SANITA’: e se al Ruggi tutto funzionasse perfettamente ?

 

Aldo Bianchini

La cittadella sanitaria di Salerno

SALERNO – In  calce all’articolo pubblicato da questo giornale il 16 febbraio 2022 con il titolo “Sanità: polemiche al Ruggi per l’assunzione di 11 assistenti amministrativi” un’assidua lettrice, di nome Milena, ha postato il seguente commento: “”A prescindere che un amministrativo dovrebbe <saper far di conti> ed aver conoscenza del <commerciale>, nel caso di un 0spedale, avere intuito e preparazione nel campo specifico, per poter gestire con <scienza e coscienza> degli acquisti e scelte che determinano il buon andamento dell’azienda. Vogliamo parlare dell’acquisto (direttore Bianchini, se vuole controlli questa notizia!) dell’acquisto, dicevo, da parte del nostro ospedale, di respiratori, non utilizzabili, a causa di un attacco elettrico, non idoneo al nostro sistema, e che ora, come le sedie con le ruote, giacciono inutilizzati!!!??? Ah, quel 18 politico, quanti danni ha fatto!!!Con la stima di sempre””.

Innanzitutto un grazie sentito a Milena (che conosco e per questo è stato pubblicato il commento) per la puntualità con cui segue questo giornale e per il fatto di avere posto, in poche righe, numerosi problemi che incombono sulla nostra sanità pubblica, ma anche su quella privata.

Comincio con il rispondere alla domanda posta nel titolo di oggi “e se al Ruggi tutto funzionasse perfettamente ?”; se fosse davvero così immediatamente pregherei Mons. Gerardo Pierro di ribattezzarmi o, nel peggiore dei casi, smetterei di fare il giornalista per passione (non l’ho mai fatto per soldi); ma così non è né a Salerno, né a Napoli, né a Milano e neppure a Boston (noto per essere uno degli ospedali più funzionanti al mondo.

Partendo poi dalla fine del commento (Ah, quel 18 politico) devo riconoscere a Milena una capacità di analisi e di comunicazione fuori dal normale; si, cara Milena, hai ragione da vendere, purtroppo quel diciotto politico voluto spregiudicatamente dalla sinistra ha rovinato l’Italia perché ha portato sulla cresta dell’onda tantissimi personaggi niente affatto studiosi e culturalmente preparati ma soltanto portatori del verbo della sinistra utilizzato come un dogma: politici, magistrati, docenti, dirigenti pubblici, ma anche semplici dipendenti dello Stato; tutti con il naso all’insù per quel benedetto 18 politico che ha, ripeto, rovinato il Paese. Da qui, in quell’articolo, la mia affermazione “per non correre il rischio di dover assumere un soggetto soltanto perché laureato che semmai scrive “Salerno e d’intorni” mettendo l’apostrofo tra la “d” e la “i”. Ed è successo””.

Un'immagine emblematica dell'ing. De Benedetti

Per quanto riguarda gli acquisti “fuori sacco” non posso dare di nuovo ragione a Milena; purtroppo quello degli acquisti (cioè le forniture) è un problema storico del settore pubblico nazionale e neppure la “centrale unica” ha evitato i disastri raccontati da Milena. Posso soltanto aggiungere che negli 70 quando la pubblica amministrazione (mi referisco all’Inail ed all’Inps) incominciarono ad avviare la prima fase della meccanizzazione venivano acquistate per centinaia di milioni di lire, se non miliardi, tutte macchine operatrici già da tempo obsolete e che essendo rimaste sul groppone ad azienda come la Olivetti, tutta la scorta ormai superata venne appioppata allo Stato ed agli Enti pubblici. Una partita di macchinari che nella sua gran parte non è stata mai utilizzata a dovere.

Solo per la cronaca è sufficiente ricordare le tante inchieste giudiziarie a carico di Carlo de Benedetti (oggi 87enne), ma l’ingegnere aveva fondato il “Gruppo Espresso” e, soprattutto, La Repubblica che è stata sempre nelle mani della sinistra. Punto.

 

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