Aldo Bianchini
SALERNO – Dagli ambienti bene informati e vicini al Tribunale di Lagonegro arrivano notizie non tanto confortanti per i sindaci e gli amministratori del Vallo di Diano e parte del Basso Cilento.
Alcune di queste notizie si sono già trasformate in “casi giudiziari” conclamati ed in fase di indagini preliminari, alcuni altri chiusi con dubbiose assoluzioni, ed altri ancora in divenire: questi ultimi potrebbero essere anche i più pericolosi nell’ambito di quel quadro giudiziario generale che avevo anticipato più di un anno fa; e che in alcuni casi aveva sollecitato l’ironia di qualche amministratore (leggasi tra gli altri l’ex sindaco di Casalbuono Attilio Romano) del Vallo di Diano che avevano apertamente messo in dubbio le mie rivelazioni facendole passare come “ipotesi giornalistiche fantasiose” e nulla più.
Ora, purtroppo per loro, stanno arrivando le conferme di quanto anticipato: prova ne è la convulsa e straordinariamente pungente e spigolosa inchiesta che ha investito, ma non ancora travolto, il sindaco di Santa Marina “Giovanni Fortunato” (già consigliere regionale). L’inchiesta ha avuto un primo rimbalzo clamoroso sulla stampa locale, ma poi si è spenta subito proprio sul più bello, cioè quando tutti attendevano convincenti spiegazioni in sede di Consiglio Comunale e Fortunato giustamente non le ha date. Nonostante l’opposizione avesse ripetutamente chiesto chiarimenti del tipo: “… se è vero che l’ipotesi di reato a suo carico è di concussione e in che modo è coinvolto nel suo ruolo istituzionale”.
Ma il problema, per gli amministratori del Vallo e del basso Cilento, esiste e come; e sembra che gli stessi, fortunatamente non tutti, siano tenuti sotto stretta osservazione dall’occhio vigile del “grande fratello” che gli inquirenti, alle dipendenze della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, utilizzano a sorpresa negli ambienti più disparati e meno sensibili dal punto di vista della sicurezza che i rappresentanti delle istituzioni (spiati !!) ben conoscono.
Ed allora, alla luce del detto che gli italiani a tavola si lascino andare a tante confidenze, ecco che l’occhio magico viene utilizzato anche nei ristoranti-pizzerie in cui notoriamente i personaggi istituzionali si incontrano a pranzo o a cena.
Corre voce (ancora tutta da verificare ma soltanto nei dettagli) che in uno di questi luoghi di ristoro sia stata registrata o videoregistrata una conversazione molto confidenziale tra quattro soggetti (due dei quali imprenditori) che parlavano di possibili credenziali pubbliche acquisite sulla base di vere e proprie tangenti da elargire a personaggi politici bene in vista che in cambio avrebbero snellito i percorsi burocratici per favorire l’acquisizione di appalti pubblici.
Sarà vero ?, per il momento simo soltanto ad indiscrezioni che troverebbero, però, una precisa sedimentazione in alcuni interrogatori già effettuati.
Il resto lo sapremo, come sempre a rallentatore, nei prossimi mesi.