da Salvatore Memoli
Ai piedi del Forte la Carnale, con il mare come scenario multicolore e la Piscina Comunale del 1958, la Salerno che cresceva, vedeva sorgere una nuova Chiesa, per volontà dell’Arcivescovo Moscato, con suo decreto del 2 aprile 1961.
La fantasia popolare si é lasciata andare a tante suggestive definizioni di questo nuovo manufatto. Dall’Opera di Sidney ad un hangar, poi c’é chi dice che la copertura di questa chiesa richiama una carena capovolta di una grande imbarcazione. Tra le Chiese cittadine é quella più vicina al mare, ne sente i suoi ritmi, regolari o incontrollati, i suoi colori ed i suoi profumi. Non a tutti piace l’architettura di questa chiesa nata in un periodo in cui si esaltavano le forme libere, postmoderne. Come una carena a cielo aperto, trasmette un grande senso di protezione, di accoglienza, di riparo. Le sue dimensioni sono rilevanti, si staglia in un angolo della città, di cui ha occupato orgogliosamente la scena, l’ha condizionato e l’ha definito, come luogo d’incontro, assemblea di fedeli, comunità salernitana in crescita ed in cammino, verso nuovi obiettivi urbanistici e di Fede.
Bella, con le sue vetrate armoniose, i suoi ingressi che guardano il mare, i suoi tramonti e le sue albe incantevoli, di quelli che mozzano il fiato.
É un altro pezzo di presenza di luoghi di culto salernitani voluti fortemente dal grande Arcivescovo calabrese. Dedicata a S. Maria ad Martyres, fu consacrata il 17 aprile 1970 dall’Arcivescovo Gaetano Pollio. Sin dalla sua erezione canonica, l’Arcivescovo aveva stabilito di affidarla ai Padri Minimi (dell’Ordine dei Minimi) di S. Francesco di Paola. Si disse che l’Arcivescovo aveva tenuto presente che il fondatore era suo corregionale. In realtà la storia dei Minimi é legata a Salerno, con lo stesso legame del Santo fondatore che più volte era passato e si era trattenuto a Salerno. Il santo taumaturgo era solitamente ospite di una nobile famiglia, Capograsso, nel suo palazzo, oggi palazzo Carrara. Fu proprio questa accoglienza a motivare S.Francesco ad avere a Salerno nel 1516 un suo Monastero con annessa Chiesa, nel Rione Fusandola, non lontano dalla chiesa dell’Annunziata, provvedendo egli stesso alla consacrazione degli ambienti. Figura centrale della piccola Comunità di Minimi a Salerno da molti anni é P. Francesco Carmelita, Parroco di S. Maria ad Martyres. Quest’anno ha festeggiato il XXV di Ordinazione Sacerdotale ed ha compiuto uno dei suoi viaggi missionari a Kinshasa, dove idealmente ha condotto i suoi parrocchiani che sostengono molte opere in quella terra.
A lui si deve la bella iniziativa del “carrello solidale” che impegna i commercianti e le famiglie della Parrocchia. Un carrello viene posizionato presso gli esercizi commerciali, dove tutti possono donare generi alimentari di prima necessità.
Il legame con Kishasa ha consentito di avere a Salerno un giovane che é stato ordinato sacerdote dal nostro nuovo Arcivescovo Bellandi. Evento che lega per sempre il Vescovo e l’ordinato Padre Cedrik, essendo il suo primo sacerdote ordinato.
La presenza del Convento e della Comunità dei Minimi a Torrione rinnova il legame con San Francesco di Paola. Il loro esempio e la loro regola di vita, rigorosa ed a tratti dura, permette di testimoniare un vivo insegnamento di Fede e di costruire una Chiesa viva che é cresciuta in questi decenni. La Parrocchia é giovane ma risente della storia pastorale delle Chiese che l’hanno generata, da cui il territorio parrocchiale é stato separato. Salerno ha una presenza a Torrione di una Chiesa che é cresciuta insieme al suo piano regolatore, di cui ha raccolto tutti gli stimoli di una presenza giovane, consistente e di forte legame con il resto della città. Con i suoi 10.000 abitanti, la Parrocchia ha tanto da dare e testimonia con i suoi laici impegnati, le associazioni e i movimenti presenti. L’attività pastorale risente di una storia antica e moderna di Fede della comunità salernitana, che la città e la Chiesa locale apprezzano ed incoraggiano.