Da Luca Roncolato 1 giugno, 2016
ROMA – Proseguendo la propria serie di catechesi sulla misericordia, Papa Francesco, dopo aver insegnato la settimana scorsa come si debba pregare con perseveranza, nell’Udienza Generale di oggi ha indicato come la preghiera debba essere umile, per giungere a spalancare il cuore di Dio.
Commentando la parabola del fariseo e del pubblicano, infatti, il Santo Padre ha sottolineato come la preghiera del fariseo non sia una vera preghiera, perché è piena di ipocrisia e di arroganza. Quella del pubblicano, invece “è essenziale” e, nella sua umiltà, colpisce giusto nel punto debole, potremmo dire, di Dio: “se la preghiera del superbo non raggiunge il cuore di Dio, l’umiltà del misero lo spalanca. Dio ha una debolezza: la debolezza per gli umili. Davanti a un cuore umile, Dio apre totalmente il suo cuore“.
Cari Fratelli e Sorelle, ha infatti commentato il Vescovo di Roma, con la parabola del fariseo e del pubblicano che salgono al tempio a pregare (cfr Lc 18,9-14), Gesù ci insegna quale sia l’atteggiamento giusto per invocare la misericordia del Padre.
Il fariseo fa una preghiera di ringraziamento nella quale si compiace di se stesso per il suo rispetto della legge, si sente irreprensibile e disprezza gli altri. Il suo orgoglio compromette qualsiasi opera buona abbia fatto, rende vuota la preghiera e lo allontana da Dio e dal prossimo.
Noi oggi, più che domandarci quanto preghiamo, possiamo chiederci come lo facciamo, o meglio come è la attitudine del nostro cuore per valutare i pensieri e i sentimenti, e rimuovere qualsiasi arroganza.
Il pubblicano prega umilmente, pentito di tutti i suoi peccati, e mendica la misericordia di Dio. Egli ci ricorda la condizione necessaria per ricevere il perdono del Signore e diventa l’immagine del vero credente.
La preghiera del superbo non raggiunge il cuore di Dio; la preghiera dell’umile ottiene invece la sua misericordia.
Cari fratelli e sorelle, San Giacomo ci esorta dicendo: “Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà”(Gc 4,10). – ha dunque concluso Papa Francesco – Solo chi si fa piccolo davanti al Signore, può sperimentare la grandezza della sua misericordia. Guardiamo Maria e chiediamo la grazia dell’umiltà che Dio ci insegna. Il Signore vi benedica!
Queridos hermanos y hermanas:
En la parábola del fariseo y el publicano, que suben al templo para orar, Jesús nos enseña la actitud correcta para invocar la misericordia del Padre.
El fariseo hace una oración de agradecimiento en la que se complace de sí mismo por el cumplimiento de la ley, se siente irreprensible y desprecia a los demás. Su soberbia compromete toda obra buena, vacía la oración, y lo aleja de Dios y del prójimo.
Nosotros hoy, más que preguntarnos cuánto rezamos, podemos preguntarnos cómo lo hacemos, o mejor cómo es nuestro corazón para valorar los pensamientos y sentimientos, y eliminar toda arrogancia.
El publicano ora con humildad, arrepentido de sus pecados, mendiga la misericordia de Dios. Nos recuerda la condición necesaria para recibir el perdón del Señor y se convierte en imagen del verdadero creyente.
La oración del soberbio no alcanza el corazón de Dios, la oración humilde obtiene su misericordia.
Saludos
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Que la Virgen María, nuestra Madre, que proclama en el Magnificat la misericordia del Señor, nos ayude a orar siempre con un corazón semejante al suyo. Gracias.