Aldo Bianchini
SALERNO – “Adesso l’Arechi è davvero uno spettacolo, qui si divertirebbe anche chi non sopporta il calcio”, queste le parole famose pronunciate da Maurizio Compagnoni nel corso della telecronaca del derby di Serie B tra Avellino e Salernitana del 6 settembre 2015.
Non sapeva il bravo Compagnoni, anche perché nessuno glielo aveva detto, che proprio nel ventre dell’Arechi, lo stadio che lui esaltava, si annidavano da sempre problemi di natura igienica non solo nelle intercapedini dello stadio ma anche, se non soprattutto, nei locali dei punti ristoro fin dal momento della sua inaugurazione avvenuta nel settembre del1990.
E qui ritorna la solita solfa delle progettazioni spocchiose e tendenti all’ottimizzazione dell’immagine esteriore senza badare più di tanto ai contenuti che nello sport si estrinsecano soprattutto negli spazi dedicati agli spogliatoi, alle sale stampa, ed ai punti ristori.
E’ anche vero che spesso i punti ristoro dell’Arechi sono stati gestiti da loschi figuri o da prestanomi dei predetti loschi figuri, ma è anche vero che la possibilità offerta dagli angusti spazi all’organizzazione igienicamente perfetta è stata sempre molto ridotta; perché in tanti pensano, maldestramente, che un punto ristoro che viene aperto una volta a settimana può tranquillamente adattarsi a spazi ridotti, semmai invasi dai ratti e da tutte le schifezze maleodoranti possibili. E chi gestisce quei punti, scrivono i NAS, ritiene anche di poter fare a meno della sicurezza per gli addetti che spesso lavorano in nero.
Non frequento l’Arechi da molti anni e se l’apparenza estetica dello stadio come diceva Compagnoni, è talmente buona d far incantare qualsiasi tipologia di pubblico, è altrettanto vero che gli spazi dedicati ai punti ristori sono rimasti sempre gli stessi.
Di questa situazione credo ne abbia preso atto, e da tempo, anche il prof. Aniello Salzano che da sindaco di Salerno e da politico in generale può a giusta ragione essere considerato il “papà dell’Arechi” che volle tenacemente contro ogni tentativo contrario.
E allora perché ha sorpreso la notizia che “”Nel corso della partita di campionato di serie “A” Salernitana – Milan che si è svolta sabato sera, i carabinieri del Nas. di Salerno, unitamente al personale del Comando Provinciale di Salerno e della locale Compagnia, coadiuvati da tecnici della prevenzione della locale ASL – U.O.S.D. Prevenzione Collettiva, hanno controllato quattro punti di ristoro ubicati nello stadio “Arechi”, per verificare l’ottemperanza delle prescrizioni impartite durante l’attività ispettiva svolta il 21 novembre 2021, durante la quale erano emerse diffuse carenze igieniche e strutturali. Dall’ispezione eseguita è emerso che la ditta appaltatrice del servizio non aveva ottemperato a tutte le prescrizioni oggetto di diffida. Persistendo gravi carenze strutturali e accertata la mancanza di alcuni requisiti minimi, come l’assenza di bagni (tra l’altro in pessime condizioni igieniche) a uso esclusivo degli addetti alla somministrazione di cibi e bevande, l’Autorità sanitaria ha disposto l’immediata sospensione dell’attività. Sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per l’omesso utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte di un lavoratore. Per le violazioni correlate alla mancata osservanza della diffida sono stati interessati i competenti uffici Regionali per la quantificazione dell’importo delle sanzioni amministrative (che potranno arrivare fino un massimo di circa 25.000,00 euro). Il valore complessivo dei provvedimenti adottati è stimato in oltre 200.000,00 euro””.
Ecco perché mi sento in grado di dire che il sequestro dei punti ristoro dell’Arechi è un sequestro da ridere; non per denigrare la giusta azione dei NAS ma per sottolineare che l’azione andava fatta (anche se qualche volta è stata solo abbozzata) per tempo e tanto tempo fa per restituire alla tifoseria salernitana la pulizia e l’igiene che sicuramente merita.