evitare il contagio da Covid-19. Riguardo al consumo di sostanze stupefacenti, (Hashish e Marijuana) negli ultimi mesi, si è osservato un sensibile calo dello spaccio in strada, anche per i forti controlli e posti di blocco della polizia stradale e dei carabinieri, probabilmente a favore del mercato illecito sul web, soprattutto per le nuove sostanze psicoattive, che in quanto nuove sono anche più pericolose perché gli effetti sono ancora incerti. Il mercato si è modificato a causa delle difficoltà nel trasporto delle sostanze, a favore di un peggioramento della qualità e a maggiori rischio di astinenza e overdose. Altri due malesseri dei giovani sono l’alcoolismo e il gioco d’azzardo, e qui se non è un allarme, poco ci manca. Nel meridione, il fenomeno dell’alcolismo tra i giovani è tra i mali più diffusi. Non viene risparmiato il salernitano, con dati poco lusinghieri emersi dall’indagine di Eurispes ed Enpam. Nella nostra provincia, infatti, nell’ultimo anno, le persone con problemi d’alcolismo sono state poco più di 900. Le zone maggiormente colpite dal fenomeno sono La piana del Sele ed il Cilento. Per il nostro Vallo di Diano un dato poco lusinghiero, con Sant’Arsenio che si afferma come centro di maggiore affluenza.  Per capire meglio, parliamo di uno studio riguardante i giovani di età compresa tra gli undici ed i diciassette anni. Non c’è da stupirsi tanto per il problema di per se, che ormai da anni si estende a macchia d’olio su tutto il Paese, ma per i numeri in costante aumento tra gli adolescenti. Si inizia per gioco, per sentirsi adulti e conoscere un nuovo mondo, entrando poi, inconsapevolmente, in un vortice da cui è difficile uscire da soli. Qualche numero può rendere l’idea; Nel triennio 2012-15, la percentuale di consumatori di alcol è risultata del 45%, il consumo fuori pasto del 4% e il consumo abituale elevato del 3%. Sono per lo più gli uomini, rispetto alle donne, a rifugiarsi nell’alcol. Ma gli esperti sono convinti che queste cifre siano in netto aumento. L’altra piaga giovanile è il gioco d’azzardo e slot machine. Nel 2016, nel Vallo di Diano, fu svolta dal Circolo Banca Monte Pruno un’indagine riguardante i giovani e il gioco d’azzardo. Il Vallo di Diano risulto al primo posto in Campania per avere un bambino su 3 che a 12 anni gioca d’azzardo online. Con molta probabilità se a 10 anni un bambino spende la sua paghetta in sala giochi, da adulto si ritroverà a sperperare lo stipendio in una sala scommesse. I nativi digitali sono tecnologicamente esperti, ma non emotivamente attrezzati per fronteggiare le insidie del web. Nel Vallo di Diano oltre il 60% degli adolescenti presi in esame si connette per più di 3 ore al giorno. Dal dato locale emerge quindi una sovraesposizione dell’uso del web. C’è bisogno di sensibilizzare le famiglie innanzitutto e poi coinvolgere le amministrazioni che possono regolamentare i gestori. La ludopatia non è solo un fenomeno sociale sempre più allarmante, ma è una vera e propria malattia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse, in tutte le sue varianti (offline e online): roulette, slot machine, blackjack, gioco digitale. Tale patologia porta a drammatiche conseguenze personali, familiari e dunque sociali: rovesci finanziari, divorzio, perdita del lavoro, dipendenza da droghe o da alcol fino al suicidio. In particolare chi è affetto da ludopatia facilmente rischia l’indebitamento, fino a cadere nel circolo vizioso di spaccio, prostituzione e soprattutto usura. Come più volte sottolineato dalla Direzione nazionale antimafia, in questo settore le mafie hanno effettuato ingenti investimenti anche con riferimento ai giochi legali. I giovani e i ragazzi di oggi, c’è da chiederci, se sono ancora figli nostri o figli di internet?…e se, si arriva addirittura all’omicidio è tutta colpa di una società che giudica e poco solidale? A questo rispondiamo con le parole del Prof. Rocco Cimino riportate in una lettera aperta “…In una società dolente dove i disvalori hanno travolto i valori veri della vita, è una società divisa, smarrita, complessa dove ognuno pensa di essere il depositario della verità universale. Credo che per le famiglie, sia arrivato il momento di prendere coscienza degli errori, come genitori, come uomini, come educatori, è ora di finirla anche con il buonismo sciocco, con i falsi moralismi, con gli psicologi e i pedagogisti da strapazzo che tanto hanno danneggiato alle nuove generazioni.  La famiglia ritorni ad essere il luogo principale dell’educazione, i genitori siano esempio di correttezza, di moralità per i propri figli. E la scuola ritorni ad essere luogo d’istruzione vera ed autentica, palestra di vita.
Il sottoscritto e tanti altri come me è figlio di un’educazione severa, a volte anche troppo e abbiamo ricevuto sberle sonore dai genitori e dai professori ma non siamo diventati nè depressi nè disadattati nè disorientati, nè problematici e non abbiamo fatto ricorso a sostanze…per vivere abbiamo sopportato con coraggio e dignità le prove che la vita ci ha posto davanti senza soccombere…”

 

 

5 thoughts on “IL VALLO DI DIANO NON È UN’ISOLA FELICE, PER I GIOVANI È UN TERRITORIO PIENO DI MALESSERI; CON DROGA, ALCOL E GIOCO D’AZZARDO CHE FANNO DA PADRONE

  1. Sono stata, ribelle, arrogante e a volte anche maleducata ….
    Perché a volte si passa il limite, quando si è adolescenti non si capisce mai quando bisogna smettere…. pero non mi sono mai drogata o impasticcata …

  2. È sempre bene incoraggiare la gioventù a fare meglio, certo è più “faticoso” ..e bisogna almeno creargli e dargli stimoli culturali di sana crescita e dargli fiducia

  3. I giovani della generazioni passate avevano più certezze e più speranze, anche se più’ disagi.

  4. Purtroppo e vero piccole frazioni e paesi, ogni venti metri c ë un bar e salé slot, con una media di un bar ogni 300 abitanti, questo ti fa capire che cë troppa gente che beve e gioca questo non e progresso ma e solo consumismo e non solo nel vallo ma tutto il meridione

  5. Sono uno tanti operatori scolastici, sono stato insegnante, ho fatto parte del personale ATA in vari ruoli, spesso sono a contatto con alunni e professori, lavoro nella scuola da quasi vent’anni, ho fatto corsi per ragazzi disagiati e disabili. In tanti anni ne ho visto di tutti i colori, fortunatamente tra i ragazzi e gli studenti esiste ancora un po di buona educazione, la mattina , parecchi salutano e dicono buongiorno ai professori e al personale Scolastico presente , cosi pure il giorno quando escono. Ma esiste pure il ragazzo strafottente, che richiamato gentilmente dal docente, risponde male, a volte lo manda a quel paese lo offende con parole lesive e da querele.
    Spesso i ragazzi sfidano i professori con atti delinquenziali e complottatori.
    E’ vero i docenti sono anche educatori, non che confidente dei suoi alunni, motivatore, tutor, assistente nello studio, esempio morale, guida psicologica, mediatore nelle relazioni tra pari o con gli adulti, consulente per le famiglie ecc….NON CHIEDETEGLI PURE DI ESSERE UN SANTO…..se a volte perde la pazienza e’ perché e’ semplicemente un UOMO

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