La Costituzione guarda al futuro, la Corte costituzionale ha avuto un ruolo trainante nella tutela dei diritti, tenendo aperto il confronto con la Corte di giustizia dell’Unione europea. «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica»,La Presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra,nel suo intervento alla cerimonia, per il 75° Anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione,alla Camera dei Deputati, ha inviato un messaggio ai giovani che devono trasmettere le loro energie e il loro impegno civile. I giovani devono battersi oggi perché le promesse siano mantenute. Cultura e ambiente sono tasselli della democrazia, tenuti insieme dall’avanzamento della «ricerca scientifica e tecnica», anch’essa coessenziale nel coinvolgere i cittadini in percorsi virtuosi. “L’arte e la scienza sono al servizio dell’umanità. Esse accrescono libertà allo spirito umano, ma di libertà hanno innanzi tutto bisogno”. La centralità della scuola nel dibattito pubblico dell’epoca sta a dimostrare l’anelito di una democrazia allo stato nascente, che nel curare la piaga dell’analfabetismo, intendeva avvicinare alle istituzioni gli esclusi, quanti restavano confinati in fasce deboli della popolazione e ai margini della società. Quell’anelito si ripropone ogni volta che la cultura e la scienza, in tutti i campi, fanno un salto in avanti, alla ricerca di nuove conquiste. «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». La Costituzione tutela la cultura quale parte integrante dell’ambiente, preservandone l’integrità, ovvero valorizzando l’inclusione delle opere dell’uomo che non solo non disturbano una tale armonia, ma ne accrescono le potenzialità. La cultura ambientale debba diffondersi nelle scuole e nelle università partendo dalla storia dell’arte e dallo studio delle opere architettoniche che si collocano armoniosamente nell’ambiente, divenendone componente essenziale. Con la nozione di paesaggio che si enuclea dalle sentenze della Corte costituzionale si intersecano le letture degli storici dell’arte, come pure degli studiosi della storia agraria italiana, a cominciare da Emilio Sereni e dal suo fortunato libro del 1961 “Storia del paesaggio agrario italiano”, in cui si descrive la molteplicità delle agricolture italiane e con esse il comporsi delle attività produttive dentro la scena naturale. Non è un caso che quel libro sia corredato di tante immagini. In quella scena si devono includere, tra l’altro, le lunghe coste italiane e il mare che le circonda. La tutela non può non essere dinamicamente sintonizzata con nuovi bisogni, legati all’evolvere delle attività economiche e produttive. La compatibilità fra tutela ambientale e attività dell’uomo si propone nel dibattito contemporaneo in termini prorompenti, in ragione dell’urgenza di favorire la così detta “transizione verde. La cultura deve, in questi casi, misurarsi con la scienza, una scienza che non afferma valori tiranni, proprio perché si fonda sulla ricerca libera e indipendente, quella che i costituenti hanno voluto affermare e valorizzare, per segnare la fine di un regime autoritario.