LA COSTIERA AMALFITANA VA LIBERATA, NON CASTIGATA

 

da Alfonso Malangone

(resp. prov. Ali per la Città)

La splendida Amalfi, sede in questi giorni della storica regata tra le quattro repubbliche marinare

SALERNO – Ha fatto molto discutere la sentenza del TAR favorevole al decreto Anas per la circolazione sulla SS163. Non tutti si sono detti d’accordo sulle targhe alterne, i sensi unici e diversi altri obblighi che, in particolare nella stagione estiva, dal 15 Giugno al 30 Settembre, costringeranno soprattutto i visitatori a stare attenti alla data, al giorno e all’ora, alla targa, al senso di marcia, alla regola e alla deroga, con un calendario in mano e un certificato di residenza in tasca. In verità, non sarà facile far rispettare disposizioni, neppure condivise da tutti i Comuni (salvo errore), che rischiano di trasformare la SS163 in un ‘salsicciotto’. Intanto, la Costiera già soffre, non conoscendo stagioni, con ingorghi ‘bestiali’ di auto, polveri, rumori e disagi. Sono situazioni ‘ordinarie’ che avrebbero dovuto indurre, già da qualche decennio, a individuare soluzioni a tutela della vita e della salute, prima ancora che dell’ambiente, del decoro e della dignità dei luoghi. Senza dimenticare il negativo contributo apportato da immagini nelle quali l’‘ammuina’ è una presenza costante non negoziabile.

La mobilità è la ‘madre di tutti i problemi’ della Costiera. Ma, è anche la ‘madre di parecchie ipocrisie’. Perché, sono in tanti i sostenitori della ‘filosofia’ secondo la quale ‘tutto si deve cambiare, ma nulla deve davvero cambiare’. Forse, Tancredi di Donnafugata aveva frequentato i luoghi.

Un tratto della strada costiera a picco sul mare di cobalto

Molti residenti, infatti, sono tuttora convinti della necessità di favorire in ogni modo l’afflusso dei visitatori ed apprezzano, per questo, le proposte ‘fantasiose’ di menti ‘prive di fantasia’ che invitano a trapanare e piallare aree con equilibri delicatissimi per realizzare opere milionarie buone a risolvere i problemi di chi investe, non della Comunità. Le prospettate gallerie di Maiori e Amalfi ne sono esempi. Eppure, dovrebbe essere ben noto che favorire la mobilità farebbe crescere i flussi in entrata secondo un perverso circuito di causa ed effetto. In sostanza, salvo realizzare un’autostrada da Vietri a Positano, come incredibilmente pure chiesto, ogni intervento in una strettoia porterebbe comunque i veicoli ad incastrarsi in una delle tante successive. Le aggressioni a luoghi-simbolo dell’ambiente, della storia e delle tradizioni, come la Valle dei Mulini, renderebbero quindi più critiche situazioni già critiche. Sarebbero davvero pericolose ed inutili.

In attesa di ‘agevolare’, è stata avanzata la proposta, formalmente corretta, di ‘castigare’ con un’unica ZTL Chissà, se sono tutti d’accordo. Si sa, però, che nella confusione generale è più facile creare un ordine particolare. Tuttavia, la sua realizzazione è molto problematica poiché, oltre a modifiche da apportare al Codice della Strada, la vastità dell’area e la quantità dei veicoli da controllare impone modalità di applicazione davvero complicate e vincoli sicuramente poco graditi ai viaggiatori. Non solo. Viene anche diffusa la visione di un territorio a ‘libertà limitata’ che all’opposto, regalando sconfinate sensazioni di libertà, dovrebbe garantire a chiunque, innanzitutto a chi ci vive, il diritto alla mobilità sia pure con modalità rispettose dell’ambiente e delle nuove esigenze energetiche. Non è difficile. Altrove è stato già fatto badando a contare le persone, non le auto, e anche trasformando i volumi di traffico in una opportunità di crescita economica.

Questo richiede, anzitutto, la visione condivisa del problema nella piena convinzione di vivere in un unico ‘bene comune’, non in tante ‘repubbliche marinare’, ciascuna gelosa dei propri interessi, e di dover assumere provvedimenti idonei a soddisfare le esigenze generali, dell’area, e quelle particolari, dei singoli centri. Quindi, preso atto che lo sviluppo ‘in orizzontale’ dell’unica via di comunicazione costituisce un limite assoluto, come lo sono le dimensioni della carreggiata, le curve, le gallerie e gli attraversamenti cittadini, dovrebbe essere sviluppato un sistema di entrate/uscite ‘in verticale’ attraverso le quattro linee nascenti dai varchi di Sorrento, Agerola, Chiunzi e Vietri S/Mare da trasformare in vere ‘porte di ingresso’ alla Costiera. In ciascun varco, piattaforme di ‘interscambio’ dovrebbero consentire ai viaggatori in arrivo con autobus e auto, se prive di prenotazione in aree di sosta, di essere trasbordati su mezzi pubblici ibridi, agili e veloci (‘le Barchette’), per il trasporto, in circolarità continua, verso le località marine. Intorno ai parcheggi, custoditi e dotati dei necessari servizi, potrebbero essere realizzate strutture ricettive e di ristorazione con la concreta possibilità di divenire zone di futura espansione residenziale, produttiva e turistica. Tra le cittadine, in basso, il movimento dei visitatori dovrebbe essere assicurato con altre navette veloci, sempre in circolarità e con biglietto giornaliero, ovvero con bici, veicoli elettrici in ‘car sharing’ e con taxi. La SS163 diverrebbe, così, la via di comunicazione ad utilizzo libero per i residenti, il trasporto pubblico di linea, il traffico commerciale, di soccorso e di assistenza. Questa diversa modalità di ‘vivere la Costiera’ dovrebbe essere accompagnata da ulteriori provvedimenti e, tra essi: utilizzo di vetture ibride/elettriche; limiti dimensionali degli automezzi; biglietteria unica mare-terra-albergo-parcheggio; aree di sosta prenotabili e con scontrini parlanti; unico portale web interattivo per prenotazioni e servizi. E altri ancora. Così, oltre a offrire una immagine davvero ‘verde’ di libertà, crescerebbero le occasioni di lavoro e gli investimenti, anche nei centri a monte, mentre, in luogo dei 200milioni stanziati, si dice, per le gallerie (ma sarebbero molti di più), si potrebbero destinare somme certamente più modeste alle aree di interscambio e utilizzare l’esubero per la sostituzione dei mezzi obsoleti, l’infrastruttura tecnologica e la digitalizzazione dei servizi.

La strada costiera che baipassa il mitico "fiordo di Furore", bellezza quasi unica al mondo

Integrare la storia del passato con la modernità del futuro è un dovere da rispettare nell’interesse delle future generazioni. Perché la Costiera non è una ricchezza per chi ci vive, lo è per l’intera umanità. E’ un luogo unico, incredibile, che merita di essere vissuto ‘in punta di piedi’ nei suoi percorsi tortuosi, sinuosi, imprevedibili e, talora, anche ostili, con impegno, pazienza e passione. Per questo, ai tanti visitatori dovrebbe essere rivolto un unico invito: ‘venite pure a piedi, in giro per l’universo vi portiamo noi’. Non ci sono molti luoghi, dove questo è possibile. La Costiera è unica, e tale dovrebbe rimanere.

Questo è solo il contributo di chi la tiene nel cuore. Forse, chi la vuole gestire diversamente, non l’ama davvero.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 04/06/2022

 

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