Aldo Bianchini
SALERNO – Qualche giorno fa, martedì 19 luglio scorso, su questo giornale è stato pubblicato un articolo, a mia fiirma, dal titolo “VALLO di DIANO (15): dov’è finito il “patto di Napoli” sull’ex Tribunale di Sala Consilina … al ministero solo una pec ? per chiedere a che punto fosse arrivata la procedura messa in piedi, anche con speciali audizioni di personaggi legati al territorio valdianese, per quella famosa revisione geografica degli spazi giudiziari al fine di ripristinare il Tribunale inopinatamente scippato a Sala Consilina in favore di Lagonegro, unico caso d’Italia in cui un tribunale più grande viene incorporato da uno più piccolo e addirittura fuori provincia e fuori regione.
Non si è fatta attendere la risposta, precisa e puntuale, da parte dell’on. avv. Corrado Matera (consigliere regionale per Popolari e Moderati) che nell’ottobre del 2021 aveva avviato un’azione da “campo largo” (con l’on. Michele Cammarano – M5S) che all’epoca appariva come l’azione che potesse raccogliere insperati e maggiori risultati rispetto alle azioni precedenti portate avanti anche da altri personaggi.
Una domanda legittima, la mia, perché frutto di un silenzio politico che non lasciava filtrare le notizie sull’iter burocratico apparentemente bloccato in uno dei cassetti misteriosi della politica locale, regionale e nazionale.
Ecco la risposta dell’on. Matera:
- “Gentile Direttore Bianchini, ritengo necessarie alcune precisazioni sull’articolo pubblicato il data 19.7.2022 sulla testata giornalistica Web ” il quotidiano di Salerno”, dal titolo “VALLO di DIANO (15): dov’è finito il “patto di Napoli” sull’ex Tribunale di Sala Consilina … al ministero solo una pec?”. È opportuno precisare che le procedure relative alla trasmissione alla Camera dei Deputati della PROPOSTA DI LEGGE relativa all’ex Tribunale di Sala Consilina, da me proposta ed approvata unanimemente dal consiglio Regionale della Campania, sono state avviate già dal giorno successivo alla sua approvazione da parte della Regione Campania. La procedura sta procedendo, rispettando i tempi e le modalità proprie degli iter parlamentari relativi a questa tipologia di intervento legislativo. Con alcune Regioni abbiamo sollevato un problema nazionale ed abbiamo coinvolto non pochi parlamentari di diversi schieramenti politici. Il mio rammarico è che le palesi irregolarità compiute con la chiusura del Tribunale di Sala Consilina, che abbiamo fatto emergere ed evidenziato nel corso delle audizioni propedeutiche all’approvazione della Legge, avrebbero dovuto essere sollevate e argomentate con forza già nel 2013. Spesso mi sono chiesto se, nel 2013, i sindaci del Vallo di Diano all’epoca avessero assunto una posizione forte rimettendo le dimissioni nelle mani del Ministro competente, la chiusura del Tribunale sarebbe diventato un “caso nazionale”, e oggi probabilmente staremmo raccontando una storia diversa. A conforto di quanto detto, Le rimetto in allegato la relativa documentazione”.
Cosa dire dopo aver letto la lettera dell’on. Matera corredata da tutti i documenti comprovanti la sua veridicità ? Personalmente, al di là della retorica, condivido pienamente il contenuto della lettera del consigliere regionale, soprattutto nella seconda parte (che ho evidenziato in grassetto); e non posso non aggiungere che non solo i sindaci dell’epoca non mostrarono tutti gli attributi necessari, ma che alcuni personaggi (equilibratamente suddivisi tra i due Ordini degli Avvocati –Sala C. e Lagonegro) scesero miseramente a patti, nel corso di una famigerata cena, per svendere (letteralmente !!) un tribunale storico a tutto vantaggio di un piccolo presidio giudiziario che, oggi, lamenta difficoltà organizzative per evidente mancanza di spazi.
Va, infine, aggiunto per una corretta informazione che al momento della cena probabilmente i tempi erano ormai scaduti per eventuali azioni eclatanti che gli avvocati del Foro di Sala C. ma soprattutto i politici e gli amministratori locali (al di là della sceneggiata dell’occupazione dell’autostrada e della resistenza davanti al tribunale) non ebbero, purtroppo, la forza e la convinzione di andare oltre l’ostacolo imprimendo quei sommovimenti tellurici necessari alla bisogna.
E pensare che in quel momento la sinistra (che oggi ancora blatera) governava quasi tutti i comuni del Vallo, il governo nazionale e il ministero della giustizia; una filiera di comando che poco dopo si irrobustì anche con la Provincia e la Regione e con le promesse mai mantenute del kaimano-governatore che sul tribunale e la ferrovia ha giocato abilmente ben due campagne elettorali regionali vincenti a disdoro di tutta la popolazione valdianese.
La Giunta Comunale di Sala Consilina con delibera inviata al Ministro di Giustizia, avvallò l’accordo tra gli Ordini degli Avvocati di Lagonegro e di
Sala Consilina, in cui si chiedeva l’accorpamento dei due Tribunali in un UNICO Tribunale , la cui SEDE sarebbe stata SCELTA dal Ministero di Giustizia. La delibera di Giunta Comunale di Sala Consilina fu approvata anche con il voto favorevole dell’attuale Sindaco di Sala Consilina , Avvocato Francesco Cavallone, allora Assessore. Questa è la verità, altro che dimissioni dei Sindaci del Vallo vlsto che la delibera era stata inviata al Ministero di Giustizia. La riapertura del Tribunale di Sala Consilina è un’inutile sceneggiata che va avanti da 9 anni.
Carissimo Direttore Aldo Bianchini ,ora se ne parlerà dopo il 15 ottobre 2022, per il ripristino dell’ex Tribunale di Sala Consilina (SA),con l’auspicio che il titolare del Ministero della Giustizia,venga eletto dal popolo Italiano il 25 settembre 2022. I tecnici cosiddetti puri non rispondono al popolo,Severino,Cancellieri,Cartabia non hanno risolto i gravi problemi della giustizia Italiana. Anzi sono aumentate le condanne europee per la lentezza dei procedimenti penali e civili e il relativo risarcimento dei danni arrecati ai cittadini,oltre i tempi previsti dalla legge Pinto.Un elogio merita il Consiglio Regionale della Campania che ha approvato all’unanimità l’accollo delle spese di mantenimento della struttura giudiziaria di Sala Consilina.Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR),concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi della giustizia in Italia e alla pandemia da Covid-19,nell’ambito del settore Giustizia, il Governo Draghi-Cartabia si è impegnato con l’Europa ad attuare, tra l’altro, una serie di riforme processo civile, penale e insolvenza. Riforme che non si possono attuare senza rivedere prioritariamente la geografia giudiziaria della ingiusta legge del settembre 2013 che ha danneggiato e penalizzato cittadini e addetti ai lavori. Il PNRR ha individuato tre solo linee di intervento, Investire nel capitale umano per rafforzare la struttura organizzativa denominata «Ufficio per il processo» e superare le disparità tra gli uffici giudiziari, migliorarne la performance sia in primo che in secondo grado e accompagnare, completandolo,il processo di transizione digitale del sistema giudiziario € 2.282.561.519. Investire nella trasformazione digitale, attraverso la digitalizzazione dei fascicoli e l’adozione di strumenti avanzati di analisi dati.Rispettivamente € 83.476.440,91 ed € 50.000.000,00. Riqualificare il patrimonio immobiliare dell’amministrazione giudiziaria. € 411.739.000,00.