Aldo Bianchini
SALERNO – In queste ultime settimane, come da copione standardizzato, riecco riaffiorare l’eterna discussione su quale destinazione dare al rudere dell’ex Hotel Castelsandra (San Marco di Castellabate) sequestrato alla camorra (famiglie Nuvoleta e Fabbrocino) agli inizi del 1992, ben ventisei anni fa.
Da allora il dibattito sulla futura destinazione ha avuto pochi acuti e molti bassi, se ne e’ parlato per qualche volta e poi silenzio tombale durato anni. Orasi ricomincia con la solita solfa, probabilmente perche’ siamo in clima preelettorale.
Sul Castelsandra si potrebbero dire cose inaudite, cioe’ mai ascoltate, e si potrebbe anche tacere, come dovrebbe fare la poligica che in 26 anni non ha sapouto fare altro che caciara.
La situazione, a mio avviso, e’ stagnante e ripresenta la stessa situazione del 2001 quando, a circa dieci anni dal sequestro l’allora capo della Procura della Repubblica di Vallo della Lcania, dr. Alfredo Greco, esattamente il 22 agosto 2001 scrisse al quotidiano “La Repubblica” la seguente drammatica lettera:
“”Ho letto sul «Venerdì» di Repubblica un articolo che riguarda l’ Hotel Castelsandra di Castellabate, definito «residence della camorra» in ordine alla cui destinazione – a distanza oramai già purtroppo di molti anni dalla confisca – si è aperta una vivace discussione in sede politicoamministrativa. Non è il mio terreno, ma il mio lavoro ha per oggetto anche la tutela del territorio ed il pristino – ivi – della legalità così, pur consapevole di non essere legittimato ad intervenire in alcun modo sulle determinazioni politiche, ritengo di aver titolo per poter scrivere a Repubblica nella speranza di poter conseguire una migliore sinergia degli interventi sul territorio. Sarebbe qui fuor di luogo e noioso parlare del lavoro della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania; mi basterà accennare che sono in corso una serie di attività relative al ripristino dei luoghi devastati o turbati dagli interventi abusivi sicchè direttamente o indirettamente, con la collaborazione del Prefetto di Salerno, del Parco Nazionale del Cilento e delle singole Amministrazioni locali, sta procedendo con difficoltà, ma con costanza, un programma di abbattimento delle brutture e di recupero di ciò che è utilizzabile: il tutto sottratto ai privati e nell’ interesse della Comunità. Se ne cominciano a vedere i risultati anche nella coscienza dei cittadini i quali procedono alla autodemolizione e non ricorrono più alle cementificazioni selvagge. Ma per proseguire su questa strada c’ è bisogno che i poteri dello Stato intervengano con razionalità sensata al fine di dar fiducia alle coscienze verso una programmazione protesa al miglioramento economico e sociale. La mera repressione non ha mai portato e non porterà mai al ripristino della legalità: non serve, anzi è dannoso, incarcerare senza rieducare e reinserire. Così non serve, anzi è dannoso, sequestrare e confiscare, distruggendo senza riconvertire a fini sociali. Ma questo non lo dice solo la nostra esperienza e la nostra coscienza civile, lo dettano la nostra Costituzione e le nostre Leggi che devono vivere nei comportamenti concreti dello Stato, al riparo da inutili e dannose reazioni simboliche. Gettare un uomo dietro le sbarre o abbattere i segni del suo passaggio è solo vendetta: la funzione di uno Stato sociale di diritto è la riconversione degli uomini e dei beni al benessere e alla solidarietà di tutta le società. Poco tempo addietro intervenni, anche sulle vostre colonne, per manifestare contrarietà all’ abbattimento del Fuenti (l’ albergomostro di Vietri sul Mare, n.d.r.) che poteva essere addolcito sul suo impatto e destinato ad ospizio o a centro vacanze cioè riconvertendo l’ illecito in utilità sociale, ma le cose sono andate diversamente e non mi pare che ne abbiamo tratto alcun vantaggio. Oggi mi auguro che non si faccia lo stesso con il Castelsandra che può essere destinato ad una qualunque delle attività proposte. Né può venire benessere, ricchezze, cultura per le popolazioni del Cilento e certamente ne verrà l’ immagine di uno Stato efficiente, con un reale e non fittizio ripristino di legalità: questa può sopravvivere respingendo le Mafie, ma può vivere solo se lo Stato funziona e si conquista fiducia””.
Cosa aggiungere !! assolutamente niente. Almeno per quanto mi riguarda condivido rico per rigo e parola per parole tutto cio’ che e’ stato scritto dall’allora capo della Procura della Repubblica interessata per competenza territoriale alla conclusione della vicenda che e’ ancora li’ immobile nel tempo mentre il manufatto scivola sempre di piu’ verso il degrado con gravi compromissioni anche ambientali.
Proprio all’inizio di quest’anno e’ ritornato pesantemente sul tema l’ex presidente del Parco Nazionale che, in maniera ironica e critica, fa appello alla Principessa Primula (un personaggio creato, forse, dalla fervida mente di Tommaso Pellegrino, attuale presidente del Parco) assoluta protagonista del fumetto edito dall’Ente Parco, posta simbolicamente a tutela dell’ambiente di tutto il territorio ricompreso nello stesso Parco.
Dal 2001, epoca della lettera di Greco, sono passati altri diciassette anni e agli osservatori si presenta la stessa situazione stagnante dell’epoca. Cosa accadra’ in futuro ? e difficile dirlo; possiamo soltanto sperare nell’azione continua e mirata dell’attuale presidente del Parco che, seppure in sintonia con il sindaco di Castellabate (Costabile Spinelli), potrebbe sbloccare la pesante situazione. Ma sul Castelsandra ci sono tante altre cose da dire.
One thought on “Castelsandra: l’hotel della camorra … altro che Primula !!”