Aldo Bianchini
SANZA (SA) – Un’ottima organizzazione ha caratterizzato la splendida serata voluta dal sindaco di Sanza dr. Vittorio Esposito (ritornato in piena forma dopo un brutto momento fisico) e quasi dipinta in ogni dettaglio dal giornalista Lorenzo Peluso (portavoce del Comune di Sanza); in Piazza Plebiscito la sera di domenica 14 agosto2022 si è parlato e discusso di “vaccini” con totale riferimento alla pandemia che, dopo il suo rallentamento, sembra già essere alle nostre spalle.
Con tutto quello che abbiamo sentito e che tuttora sentiamo e vediamo sui grandi network televisivi del Paese (dove le risse tra i migliori virologi italiani si sprecano e dove le violenti contrapposizioni tra no-vax e si-vax hanno tracciato solchi profondi tra la scienza ufficiale e la popolazione a causa del pessimo messaggio comunicazionale laniato da tv, radio e giornali) il rischio di una degenerazione dell’incontro che vedeva al centro della scena il più terribile dei medici no-vax Bacco era altissimo, anche perché tra i relatori c’erano due altri medici (Tommaso Pellegrino e Vittorio Esposito) da sempre convinti assertori dei vaccini e un docente universitario del calibro di Ferdinando Longobardi (professore di linguistica presso l’Università L’Orientale di Napoli e presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).
“Maledetto vaccino – divisioni in tempo di guerra” (editore ex Cantagalli), questo il titolo del libro scritto a quattro mani da Pasquale Bacco (medico – virologo e ricercatore di fama internazionale), presente tra i relatori, e Edoardo Polacco (noto come l’avvocato di Bibbiano); il primo convertitosi all’utilizzo dei vaccini e il secondo rimasto sulle barricate contro la scienza ufficiale.
Due i messaggi (lanciati con eccellente professionalità da Lorenzo Peluso) che hanno raccolto risultati concreti grazie alle sue stimolanti provocazioni verso i vari personaggi del composito parterre dei relatori che oltre a quelli già citati vedeva alla sbarra anche i due consiglieri comunali Marisa Vitolo e Ivan Peluso (OSS presso l’ospedale di Polla). Contrariamente alla squassante divisione che nel bel mezzo del covid avevano creato i messaggi dei grandi network, quelli lanciati in piazza a Sanza sono stati concilianti e positivi perché trasferiti alla folta platea con la capacità di utilizzare le parole giuste e comprensibili in una discussione sempre corretta e professionale; e pur partendo da convinzioni opposte i relatori hanno fatto capire e intendere la grande utilità dei vaccini.
Corretta comunicazione e fiducia nella scienza, questi in sintesi i due messaggi provenienti da Sanza; il primo relativo alla comunicazione è stato sciorinato alla perfezione dal moderatore che ha fatto capire a tutti come la comunicazione può e deve essere importante e fondamentale; il secondo ha riguardato la sfiducia nella scienza ufficiale che, proprio a causa di una scorretta comunicazione, ha generato la guerra tra opposte fazioni ben narrata nel libro “Maledetto vaccino” scritto a quattro mani da Bacco e Polacco. E raccontata in maniera drammaticamente coinvolgente dallo stesso coautore Pasquale Bacco alla folla dei presenti raccolti nella piazza centrale di uno dei “pochi incantevoli borghi della Regione Campania”, come ha ricordato il sindaco Vittorio Esposito.
Ma perché in un Paese civile come l’Italia c’è stato bisogno di “una guerra tra bande” per capire, alla fine, che i vaccini sono l’unico strumento di sopravvivenza di una società distratta dal travolgente sistema di progresso globale che da qualche decennio la società stessa si è imposto ?
Lo ha spiegato in maniera eccellente, salendo in cattedra ma rimanendo con i piedi ben piantati a terra, il prof. Ferdinando Longobardi che con grande lucidità è riuscito a centrare (come aveva già fatto in precedenti occasioni) le ragioni di quella guerra basata essenzialmente sulla “fiducia” nella scienza ufficiale che, nella fattispecie, ha avuto la sfortuna di essere rappresentata da medici ricercatori (e non) schierati, purtroppo, su due fronti opposti; fatto questo che ha disorientato l’opinione pubblica nazionale e mondiale. E’ il “senso di fiducia” che bisogna ritrovare, ha detto Logobardi, per combattere le pandemie ma anche per “dialogare” che è un’altra cosa che manca a tutti noi ed alle giovani generazioni. E in particolare “il dialogo” è lo strumento necessario anche alla scienza ufficiale per porsi in maniera credibile nei confronti dell’immaginario collettivo al fine di evitare le disastrose guerre di opinione che spesso si trasformano in guerre di fuoco. Senza dimenticare l’altro importante tassello che è “l’ascolto”, ormai sconosciuto a tutti e che da solo potrebbe riunire in un solo quadro la fiducia e il dialogo.
La serata si è conclusa con le note musicali, tra mandolino e piano, a cura dei maestri Achille Giordano e Massimiliano Essolido; e la degustazione dell’ottima birra artigianale prodotta dalla neonata esperienza dei giovani di “84030”, che a mio sommesso avviso dovrebbe ritoccare leggermente verso il basso i prezzi di vendita per entrare nel panorama enogastronomico campano.