di Antonio Cortese (docente)
Avendo perso la faccia un buon settanta per cento dei parlamentari con la sfiducia al premier, eccoti subito che non parla quasi nessuno se non attraverso statistiche bugiarde. Come al solito l’opinione pubblica tra un prosciutto e un detersivo non distingue ancora i dati audience dalle tendenze dell’elettorato intero. Quindi anche se perdenti da anni, come anche nel caso del referendum del taglio parlamentari, i duopoli mimetizzati oramai in ogni media, anche dopo le sonore sconfitte continuano a fornire numeri anche via radio o internet a proposito del 20% dei taluni contro il 10% di quegli altri, basati in verità solo sulle permanenti composizioni dei tavoli di amministrazione lottizzata; non più tra destra e sinistra come anni fa, ma quasi totalmente oramai da una mentalità “fininvestita” alla quale sembra resistere solamente Rai 3, 4, 5, Storia, Scuola e qualche canale istituzionale per alcuni programmi e produzioni. E così, quasi univocamente, prima della caduta del premier, prima annunciavano la dipartita di M5s, poi la fiducia rinnovabile, poi continue negatività che hanno manipolato Giggino a rendersi “indipendente”, fino ad ora che, senza coerenza di “scuorno” e sbugiardati da più di cinque anni dalla realtà pentastellata, continuano a insultare gli italiani con cifre e ingredienti volute a casaccio dal proprio chef. Comunque il bibitaro ha chiuso la delusione “a libretto” e si è autoinvitato come scolaro alla scuola di Letta, tanto oramai é divenuto anch’egli un politico di professione tradendo la purità di mandato. Le redazioni avvizzite a questo comportamento politichese non sanno dunque fare altro che rendere notiziabile sempre più questo tipo di alleanze squallide poiché se devono dare notizie di politica fattiva dovrebbero parlare solamente dei grillini ma “papà non vuole”. Attribuire percentuali giustificate con sondaggi pagati poi dai vecchi partiti, con domande chiuse o pilotate, a target preselezionati nei luoghi frequentati dal vecchio e ancora dormiente elettorato, sarebbe motivo per portare in tribunale certi direttori di testate e notiziari per irresponsabilità ed inosservanza nel migliore dei casi, ma specie per dolo informativo vietato da leggi, regole, regolamenti, costituzione ed educazione.