da Michele D’Alessio
Torna a far parlare e a far discutere la costituzione del “Comune Unico del Vallo di Diano” che nel 2000, (22 anni fa) ha preso il posto del sogno e proposta di Gerardo Ritorto ed Enrico Quaranta della “Citta Vallo di Diano”. Venerdi sera 20 maggio 2022, alle ore 20,00 presso la Sala Riunione del Consorzio Centro Sportivo Meridionale Bacino SA 3 di San Rufo(SA) si è tenuto un l’incontro/dibattito sull’istituzione del Comune Unico Vallo di Diano (ex progetto Città Vallo di Diano). Il meeting è stato coordinato e moderato dal Prof. Sergio Perongini, Ordinario di Diritto amministrativo Università di Salerno ed ha visto la presenza di ben quattro consiglieri regionali che hanno firmato la recente proposta di Legge 06 Aprile 2022 per la istituzione del comune città Vallo di Diano collegata alle precedenti degli anni 1999 – 2013 – 2014 – 2016: Michele Cammarano Presidente terza commissione speciale regionale Aree interne, dott. Tommaso Pellegrino Capogruppo regionale Italia Viva, dott. Andrea Volpe Questore alle finanze, consigliere regionale dott.Attilio Pierro Pres. Commissione Anticamorra e Beni confiscati della Regione Campania, dott. Vincenzo Santangelo Consigliere regionale, presente anche Carmelo Bufano Progetto comune città Vallo di Diano – 1° firmatario delle p.d.lg. 1999 – 2013. Come si è detto più volte durante l’incontro, davanti ad un pubblico variegato non solo di politici ma bensì anche di semplici cittadini << …La proposta nasce nella omogeneità territoriale, culturale e socio-economica del territorio di riferimento, strutturalmente e geograficamente idoneo al riconoscimento di un’unica identità giuridica. La nascita di un nuovo Comune si fonda nell’articolo 133, comma secondo della Costituzione, ai sensi del quale «la Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni». La proposta di legge si compone di 6 articoli, intende avviare l’iter finalizzato all’indizione del referendum consultivo delle popolazioni interessate dal progetto di fusione, consentendo al corpo elettorale di potersi esprimere rispetto all’adesione a un progetto che per oltre vent’anni ha coinvolto un numero sempre crescente di cittadini del territorio del Vallo di Diano.
Per la Regione Campania, (dove ci sono molte proposte di Istituzione di Comuni Unici) il procedimento legislativo per la fusione di comuni è regolato dalla legge regionale 29 ottobre 1974, n. 54, Norme sulla istituzione di nuovi Comuni e sul mutamento delle circoscrizioni territoriali dei Comuni della Regione. La sera ha visto numerosi interventi, oltre a quelli dei relatori, benché da posizioni politiche diverse, che confluiscono sull’utilità dell’unione dei comuni in un’unica realtà che potrebbe davvero essere un volano importante per l’intero territorio in difficolta sotto vari aspetti. Scarsa la presenza dei sindaci, rappresentata sola la quota dei Sindaci del SI, infatti erano presenti solo Rinaldi Giuseppe (Montesano) e Massimo Loviso (Polla). Per una maggiore partecipazione si spera nell’Audizione Regionale della Commissione, (da tenersi nella stessa sede) e vengano a spiegare i motivi della loro contrarietà i Sindaci del no. Soprattutto vengano a spiegare ai cittadini il perché impedire loro di esprimersi in un Referendum, alto strumento di democrazia. Il Movimento 5 Stelle, rappresentato da Michele Cammarano, è a favore della fusione di comuni ma solo nella misura in cui la popolazione possa esprimersi direttamente con specifico referendum e solo quando non ci sia una prevaricazione di un gruppo di comuni su un altro. Il consigliere, infatti sostiene che “… È un’iniziativa di fondamentale importanza per il territorio del Vallo di Diano. Lo Stato, infatti, finanzia le unioni di più Comuni. Lugano, intraprendendo questa strada, è diventata una capitale europea. Un’opportunità da non sprecare assolutamente. Il compito di noi consiglieri regionali è quello di mettere in condizione i cittadini di potersi esprimere liberamente con un referendum. Non conta quello che ognuno, singolarmente, possa pensare sull’idea, ma è nostro dovere affidare ai cittadini la scelta per il proprio futuro. La rappresentanza deve tornare ai cittadini”. L’unione dei 15 comuni valdianesi può costituire anche un potenziale argine ai fenomeni di declino demografico, sociale ed economico che interessano quest’area ormai da decenni: nell’arco del periodo compreso tra il 1971 e 2001, si è infatti registrato un decremento demografico pari al 4,3%, mentre nel decennio successivo (2001-2011) la decrescita della popolazione si è attestata al 2,8%. Il nascente Comune unico, sarebbe secondo a livello provinciale, solo a Salerno quanto a densità demografica; a ciò si aggiunge che la rete relazionale tra i Comuni risulta allo stato essere già ben consolidata, soprattutto in ragione del ruolo assunto nel corso degli anni dalla Comunità Montana Vallo di Diano, quale ente di riferimento proprio per la gestione in forma associata di funzioni e servizi e soggetto capofila per l’area pilota SNAI. L’area del futuro comune unico comprende numerosi zone di pregio naturalistico, come le Grotte di Pertosa, la Valle delle Orchidee, il monte Cervati e il fiume Tanagro, custodendo, inoltre alcuni importanti siti di interesse storico e culturale, fra cui la Certosa di San Lorenzo a Padula e il centro storico di Teggiano, riconosciuti come patrimonio dall’UNESCO.
Michele D’ALESSIO
Gli accorpamenti tra piccoli comuni, in effetti aprono molte opportunità di finanziamenti pubblici, risolvendo anche gli atavici problemi di smaltimento rifiuti, depurazione, traffico, trasporti pubblici, strutture sanitarie, scolastiche, ricreative, abitative ecc.
Spesso di fronte alle proposte di accorpamento dei piccoli comuni, la cittadinanza teme la perdita della propria identità, tuttavia un’idonea elaborazione della proposta, può garantire le tradizioni storico culturali di ognuno, offrendo anzi nuova linfa, a quei borghi disgregati e deboli, non in grado singolarmente di fronteggiare le impegnative esigenze gestionali, sempre più specialistiche.
Spesso di fronte alle proposte di accorpamento dei piccoli comuni, la cittadinanza teme la perdita della propria identità, tuttavia un’idonea elaborazione della proposta, può garantire le tradizioni storico culturali di ognuno, offrendo anzi nuova linfa, a quei borghi disgregati e deboli, non in grado singolarmente di fronteggiare le impegnative esigenze gestionali, sempre più specialistiche.