SALERNO – Porta sulle spalle un cognome importante, un cognome diventato addirittura difficile da quella maledetta sera del 7 luglio 1972 quando l’assassinio del fratello Carlo proiettò tutta la sua famiglia nel dolore perenne e scaraventò l’intera città nei primi e pericolosi bagliori del terrorismo (rosso o nero non importa) che avrebbero trovato sedimentazione negli anni ’80. Un cognome importante e difficile quello di Marco Falvella, primo esponente della sua famiglia a candidarsi come sindaco di Salerno per il “Popolo d’Italia”; ha ereditato direttamente da Carlo la passione per la politica, quella pura come “impegno concreto per i valori e gli ideali più autentici” e non si è mai allontanato dalle direttive di una vita alla luce della trasparenza e della legalità. Negli anni ha dovuto fare spesso qualche passo indietro per consentire al compianto fratello “Pippo”, personaggio molto noto nella città politica e professionale, che prima di lui aveva pensato di scendere in campo nel nome e nel segno di Carlo, vera vittima sacrificale di sogni e ideali che ormai non esistono più. Marco ha la destra nel cuore, una destra che nei decenni si è modificata ma si è anche in un certo senso normalizzata, non spenta e neppure adeguata, ma semplicemente modellata con i tempi moderni e con le esigenze nuove di un sistema politico che va velocemente verso il personalismo più sfrenato nell’ottica di una radicalizzazione dello scontro. Un po’ come era la radicalizzazione dello scontro politico tra il MSI e il PCI degli anni 70, uno scontro che fece molte vittime e che favorì indiscutibilmente la nascita e la proliferazione del terrorismo. Marco Falvella, pur nella sua corretta durezza, è più morbido nei toni e nei comportamenti ma possiede un cervello che non ha mai portato all’ammasso rimanendo sempre al di fuori delle spartizioni del potere e delle prebende. Prima di candidarsi a sindaco ha cercato in tutti i modi di ricomporre i brandelli del quadro politico del centro destra, brandelli che altri hanno sparpagliato in ogni angolo del panorama politico nostrano. Quando ha capito che non c’era verso di concertare e di decidere tutti assieme ha preferito fare il solito passo indietro e di correre da solo, scortato da tantissimi amici e fan, verso la poltrona più ambita della città. Una poltrona difficilissima da conquistare ma non impossibile, e si è buttato nella mischia da par suo, senza alcuna esitazione e con grande slancio, quasi come usava fare il fratello Carlo che nelle battaglie ideologiche ci metteva l’anima, la faccia ed anche il corpo. Quella che oggi Marco intende portare avanti è proprio una battaglia ideologica, non quella dello scontro piuttosto quella della pacificazione e del convergenza degli interessi comuni come, ripeto, un vero e proprio “impegno concreto per i valori e gli ideali più autentici”. E di valori e di ideali Marco Falvella ne ha da vendere in quantità industriale, non per tornaconto personale ma soltanto in nome e per conto della comunità che intende rappresentare ai massimi livelli dagli scranni del Consiglio Comunale di Salerno che uscirà dalle urne il prossimo 5 giugno 2016.