da Dr. Alberto Di Muria
Un antistaminico è un farmaco che ha l’effetto di contrastare l’azione dell’istamina, agendo sui suoi recettori specifici. I recettori per l’istamina sono di quattro differenti tipologie. I recettori H1 sono presenti prevalentemente a livello delle vie respiratorie e la stimolazione porta a contrazione della muscolatura liscia bronchiale, vasodilatazione, aumento della permeabilità capillare, cioè tutte le reazioni che portano ai sintomi tipici delle affezioni allergiche dell’apparato respiratorio.
Gli antistaminici H1 sono utilizzati nel trattamento di varie reazioni di ipersensibilità. In particolare sono i farmaci più prescritti nei bambini dopo gli antibiotici ed i farmaci respiratori essendo frequentemente utilizzati per alleviare i sintomi di rinite allergiche e orticarie.
Gli antistaminici H1 sono suddivisi per generazioni. Quelli di seconda generazione sono caratterizzati da una maggiore selettività verso il recettore H1 e pertanto presentano una minore frequenza ed intensità di effetti collaterali a carico del SNC. Infatti gli antistaminici, in particolar modo quelli di prima generazione, hanno effetti centrali che causano sonnolenza, stanchezza, incremento di appetito, peggioramento delle funzioni cognitive. La sedazione indotta dagli antistaminici è stata utilizzata anche a scopo terapeutico, ma è stato dimostrato che altera i ritmi circadiani e diminuisce la fase di sonno REM, nella quale si verificano prevalentemente i sogni, non consentendo, così un sonno riposante. Inoltre i livelli di capacità di concentrazione, di apprendimento e di memoria sono significativamente inferiori nei bambini trattati con antistaminici di prima generazione, mentre questo non si verifica con quelli di seconda generazione.
Alcuni antistaminici possono causare un significativo prolungamento del tratto QT all’elettrocardiogramma, provocando aritmie anche importanti. Considerando questo rischio, va posta particolare attenzione nella somministrazione contemporanea di altri farmaci che causano, anche loro, il prolungamento del tratto QT, come, per esempio, i macrolidi. Inoltre occorre prestare particolare attenzione al dosaggio utilizzato in età pediatrica. Gli effetti più gravi da sovradosaggio sono importanti alterazioni della conduzione e del ritmo cardiaco e convulsioni a cui possono seguire, a dosaggi superiori, il coma e il decesso. In particolare, la formulazione per adulti non va utilizzata nei bambini sotto l’anno d’età perché sono state segnalate reazioni avverse gravi.
In conclusione si può dire che l’uso degli antistaminici nei bambini deve essere condizionato a un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio e della tollerabilità al trattamento da parte del bambino.