da Pietro Cusati
Si vota per i referendum abrogativi il 12 giugno 2022 , ma “solo” per i cinque quesiti ammessi dalla Corte Costituzionale sul tema della giustizia, insieme alle elezioni comunali 2022.Incandidabilità dopo la condanna , il referendum chiede di abrogare la parte della Legge Severino che prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali nel caso di condanna per reati gravi. Separazione delle carriere ,il quesito del referendum chiede lo stop delle cosiddette “porte girevoli”, impedendo al magistrato durante la sua carriera la possibilità di passare dal ruolo di giudice (che appunto giudica in un procedimento) a quello di pubblico ministero (coordina le indagini e sostiene la parte accusatoria) e viceversa.Riforma Csm – si chiede che non ci sia più l’obbligo di un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura. Custodia cautelare durante le indagini – si chiede di togliere la “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo. Valutazione degli avvocati sui magistrati , il quesito chiede che gli avvocati, parte di Consigli giudiziari, possano votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità. A differenza di un referendum costituzionale confermativo, per un quesito abrogativo è previsto il quorum perché l’esito delle urne sia valido: per i 5 referendum sulla giustizia per cui sono previste le votazioni il 12 giugno 2022 dovrà esprimersi almeno il 50% più uno degli elettori. Sotto la soglia del 50% più uno, i risultati dei referendum saranno nulli e non ci saranno cambiamenti alle leggi. Ai cittadini saranno consegnate 5 schede, con su scritti i quesiti, e basterà tracciare una X sul “Sì” (per chiedere di abrogare e annullare una legge o una parte di essa) o sul “No” (perché resti tutto come adesso), ma gli elettori avranno la possibilità di rifiutare una o più schede, per non essere conteggiati in quella determinata consultazione e non influire sul relativo quorum.