PAGANI: da Bottone a Bottone, passando per Gambino … e il fattore “


Aldo Bianchini

PAGANI – Ringrazio i giornali di carta stampata che mi hanno dato la notizia per poterla commentare: “Terremoto al Comune di Pagani, undici indagati”. Alla sfogliata lettura del titolo mi sono subito chiesto “Ma a Pagani non c’è Bottone, ma che fanno gli inquirenti, forse si sono sbagliati ?”. Il pensiero, ovviamente, è andato al super indagato e processato per eccellenza di quel paese, Alberico Gambino, che al pari del compianto Vincenzo Giordano per Salerno ha collezionato una serie impressionante di “avvisi” in quella che io non ho avuto timore a definire “impietoso accanimento giudiziario”. Ma poi leggo attentamente l’articolo del bravo Nicola Sorrentino e scopro che gli inquirenti non sono gli stessi (oggi sui parla di Marielda Montefusco e di Valeria Vinci come pm della Procura di Nocera Inferiore)) e che l’avvisato è davvero Salvatore Bottone attuale sindaco di Pagani insieme ad una schiera di altri amministratori, tra i quali molti di quelli che erano già nella “banda Gambino” (come descritta dai magistrati inquirenti Vincenzo Montemurro e Rosa Volpe) che nel luglio del 2011 arrestarono Alberico Gambino più altri. L’inchiesta riguarda la proroga in cointinuità, senza gara, dell’assegnazione della mensa per le scuole per soli tre mesi; poi fu effettuata la gara e tutto ritornò in regola. Un’altra gigantesca bufala che mette in ansia decine di persone e di famiglie che dovranno affrontare un calvario sempre e comunque devastante sotto il profilo psicologico; la vicenda mi dà la possibilità di analizzare e di fare due cose: una domanda ai magistrati e una constatazione sull’insipienza dei politici. Ai magistrati vorrei chiedere: “Se il sindaco e la giunta non avessero affidato in continuità l’appalto della mensa scolastica per i mesi di ottobre-novembre e dicembre2010 (mesi cruciali per le scuole) non sarebbero finiti comunque sotto processo per omessa assistenza scolastica ?”. Ma la politica spesso evidenzia anche un altro aspetto che sfugge anche agli osservatori più attenti e che in gergo viene denominato il “fattore I&I”, ovvero l’inaffidabilità e l’irriconoscenza. Cosa vuol dire, vuole dire che per un politico in auge, cioè il leader, è sempre molto difficile scegliere il suo delfino e fidarsi e che per i delfini è sempre molto forte la tentazione di mandare a gambe all’aria alla prima occasione buona il leader dal quale, anche per ragioni umanamente comprensibili, si sente autonomo e indipendente. Il caso di Pagani calza a pennello e si sostanzia negli accadimenti a conferma di una regola non scritta che, però, vediamo verificarsi sempre più spesso. La consacrazione del “fattore I&I” si è avuta a livello nazionale con il famoso twitter di Matteo Renzi a Enrico Letta con quel “stai sereno” che fu tutto un programma. Per Pagani non c’è stato mai un semplice twitter ma un’accusa giudiziaria devastante che ha portato ad arresti e processi ancora oggi in piedi; ma anche a Pagani si è verificato il logico tradimento del delfino nei confronti del leader. E meno male che i due pm di oggi, Montefusco e Vinci, non sono andati alla ricerca speculare della “sudditanza psicologica” che nel 2010 avrebbe potuto incidere sull’autonomia e indipendenza di Bottone verso un Gambino che anche da sospeso avrebbe potuto incidere su Bottone nella proroga senza gara della mensa scolastica. Fortunatamente così non è stato, fortunatamente perché in caso contrario su Bottone sarebbero potute piovere accuse anche più devastanti per lui che per “Linea d’ombra” non ha mai mosso un dito in favore del suo mentore che, comu7nque,lo aveva voluto sulla poltrona più alta di Palazzo San Carlo. Ripeto, a scanso di equivoci, che quella sulla mensa è una bufala gigantesca, possibilmente ancora più grande di quella che qualche anno fa ha travolto Pagani tra consensi aperti e nascosti sorrisetti di soddisfazione. Ora il leader e il suo ex delfino sono comodamente assisi su poltrone molto ambite grazie al popolo che ha capito e votato democraticamente in barba alle “Criniere” ed alle “Linee d’ombra”.

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