Enzo Fasano, il collega, l’amico e il politico

 

Avv. Salvatore Memoli (giornalista-scrittore)

Il compianto on. prof. Enzo Fasano con il suo grande amico on. Maurizio Gasparri

Ancor prima di essere un Parlamentare sempre eletto e capace di portare nelle Aule Parlamentari le istanze dei nostri territori del salernitano, il prof. Vincenzo Fasano era stato un attivo Consigliere Comunale di Salerno. In questa veste l’ho incontrato nel Palazzo di città, Consigliere Comunale, eletto nelle liste del MSI. Tra noi fu subito amicizia. Sedevo nella parte più a destra del Gruppo della DC mentre Enzo sedeva accanto a me alternandosi con i suoi colleghi ed amici Nino Colucci, Pippo Falvella e Vincenzo De Masi. Di lui respiravo la forte idealità della gioventù di destra, il suo legame al partito, la passione politica di un gruppo di minoranza che, ancor prima dello sdoganamento della destra italiana, riscuoteva nella città, nel Consiglio Comunale e tra noi colleghi un profondo rispetto umano, politico e professionale. Abbiamo trascorso tante ore insieme durante i Consigli Comunali e le riunioni delle varie Commissioni. C’era il tempo di scambiare idee su tanti interessi comuni e sui nostri mondi sociali di provenienza. Mi stupiva quanto conoscesse le nostre associazioni cattoliche, le nostre Parrocchie e tanti amici comuni tra i sacerdoti di Salerno. Si divideva tra l’impegno politico e quello professionale di docente nelle scuole di Stato. Aveva un carattere mite, buono, disponibile, le sue battaglie politiche erano inflessibili, coerenti ed incisive. Si muoveva con grande disinvoltura nel palazzo e sapeva fare sintesi della sua azione politica e dei suoi obiettivi amministrativi. Era amico di tutti ma sapeva cogliere le sfumature delle persone, sapendo valorizzare gli obiettivi ed i valori comuni, andando al di là dei recinti politici. Raccolsi qualche perplessità nelle sue valutazioni quando la DC, in modo improvvido, fece convergere i suoi voti su due esponenti del MSI, Colucci e Demasi, nella scelta degli Assessori di Giordano, all’indomani di quel pasticcio politico salernitano che mise la DC all’opposizione. Enzo Fasano non stimava il governo di alcune Forze politiche del cd arco costituzionale, inclusa la DC e per questo non era incline a contaminare l’intonsa estraneità del MSI con scelte di amministrazione, per giunta uscite da una fase confusionaria. Più tardi si è trovato, con la sua coerenza, ad affrontare le competizioni Parlamentari, raccogliendo consensi ed adesioni anche al di fuori del suo partito. Il tutto era una risposta alla persona, alla limpidezza delle sue idee ed alla bonomìa delle sue relazioni umane. Fui sollecitato a convergere su di lui, su quel mondo politico che andava organizzando Silvio Berlusconi, da Vincenzo Giordano, con motivazioni ineccepibili e chiare, in segno di rottura con una sinistra che aveva azzerato DC e PSI e che meritava un voto anti De Luca. Non seguii il consiglio autorevole e ne fui criticato amabilmente, con l’assicurazione che me ne sarei pentito! Enzo Fasano aveva con me frequenti rapporti di confronto e di amicizia. Veniva a trovarmi al PRA, all’Azienda del Gas, a Salerno Solidale ed in Banca. L’ho visto crescere in una realtà politica di centro destra assumendo il vertice ed il coordinamento delle competizioni elettorali per le quali tante volte ci siamo confrontati. Il mio ricordo vivissimo si ferma ai tantissimi momenti di confronto durante l’ultima competizione elettorale comunale di Salerno. Ci sentivamo quasi tutti i giorni, comunicandoci sensazioni e prospettive, aveva una visione pragmatica, seguiva tutto, anche le sfumature. Seppe allinearsi alle mie scelte, difficili e poco condivise, su fatti che riguardavano le composizione delle liste, avendo fatto insieme scelta comune Forza Italia, UDC e Nuovo PSI per una lista unitaria. Mi ritornano le sue telefonate, i suoi apprezzamenti, i suoi inviti a costruire percorsi comuni nell’immediato futuro. Fino a pochi giorni fa ci siamo sentiti e parlato ed io non ho mai mancato di fargli sentire la profondità di parole di Fede sentite e sincere che gradiva. Parlavamo per sua scelta della subdola malattia che lo insidiava, tormentandolo. Era sereno, sebbene nelle sue parole traspariva un non imminente traguardo respinto ma ineluttabilmente accettato, nella convinzione di aver fatto tanto e bene, rispondendo a tutti i doveri di cittadino, marito, padre, amico, leader politico, epigono di una grande squadra di amici locali e romani, tra tutti Gasparri ed i suoi colleghi, con i quali si apprestava ancora una volta a dare il suo voto per la scelta del prossimo Presidente della Repubblica. Salerno piange un suo degno figlio e tutta la politica nazionale e locale ricorda il suo stile garbato, concreto, affidabile di grande Uomo delle Istituzioni. Resta il dolore di una privazione di un amico di lungo corso ma questo vuoto, presto, sarà pieno di ricordi e memorie di una lunga vita vissuta per gli altri e per le nostre Istituzioni.

 

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