SALA CONSILINA – Dalla lettura del documento “NO al Petrolio” redatto e diffuso dai Sindaci del Vallo di Diano, dopo l’incontro tenutosi alla Comunità Montana lo scorso giovedì, nasce forte l’esigenza di fare delle precisazioni. Gli amministratori del nostro Vallo di Diano, che per lo più sono gli stessi amministratori di 15 anni fa, continuano a portare avanti, a spada tratta, la loro convinzione a non voler, in alcun modo, consentire l’eventuale verifica dell’esistenza del petrolio nel Vallo di Diano. “Lo fanno – afferma il Presidente dell’AIV Valentino Di Brizzi – elencando una serie di iniziative, poste in essere nel Vallo di Diano per favorire lo sviluppo del territorio. Ci parlano di Progetto Leader (che mi pare fino ad ora ha solo proceduto alla costituzione del GAL e alla nomina dell’ennesimo Consiglio di Amministrazione), del Patto Territoriale (che, come abbiamo già detto non ha poi dato i frutti sperati, almeno in termini di aziende esistenti che effettivamente hanno creato occupazione) e così via, dimenticando che il territorio che ci consegnano in questi anni è lo stesso, se non peggiore, rispetto a quello di 15 anni fa. La realtà –continua Di Brizzi- è che nessuna programmazione costruttiva e duratura è stata attuata nella nostra terra, e se oggi stiamo a lamentarci e a valutare un’opportunità che 15 anni fa ci venne negata definendola uno scempio, è perché i nostri politici fino ad oggi ci hanno raccontato solo favole. Condivido – va avanti Di Brizzi – le preoccupazioni di Catiello Gallo, che con la sua azienda rappresenta un valore aggiunto in termini di qualità per il prodotto del ns. territorio, ma mi sento di essere ugualmente preoccupato. Preoccupato del fatto che, a mio avviso, il nostro territorio ha già una serie di problemi di inquinamento da risolvere. Per di più, se pure decidessimo di non autorizzare le estrazioni, queste potrebbero tranquillamente essere effettuate nel territorio della Basilicata, a pochi chilometri di distanza. Che cosa succederebbe, infatti, se le estrazioni del petrolio, anziché essere autorizzate da noi e da noi controllate, avvenissero a pochi chilometri da Montesano S/M nel primo Comune confinante lucano???? Avremmo o no le stesse ripercussioni ambientali??? Non sarebbe allora il caso di fare in modo che, se estrazioni ci devono essere, siamo noi che viviamo in questa terra ad indicare in che punti le stesse possano essere effettuate? E poi, anziché pronunciarci definitivamente e precipitosamente per un NO
magari comodo politicamente, non sarebbe meglio batterci affinché se autorizzazione deve essere concessa, questa possa avvenire solo con l’impegno inderogabile che la gran parte dei vantaggi economici, comprese le royalties, rimangano al Vallo di Diano e non finiscano quasi tutte nelle mani della Regione che le assorbirebbe, ovviamente, a favore dei soliti problemi di Napoli?? Credo – sottolinea Di Brizzi – che siano tante ed altre le valutazioni da fare, e che riempirci la bocca di eventuali problemi legati alla salute dei cittadini e all’impatto ambientale serva solo a diffondere uno slogan a cui, però, la gente ormai non crede più. Se ai nostri Sindaci fosse stata davvero a cuore la nostra salute forse, nei quindici anni trascorsi dall’ultimo NO al petrolio, avrebbero potuto porre in essere attività volte a comprendere perché il Vallo di Diano, ormai da molto tempo e senza estrazioni di petrolio, risulta essere una delle terre più afflitte dalle malattie tumurali. I Sindaci hanno affermato di esprimere la volontà del territorio. Io da molto tempo e soprattutto in questi giorni, mi sono trovato a dialogare con tante persone che la pensano diversamente. Credo –evidenzia il Presidente dell’Associazione Imprenditori Vallo di Diano – che se come me altri autorevoli esponenti del mondo economico (come il Direttore della BCC Monte Pruno di Roscigno e Laurino – Dott. Michele Albanese – e il Direttore della BCC di Buonabitacolo – Dott. Angelo De Luca) hanno sottolineato la necessità di “dover riflettere” prima di escludere questa opportunità, è perché il termometro dell’economia del Vallo di Diano è ormai rosso e difficilmente potremmo attendere altri 15 anni per dare una svolta concreta e costruttiva alla nostra economia. Ci tengo, infine, a precisare che anche il sottoscritto vive con la propria famiglia nel Vallo di Diano, e le preoccupazioni dell’amico Catiello Gallo sono le stesse che colpiscono tutti noi. Ritengo, però, che invece di continuare a farci raccontare favole, dobbiamo essere protagonisti del nostro destino e, di conseguenza, dobbiamo essere noi a controllare e decidere cosa deve e può essere fatto nella nostra comunità! Continuo quindi a ribadire che è necessario confrontarci con tutti gli abitanti del Vallo di Diano, illustrando loro non solo l’opinione dei nostri Sindaci, ma anche quello che per 15 anni non siamo riusciti a fare e che difficilmente sarà fatto nei prossimi 15”.