Aldo Bianchini
SALERNO- Per capire meglio il presunto “caso Maffulli”, (il professore primario di Ortopedia e Traumatologia del Ruggi e direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, reo secondo alcuni allievi specializzandi di aver esercitato con troppa autorità il suo incarico costringendo gli allievi ritardatari sull’orario previsto per l’apertura quotidiana della scuola di specializzazione a flessioni e/o a pagare forzatamente il caffè, al fine di poter essere ammessi ai corsi. Una specie di stolcheraggio psico-fisico mascherato da una innocua consuetudine comportamentale radicata nei decenni) è necessario far passare nell’immaginario collettivo alcuni concetti fondamentali, che attengono la misura goliardica e/o punitiva che sia, nella giusta valutazione complessiva dei fatti.
Viviamo in un Paese libero e democratico e, quindi, ciò che per me va bene per un altro può andare diversamente; ovvero ci possono essere medici-allievi ai quali sta bene doversi genuflettere o pagare il caffe per coprire il ritardo nella presenza alle lezioni, ma ci può anche essere un medico-allievo che vede in quell’atto una sottomissione psico-fisica inaccettabile.
Da qui la successiva configurazione di quella che per il prof. Maffulli e altri è ritenuta una goliardata in una vera e propria imposizione coatta e, quindi, inammissibile e conseguentemente punibile.
La giusta misura, ovviamente, sta sempre nel mezzo; cioè nel saper valutare il soggetto a cui poter chiedere la genuflessione dal soggetto che scalpita di fronte ad uno stato di cose con contemplate da nessun regolamento scolastico.
Una sostanziale percentuale di sensibilità che ogni dirigente, ivi compreso il Maffulli, dovrebbe sempre avere nella gestione del suo incarico che da alcuni può essere anche scambiato come un esercizio troppo autoritaristico del potere.
Ecco perché, come avevo ampiamente anticipato, nel precedente articolo il “caso Maffulli” era destinato a sgonfiarsi rapidamente, a meno che non entri nelle grinfie della magistratura dove è possibile anche l’impossibile.
Fortunatamente i giornali hanno raddrizzato il tiro dopo i primi titoloni del primo momento ed hanno coscientemente riportato che in favore del prof. Maffulli si sono schierati, con nota scritta, ben tre tipologie di operatori sanitari “il personale del comparto UOC di Ortopedia, gli operatori della sala operatoria e i medici U.O.C. di OrtoTraumatologia” che da anni lavorano fianco a fianco con il noto professionista salernitano del quale hanno descritto le qualità professionali ed anche umane.
Anche questo giornale ha raccolto, dopo la pubblicazione del precedente articolo, un commento positivo e molto significativo, che spiega che cosa accade nelle aule universitarie e nelle scuole di specializzazione: “Buondì. Quando seguivo il corso di Scienza delle Costruzioni alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Salerno (anno 1990) gli studenti che arrivavano in ritardo attendevano fuori dalla porta ed entravano quando il prof. faceva il break. Altri tempi e altri studenti. E comunque non ci siamo mai sentiti vessati dal prof.!”; a scrivere è l’ingegnere salernitano Gioita Caiazzo che attualmente lavora alle dipendenze dell’Ente Provincia di Salerno.
Un caso veramente abnorme quello che sta coinvolgendo il prof. Maffulli, amante dello sport e delle Olimpiadi. Difatti nel 2012 nel Villaggio Olimpico di Londra c’era anche il prof. Nicola Maffulli con l’incarico di coordinare i servizi di chirurgia del piede e caviglia (una equipe di sei primari di ortopedia, che coprì le Olimpiadi e le Paraolimpiadi), e fu anche il Field of Play Doctor per una parte del torneo di Judo, e tutto il torneo di Lotta.
“”Da ragazzo – scrisse all’epoca Maffulli sul suo blog – volevo esserci come atleta, poi, come allenatore. Infine, come medico. Ed ora, eccoci qui. Un sogno che si realizza …””
Per la cronaca il prof. Nicola Maffulli è da annoverare tra quegli studiosi che dopo essere cresciuti all’estero sono rientrati in Italia. E prima di essere trasferito per chiamata diretta presso l’Ateneo salernitano aveva ricoperto il ruolo di “Centre Lead and Professor, Sports and Exercise Medicine” presso la Queen Mary University di Londra (GB) e “Consultant Trauma and Orthipedy Surgeon”.
E se tutto questo è poco per poter almeno riflettere un momento prima di sparare a zero, vuol dire che siamo tutti preda di una follia giustizialista.
Molto interessante. Da inviare al Rettore dell’Università che, appena ha saputo la vicenda, ne ha dato notizia alla Procura di Salerno.
Comunque, se si sdoganano le punizioni corporali, siamo pronti anche per le parate militari.
In caso di ritardo, ci sono differenze tra essere lasciati fuori dall’aula ed essere obbligati a fare le flessioni/piegamenti.
Ma io non le spiego tali differenze. Se non le capisce da solo, credo che abbia qualche difficoltà.
Ho conosciuto tempo fa il prof. Maffulli e gli riconosco eccellenti qualità umane e professionali. Prima di accusarlo i ricorrenti avrebbero dovuto pensarci molto bene; non si può infangare gratuitamente un uomo di quello spessore.
Ho letto l’articolo ed anche i due commenti che mi hanno indotto prendere parte questo dibattito che, se già di per se molto interessante, lo diventa ancora di più alla luce del post di Massimo Minerva. Una posizione, quella di Minerva, che non ho capito pienamente. Aspetto precisazioni.
Sono un medico e devo riconoscere che su questo giornale vengono trattati sempre temi di grande rilevanza collettiva. Conosco il prof. Maffulli e l’ho giudicato sempre un grande professionista, sinceramente queste accuse mi stupiscono e mi riempiono di tristezza. Non conosco Massimo Minerva, ma so che è un medico-anestesista in pensione ed attuale presidente dell’Associazione Liberi Specializzandi che si batte da tempo per i diritti, appunto, degli specializzandi; l’associazione che ha denunciato le presunte pressioni sugli specializzandi dell’Università di Salerno.. Mi astengo da qualsiasi commento e dico solo che se esiste un’associazione nazionale a tutela dei diritti degli specializzandi vuol dire che nel Paese un problema c’è. Sicuramente questo problema nn tocca in nessun modo il prof. Maffulli.