SALERNO – Per capire che l’argomento del termovalorizzatore sia spinoso non ci vuole l’acqua calda; per capire, però, che dietro la sentenza di assoluzione (che va rispettata sempre e comunque !!) inerente il reato di abuso d’ufficio per avere De Luca nominato un project-manager (definito scimmiottescamente “reato linguistico”) c’è molto altro non ci vuole neppure in questo caso l’acqua calda per capirlo. Non sembra che Camillo e Mirella l’abbiano capito e nel contesto di questo approfondimento cercherò di spiegare il perché. Prima però mi corre l’obbligo di chiarire la mia posizione sia politica che giornalistica. Per dirla tutta non digerisco per niente gli anonimi e, purtroppo, anche Camillo e Mirella (che hanno commentato il mio precedente approfondimento sul termovalorizzatore) lo sono; ho utilizzato il termine “purtroppo” perché i due commentatori hanno scritto delle cose molto giuste ed anche in parte condivisibili; peccato che intendano rimanere nello squallido anonimato e non prendere parte ad un dibattito molto interessante con i loro nomi e cognomi. Per quanto riguarda la mia fede politica è, credo, arcinoto che sono socialista da sempre e che da buon socialista sono amante della democrazia praticata e partecipata, e non solo chiacchierata; non amo la radicale personalizzazione della politica e, soprattutto, del potere quando esso viene esercitato in maniera apodittica e senza contraddittorio politico e/o giornalistico. Per queste ragioni ho votato una sola volta per De Luca, nel 1997, e non lo voterò mai più. Ed anche per Camillo e Mirella, mi rendo conto, è necessario spiegare il perché; nel 1997 De Luca usciva dal famoso “quadriennium deluchianium” nel corso del quale si era posto alla guida ed al comando di un gruppo (che oggi si chiamerebbe pool) di politici, amministratori e tecnici; in quegli anni quel gruppo (giovane e volenteroso) portò delle novità molto interessanti, rispetto al passato, in una Città che usciva dalle turbe di tangentopoli; e quel gruppo lo fece in maniera tale da far sembrare a tutti che solo Salerno e solo a Salerno saremmo stati capaci di toccare la luna con un dito. Purtroppo quel gruppo venne rapidamente trasformato in un manipolo (scusate il confronto con le parole mussoliniane !!) di fedeli esecutori delle direttive del capo che presto divenne sempre più “un uomo solo al comando” (meglio Coppi che Mussolini !!). E a me, sinceramente, gli uomini soli al comando non sono mai piaciuti, non piacciono e non piaceranno; se poi all’essere soli si aggiunge anche l’arroganza la frittata è bella e fatta. E io sto dall’altra parte. La tragedia è che dall’altra parte, dovunque ti giri e guardi, non c’è assolutamente nulla e tutto piomba in un baratro senza fine. Rimango, però, socialista che si inebria facilmente al solo profumo delle idee socialiste. Detto questo mi va anche da dire che Camillo e Mirella (che vorrei tanto conoscere per dialogare insieme) vanno fuori strada quando affermano che “Questa critica “sorda” non è da Lei. Dovrebbe bacchettare la “Magistratura” che è capace di fare e disfare a suo piacimento … non il Governatore, che non è sicuramente un “angelo” sceso dal cielo, ma nemmeno un delinquente “impresentabile” come lo si è dipinto fino all’altro ieri. E’ un politico … con tutti i suoi difetti (tanti), ma semplicemente un politico” perché mi viene il dubbio che abbiano letto dei miei scritti soltanto l’ultimo articolo dedicato al termovalorizzatore dal titolo “Termovalorizzatore, De Luca assolto, giustizia è fatta … ma l’apparato di potere ?” e non hanno conoscenza delle mie ultraventennali battaglie contro la magistratura che, appunto, fa e disfa a suo piacimento anche in danno dello stesso governatore che, comunque, riesce sempre a trovare la soluzione dei problemi da vero uomo di potere qual è. Difatti non ho mai detto o scritto che De Luca è un delinquente, non mi sognerei neppure di pensarlo; ho sempre scritto che non mi piace il suo modo arrogante di governare e che dovrebbe pensare un po’ di più a risolvere i veri problemi (sanità, trasporti, vie del mare, occupazione, ecc.) che sta incontrando come governatore della Campania che è cosa ben diversa dal sindaco di una città che, al massimo, rappresenta una strada di Napoli. Ma bando alle chiacchiere, quello che intendo perseguire con le mie inchieste giornalistiche è l’esistenza o meno di un apparato di potere capace di controllare ogni minimo aspetto della pubblica amministrazione fino ad infliggere colpi durissimi alla democrazia partecipata che dovrebbe essere l’aspirazione di tutti noi. Ebbene per capire se il sistema esiste bisogna, come dicevo prima, partire dal famoso “quadriennium deluchianum”, ovvero da quei quattro meravigliosi anni tra il 93 e il 97 nel corso dei quali si intravide davvero l’alba di un nuovo giorno, e seguire attentamente il percorso fatto sia da De Luca che da tutto quel gruppo che gli era accanto nelle notti insonni in cui si decidevano i destini futuri della Città. Tutto il resto dei commenti di Camillo e Mirella è anche condivisibile, a patto che tengano conto che sulla piazza di Salerno non credo ci siano tanti giornalisti disponibili a dichiarare la loro fede politica e le loro intenzioni di voto; sicuramente ne troveranno tantissimi che, molto più bravi di me, sapranno nascondersi nelle pieghe del sistema per sfruttarlo fino a quando sarà possibile. Per tutte queste ragioni e nella ricerca dell’apparato di potere con il mio ultimo articolo ho semplicemente cercato di evidenziare che la vittoria di De Luca potrebbe rivelarsi come una vittoria di Pirro in quanto, al di là dei sofismi giuridici che hanno caratterizzato questa prima sentenza (e sottolineo prima !!) sul termovalorizzatore, stanno per arrivare sul piatto della bilancia nuove e più importanti inchieste. Un’ultima considerazione: un apparato di potere si tocca con mano quando riesce a pilotare anche le schede elettorali (siano esse per le amministrative, le politiche o più semplicemente per le primarie o per le parlamentarie); è di questi giorni la scoperta, sicuramente previdibile e già prevista, del presunto falso tesseramento PD del 2012 o delle presunte false primarie e parlamentarie del 2013. Il quotidiano Cronache del Salernitano ha svelato, in assoluta anteprima, dell’esistenza di un’inchiesta giudiziaria che tende a scoprire se esiste connessione tra la richiesta di voti e la concessione di appalti pubblici. Sarebbe un fatto di una gravità inaudita. Ma c’è anche l’inchiesta sugli espropri dei suoli che dovevano essere utilizzati per la costruzione del termovalorizzatore e quella sulla variante di 8ml di euro su Piazza della Libertà che si intreccia con le presunte false parlamentarie con promessa accertata di voti in favore dell’allora aspirante candidato deputato Fulvio Bonavitacola; un quadro sicuramente non confortante. Senza contare che sono in dirittura di arrivo le sentenze per il Crescent e per il Sea Park ed anche quella quasi dimenticata per l’interramento di detriti d’amianto nel sottosuolo di Piazza della Libertà; una piazza che per qualcuno comincia a diventare un’ossessione. Ma avremo modo, tempo e luogo per parlarne.