da Dr. Alberto Di Muria
Padula-Non sempre curarsi fa bene, e non si parla soltanto di terapie farmacologiche assunte a sproposito, oppure interrotte o modificate in maniera arbitraria e inappropriata, ma anche dei farmaci di automedicazione o del fai-da-te. I problemi legati all’assunzione dei farmaci rappresentano un’importante causa di morbilità e mortalità, e costituiscono un notevole onere per le risorse sanitarie. Un recente studio ha fornito dati sul tasso di reazioni avverse direttamente correlate all’automedicazione.
Lo studio, della durata di otto settimane, condotto nelle Unità operative di Pronto soccorso di undici ospedali universitari francesi, ha incluso tutti i pazienti che, accedendo al Pronto soccorso e rispondendo a un questionario, rientravano in una delle seguenti categorie: assunzione di farmaci senza prescrizione; modificazione arbitraria della terapia farmacologica; interruzione arbitraria della terapia farmacologica.
Tra i farmaci implicati nell’automedicazione, erano più spesso coinvolti i SOP o gli OTC, cioè quelli a libera vendita e che non prevedono l’obbligo della prescrizione medica. Le reazioni avverse legate a SOP e OTC riguardavano l’1% di tutti i soggetti che hanno dichiarato di assumere questo tipo di medicine. La giovane età e l’appartenenza del farmaco al gruppo terapeutico del Sistema Nervoso Centrale sono risultati fattori associati alle reazioni avverse collegate all’automedicazione. Gli psicolettici e gli analgesici, infatti, sono stati i gruppi terapeutici maggiormente coinvolti.
È confortante il risultato dello studio secondo cui il tasso di reazioni avverse legate all’automedicazione è relativamente basso. Tuttavia, i dati emersi da questa ricerca mostrano che il rischio di reazioni avverse, talvolta anche gravi e con ospedalizzazione, dovrebbe essere ben pesato rispetto ai benefici che si potrebbero trarre dall’automedicazione. I SOP e gli OTC, infatti, sono farmaci utili, facilmente accessibili a tutti i cittadini e rappresentano importanti strumenti immediatamente disponibili. Il loro consumo è scarsamente controllabile anche perché la pubblicità e le operazioni di marketing messe in atto dalle aziende farmaceutiche “aggrediscono” i consumatori, aumentando notevolmente l’appetibilità dei farmaci che sono vendibili senza controllo del medico, ma la cui assunzione comporta comunque dei rischi anche di interazione con altri farmaci, cibi e bevande. Un uso incontrollato di queste categorie di farmaci aumenta il rischio di reazioni avverse.
Da qui l’importanza della figura del farmacista che deve assistere il proprio cliente nella scelta del presidio più opportuno per soddisfare le sue esigenze e che meglio si inserisca nella sua storia clinica.