da Antonio Cortese
Da anni negli States le targhe “Vanity” con un costo aggiuntivo permettono alla motorizzazione di fare cassa in modo intelligente. In pratica all’automobilista viene data e offerta la dignità e la possibilità di contribuire pagando e acquistando un autoveicolo autotargato con proprie lettere e numeri. In un mondo fatto di cifre e numeri indistinti tipici di una burocrazia già in voga e innescata dagli scribi egiziani migliaia di anni fa, la patria di Walt Disney ha rotto anche in questo settore la monotonia amministrativa, che in Italia é ancora barrata da troppi codici. Sulle strade a stelle e strisce é inoltre possibile circolare con targhe dette “speciality” con fantasie cromatiche differenti a seconda dello Stato di appartenenza. Per come sono vanitosi gli italiani, ma il discorso si può allargare all’intera Europa oramai, una tale iniziativa o idea sarebbe all’uopo. Mario Draghi infatti nella letterina di babbo natale dell’anno scorso già aveva promesso di eliminare definitivamente il bollo auto per salvare la faccia agli assicuratori che come altri piangevano miseria già prima dell’emergenza sanitaria. L’aumento del costo del pane e l’inflazione che interessa l’euro anche per concause occupazionali e galleggiamento del Pil di questi ultimi due mesi, è la prova delle previsioni del premier economista fatte appena al proprio insediamento. Dal 1999 l’identificazione di provenienza del capoluogo sulle targhe é stata sostituita per vari motivi, uno dei quali la squallida esigenza di dover placare la violenza delle tifoserie nei pressi degli stadi, laddove molti dei quali erano o sono ancora delle palafitte adibite ad arene sportive. Poiché questa sanatoria delle appartenenze campanilistiche sembra ormai assodata, anche perché il progresso nel fare gli italiani ha fatto qualche passo in avanti per buona pace di Mazzini e Garibaldi e Cavour e per non farli rivoltare in loculo, regalare questo piccolo sogno americano avrebbe risvolti positivi e darebbe entusiasmo all’economia nostrana. Il pagamento delle tasse, data la molteplicità, é correlato ad un aspetto psicologico che é la soddisfazione del cliente. Quando questa risulta negativa, gli italiani cominciano a parlare con accezione negativa di “accise”; poiché il trend psicologico ovviamente di questi tempi non é poi tanto felice, basterebbe applicare un minimo di marketing elementare perché nei fatti si sa che si pagano tasse su ogni prodotto, e di quelle su molti articoli di consumo non si lamenta nessuno al momento di comprare una birra o una bevanda gassata. Infine personalizzando la propria targa ci si autocandiderebbe ad automobilista modello e più responsabile. Club storici come l’Aci , concludendo, risorgerebbero a mò di fenice.