da Giuseppe Amorelli
(avvocato – scrittore)
Gianni Rodari,ci lasciò il 14.04.1980, non è stato solo uno “scrittore per l’infanzia” ma anche poeta e giornalista.
Figura di spicco nel novecento letterario. Seppe attuare con diligenza uno dei precetti cardine di Gaetano Filangieri, che nella sua Scienza della Legislazione nel libro IV dedicato a ” Dei vantaggi e della necessità di una pubblica ‘Educazione” sosteneva che :”per formare un popolo occorre una pubblica educazione altrimenti non ci saranno dei cittadini , una educazione improntata sui fatti piuttosto che i detti, l’esempio piuttosto che i precetti. “L’uomo nasce nella ignoranza e non nell’errore. E’ proprio nell’età della curiosità e della imperfezione della ragione è ordinariamente l’epoca di questo fatale acquisto. Se le orecchie del fanciullo si rendono inaccessibili all’errore, la verità troverà lo spazio libero e vi penetrerà senza stento.”
Una delle sue poesie più significative ed incredibilmente attuale.
“La parola piangere”
Un giorno tutti saremo felici.
Le lacrime, chi le ricorderà?
I bimbi scoveranno
nei vecchi libri”
la parola “piangere”
e alla maestra in coro chiederanno:
“Signora, che vuol dire?
Non si riesce a capire”.
Sarà la maestra,
una bianca vecchia
con gli occhiali d’oro,
e dirà loro:
“Così e così”.
I bimbi lì per lì
non capiranno.
A casa, ci scommetto,
con una cipolla a fette
proveranno e riproveranno
a piangere per dispetto
e ci faranno un sacco di risate…
E un giorno tutti in fila,
andranno a visitare
il Museo delle lacrime:
io li vedo, leggeri e felici,
i fiori che ritrovano le radici.
Il Museo non sarà tanto triste:
non bisogna spaventare i bambini.
E poi, le lacrime di ieri
non faranno più male:
è diventato dolce il loro sale.
E la vecchia maestra narrerà:
“Le lacrime di una mamma senza pane…
le lacrime di un vecchio senza fuoco…
le lacrime di un operaio senza lavoro…
le lacrime di un negro frustato
perchè aveva la pelle scura…”
“E lui non disse nulla?”
“Ebbe paura?”
“Pianse una sola volta ma giurò:
una seconda volta
non piangerò”.
I bimbi di domani
rivedranno le lacrime
dei bimbi di ieri:
del bimbo scalzo,
del bimbo affamato,
del bimbo indifeso,
del bimbo offeso, colpito, umiliato…
Infine la maestra narrerà:
“Un giorno queste lacrime
diventarono un fiume travolgente,
lavarono la terra
da continente a continente,
si abbatterono come una cascata:
così, così la gioia fu conquistata”.
“La luna di Kiev”, Una filastrocca per l’infanzia , anch’essa attualissima e che è anche un appello all’unione e alla solidarietà tra gli uomini:
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.
Il plesso scolastico, del mio paese, San Severino di Centola, è intitolato a Gianni Rodari. Vorrei che si potesse aggiungere, accanto al suo nome, anche un suo pensiero, che è anche un auspicio:
“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo,.”
L’ ho conosciuto. Ero nel Vallo di Diano.