da Antonio Cortese (giornalista)
Le elezioni presidenziali francesi vedono in questi giorni cifre da sorpresa pasquale sul ring franco europeo. I due boxer sono il campione in carica Macron e uno sfidante dal sesso e dalla politica opposta e da anni opponente. Le penne dei galli della costa azzurra e del sud della Francia stanno spingendo dal basso fino a Parigi con una politica di destra che è più pura di ogni altro partito tradizionalmente bleu anche altrove. Implicitamente d’accordo e con l’appoggio delle resistenze monarchiche specie quelle che parlano inglese, il partito di Marìe, da venti anni ai minimi percentuali ma con grande influenza di opinione non solamente in Francia, sta arrivando all’esame di maturità dovendo stringere i guantoni per parare un sette per cento che lo divide dallo sfidante. In questo momento il partito di Le Pen é difatti in forte crescita perché i francesi, da sempre i più internazionalisti, ora sentono l’esigenza di un partito conservatore che non faccia perdere l’orientamento nello scenario delle proiezioni globali per il paese. Come direbbe Leibniz, il migliore dei socialismi possibili ereditato da Mitterand non é più concreto, oggi é un socialismo affumicato che si è appiccicato alle pareti dei salotti nostalgici e pertanto non rimane che dover scegliere da una parte il treno democristiano progressista del noto Emmanuel e dall’altra il movimento gallico crescente. E’ inutile sottolineare che le suffragette di antica memoria pur essendo tradizionalmente agli antipodi idealistici, avendo finalmente l’occasione per vedersi rappresentate da una quota rosa, certo mai come una Giovanna d’Arco, facilmente si butteranno a destra. Come per le penitenti cristiane, dopo Pasqua le francesi riempiranno le urne senza più alcuna traccia della cultura socialista del novecento anche perché resa stonata dal conflitto ucraino che sia da Putin che dai presunti innocenti bombardati nemmeno sa più di alcun sapore marxista.