da Alberto De Marco
Nel fare una disamina della mia vita devo riconoscere che il pensiero del filosofo Vico Giambattista “I corsi ed i ricorsi storici”, nel corso della mia esistenza profusa nella ricerca, che si è dimostrata vana di fare trionfare il rispetto dei nostri diritti ed interessi legittimi e di quelli delle persone più deboli, è sempre attuale soprattutto con l’Autorità Giudiziaria salernitana. Purtroppo il sottoscritto ha sempre battagliato per la Legalità e per la Verità, denunciando quando era giovane come Presidente della Cooperativa Turistica Salernitana la Giunta Comunale di Salerno, che aveva cercato di corromperlo con una delibera di 15 posti di lavoro presso la pubblica amministrazione per tacitarlo su una delibera precedente che aveva leso la Cooperativa; nonché in una successiva denuncia ai Membri della Commissione di Collocamento di Salerno, dopo avere trattato giornalisticamente l’argomento, documentando con gli stati di famiglia l’inosservanza della graduatoria per favorire i loro parenti ed amici. Nel perseguire questi principi, ha avuto naturalmente molti nemici ed è stato costretto a lavorare in altre città, prima a Brescia e poi a Roma, rispettando sempre gli stessi valori e mettendo anche a repentaglio la propria vita, come Testimone di Giustizia. Da alcuni anni è ritornato nella sua città natia, dove ancora una volta si è illuso di fare trionfare la Giustizia, ma ha manifestato di essere solo un “Don Chisciotte”. Dopo avere subito delle truffe telefoniche, avendo avuto consapevolezza che era una prassi generalizzata, che colpiva una moltitudine di persone anziane ed anche un congruo numero di quelle meno abbienti, ha ritenuto opportuno di non fare richieste di indennizzo al Corecom, come in passato aveva fatto quando risiedeva a Roma in qualità di Consigliere Nazionale dei Consumatori per sé e per gli associati, vincendo ed ottenendo l’indennizzo a tutte le richieste presentate, ha deciso di dare una lezione esemplare ai mandanti della truffa miliardaria dei Gestori Telefonici e porre fine al “latrocinio generalizzato”, auspicando in un atteggiamento diverso dal passato dell’Autorità Giudiziaria salernitana. In data 20/04/2021 ha infatti presentato prima un esposto alla Legione Campania Stazione di Salerno Mercatello ben circostanziato nel quale si chiedeva all’Autorità Giudiziaria, di verificare se c’erano gli estremi dei reati di truffa, art. 640 c.p. e di ingiustificato arricchimento, art.2041 c.c. perpetrati nella fattispecie dai due Gestori Telefonici: della Vodafone per il numero 338/8484512 con l’aggravante di avere cessato l’utenza telefonica senza neanche preavvisare e per il numero telefonico 338/4116524 della Wind ed in data 29/09/2021 al Comando Stazione Carabinieri di Salerno Mercatello, in considerazione sempre del perdurare delle truffe telefoniche e del silenzio al riguardo dell’Autorità Giudiziaria, ha presentato una denuncia/querela nei confronti sempre dei due Gestori Telefonici e per le stesse utenze telefoniche, per i reiterati reati di una palese truffa, art. 640 c.p. che nel comma 1 stabilisce: Chiunque con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno….”, nella fattispecie del sottoscritto, la vittima è stata sottoposta ad una maggiore gravità dei reati, perché non ha mai dato adito ad errori e ad alibi per i due Gestori truffatori, rispondendo ai loro messaggi e telefonate truffaldine; nonché di violazione dell’art. 2041 c.c. per ingiustificato arricchimento, ha riscontrato con sua grande amarezza, che per il P.M. e Sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno, Dott.ssa Maria Benincasa non c’è reato, che ha archiviato tempestivamente il caso, anche se le due società indisturbate, hanno continuato nella reiterazione della truffa e dell’indebito arricchimento, guadagnando miliardi di Euro sull’intero territorio nazionale, danneggiando una moltitudine di persone indifese e anche di personaggi autorevoli, che preferiscono non reagire, conoscendo certe dinamiche degli Organi Giudiziari. In data 03/06/2022, si è recato presso l’Ufficio TIAP Cittadella Giudiziaria e con urgenza ha richiesto gli atti, nei quali sostanzialmente non c’era quasi niente, se non quella che forse il P.M considera motivazione, ma che non risponde ad alcun quesito ed è scevra di qualsiasi valore, mentre era presente la notifica ad essere avvertiti in caso di archiviazione, come la parte offesa aveva richiesto per l’art. 408 C.P.P, che tra l’altro aveva già ricevuto. Naturalmente in data 04/06/2022, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, alla Legione Carabinieri Campania Stazione di Salerno Mercatello, per verificare l’operato del P.M. Maria Benincasa, se realmente ha letto gli atti, oppure se erano presenti problematiche di maggiore gravità, che in passato hanno caratterizzato il comportamento di alcuni Magistrati salernitani, nonché di verificare se c’erano estremi di reato, determinati anche dall’interesse nel favorire “i poteri forti” delle Grandi Società e non soltanto quello della Pubblica Amministrazione, per i quali sono stati accusati alcuni Magistrati salernitani, uno di questi è attualmente agli arresti domiciliari. “Dulcis in fundo”, ha presentato in data 06/06/2022 l’opposizione alla richiesta della Procura di archiviazione. Ha allegato copia dell’esposto nei confronti del Sostituto Procuratore della Repubblica e P.M. Dott.ssa Maria Benincasa, unitamente ad un articolo nel quale si racconta di truffe telefoniche dei Gestori Telefonici come Vodafon e Wind, con gli arresti di alcuni truffatori, dal quale si evince l’operato della Procura della Repubblica di Milano, dove non possono sorgere dubbi sulla loro straordinaria funzionalità ed infine sei foto di alcuni messaggi telefonici della parte offesa, per dimostrare ulteriormente la reiterazione delle truffe dei due Grandi Gestori telefonici indisturbati nell’indifferenza dell’Autorità Giudiziaria salernitana.
Il Presidente dell’Associazione
Amici di Totò…a prescindere ! – Onlus
e della Fondazione Amici di Totò
…a prescindere ! e Vice Presidente
della Fondazione Duilio Paoluzzi,
il P. Avv. Alberto De Marco