La riforma costituzionale della separazione delle carriere dei magistrati .

da Pietro Cusati ( Giurista-Giornalista)

Una vera riforma quella  costituzionale della separazione delle carriere dei magistrati è una importante riforma della intera magistratura indispensabile al fine di realizzare nel processo la figura del “giudice terzo”, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini, previsto dall’art. 111 della Costituzione e mai di fatto realizzato. Una vera riforma che separa  la magistratura requirente da quella giudicante come unico mezzo per ottenere un Giudice  indipendente, garantendo al tempo stesso l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero, condizioni indispensabili per la piena realizzazione del processo accusatorio. L’Associazione nazionale magistrati ha espresso in un documento  un giudizio  negativo sulla riforma costituzionale dell’ordinamento giudiziario che non è una riforma della giustizia, che non sarà né più veloce né più giusta, ma una riforma della magistratura che produrrà solo effetti negativi per i cittadiniLa separazione delle carriere non risponde ad alcuna esigenza di miglioramento del servizio giustizia, ma determina l’isolamento del pubblico ministero, mortificandone la funzione di garanzia e abbandonandolo ad una logica securitaria, nonché ponendo le premesse per il concreto rischio del suo assoggettamento al potere esecutivo.L’Assemblea generale dell’ANM ha deliberato all’unanimità di avviare  una mobilitazione culturale e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli di questa riforma.“Suona offensivo e bizzarro pensare che la separazione delle carriere sia punitiva per i magistrati”,lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Durante il dibattito ‘La via italiana per una giustizia giusta, più efficiente e più efficace’, il Guardasigilli si è confrontato con Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Mario Esposito, professore di diritto costituzionale dell’università del Salento, il magistrato Valerio De Gioia, il direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti. “La magistratura deve essere indipendente rispetto alla politica ma anche verso sé stessa ; oggi la sezione disciplinare del Csm è costituita da persone che vengono elette dagli stessi magistrati”. Una stortura perché, ha detto  Nordio, “crea un vincolo tra elettore ed eletto che dà una percezione di non imparzialità”. Il sistema delle correnti interne al Csm va insomma scardinato: secondo il Guardasigilli “sono essenziali per la dialettica interna e culturale della magistratura, quando però degenerano, come si è visto nello scandalo Palamara, allora bisogna trovare un correttivo”.Tra le critiche mosse dal presidente Santalucia, quella per cui la Corte disciplinare, con la riforma, resterebbe unica per i magistrati giudicanti e requirenti. “Riunisce tecnici del diritto, pm e giudici”, ha secondo  Nordio. “La parte togata è sorteggiata e quindi spezza il legame tra elettore ed eletto; si tratta di persone qualificatissime ab origine”.Tra i temi caldi del dibattito, anche la responsabilità dei magistrati, strettamente legata alla previsione di un’Alta corte disciplinare. “Il 95% e passa di queste azioni finiscono nel nulla”, ha detto Nordio, aggiungendo che “tutti magistrati d’Italia sono giudicati eccellentissimi, bravissimi. Non esiste al mondo, credo, un organismo un cui ci sia il 100% di componenti al top”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *