SLERNO – Una nuova stretta di mano per sancire un’alleanza che sembrava ormai irraggiungibile. E’ accaduto giorni fa a Roma sotto la spinta energica del commissario regionale e già ministro della giustizia Nitto Palma, con l’assistenza del vice coordinatore provinciale e vice presidente della provincia Antonio Iannone. E’ mancata la benedizione del papa, o meglio del capo supremo Silvio Berlusconi, ma non c’è stata neppure quella più modesta e moderata di Angelino Alfano. Sarà vera alleanza? Difficile rispondere alla classica domanda delle 100 pistole. Come sempre la cronaca dei mesi che verranno ci dirà la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Parlo dei due personaggi più in vista del Popolo della Libertà della provincia di Salerno: Mara Carfagna e Edmondo Cirielli. I due da qualche anno se le stavano suonando di santa ragione, e più di loro due se le stavano suonando le rispettive truppe cammellate che fino a qualche ora fa sembravano sulla tolda di una “santa barbara” piena di dinamite e palle di cannone. Gli uni al comando di un “plotone di esecuzione” contro la Carfagna ed i suoi adepti. Gli altri in fuga ed alla ricerca di possibili rifugi. Se davvero oggi la politica è cambiata rispetto al passato, se davvero oggi la politica è molto personalizzata, se davvero oggi non esistono più le correnti interne, come faranno i due responsabili del partito a livello provinciale a stringere la mano e ad abbracciare colei che hanno letteralmente crocifisso (e non a torto!!) sull’altare di una dedizione assoluta al “capo supremo” dell’intera provincia di Salerno, come faranno i due a convincere i vari responsabili sul territorio che la guerra è finita e che d’ora in poi bisognerà convivere con i nemici più acerrimi, come faranno a convincere i vari desaparecidos che d’ora in poi dovranno rinunciare a qualcosina per lasciarla agli avversari interni. Oltretutto comincia ad affacciarsi all’orizzonte la cugina omonima dell’ex ministro che in fatto di strategie politiche probabilmente ne sa molto meno della più blasonata parente. Sinceramente non so dare neppure una risposta alle tante domande, sono lontano mille miglia da simili incoerenti realtà. Qualcuno dirà che sono cose che appartengono alla politica, ma io continuerò a ritenerle brutalmente squallide. Ma come fa lo stesso Cirielli ad accettare la pace in nome di una “santa alleanza” senza che l’avversario sia, almeno apparentemente, andata a Canossa. Un atto di riverenza, un atto di genuflessione la Carfagna doveva pur farlo dopo gli irreparabili guasti arrecati all’intero schieramento del centro-destra salernitano e non solo al Popolo della Libertà, dopo le sue non celate accondiscendenze nei riguardi del sindaco Vincenzo De Luca, dopo la sua campagna elettorale contro la candidata a sindaco della città Anna Ferrazzano. Invece niente, tutto apparentemente finito, tutto apparentemente dimenticato, tutto scaraventato nell’oblio dei ricordi, insomma quasi come se niente fosse successo in questi ultimi anni. E adesso arriva la mazzata del tesseramento che come una mannaia cala sul capo di entrambi. Cifre e numeri da capogiro che a Salerno e in provincia non si erano mai visti: 3000 tessere a Salerno, 2300 a Cava, 6900 nell’Agro sono cose che non accadevano neppure quando i santoni della DC andavano a copiare le generalità dei morti nei cimiteri per tradurli in tessere. La Guardia di Finanza sembra aver accerchiato il partito di Berlusconi e di Alfano in sede nazionale,ma il “caso Salerno” rimane un caso a se stante. Il PD salernitano passa al contrattacco e per bocca di Francesco Dinacci (responsabile organizzativo regionale) chiede di “rendere pubblici e consultabili gli elenchi degli iscritti”. Inaudito, qualcuno spieghi a Dinacci che gli conviene zittire, perché dagli elenchi del PD molto probabilmente potrebbero venir fuori cose ancora più gravi. Cosa accadrà, o meglio cosa potrebbe accadere? Potrà accadere che presto si apriranno altre fratture all’interno del PdL in provincia di Salerno, ci sarà presumibilmente una fuga verso altri lidi, il partito si spezzerà in tanti altri tronconi e la stretta di mano davanti a Nitto Palma sarà ricordata come il momento del de profundis di quello che, per breve tempo, è stato il maggior partito in tutta la provincia di Salerno. Per buona pace di tutti e, soprattutto, per la felicità di Vincenzo De Luca che già se la ride sull’altra sponda e aspetta, come quel vecchio cinese, i cadaveri dei nemici. Non per farne scempio, De Luca non è così sciocco, ma per dimostrare a tutti che qui da noi, a Salerno e in provincia, comanda sempre e soltanto lui. Tanto gli avversari, veri o presunti che siano, fanno a gara tra di loro per ratificarlo e certificarlo.
direttore: Aldo Bianchini
Semplicemente BRAVO!