Aldo Bianchini
SALERNO – Il problema dell’alta velocità che sulla terra e nel nostro Paese è, al momento, soltanto di natura ferroviaria, nell’immensità dello spazio assume una connotazione del tutto particolare che va a scontrarsi fortemente con i principi della fisica spaziale dettati dal mitico Albert Einstein diversi decenni fa.
La velocità della luce, secondo Einstein è di circa 299.792.458 m/s (cioè di circa 300mila chilometri al secondo), inimmaginabile per noi piccoli abitanti di un pianeta forse sconosciuto già nella nostra galassia, figurarsi tra le decine di miliardi di galassie esistenti nell’universo.
Ma la velocità è, come diceva lo scienziato di cui prima alla base di ogni conquista spaziale e di ogni progresso concreto per l’umanità; un concetto che si racchiude benissimo nella studiata e storica frase di Neil Armstrong “Questo è un piccolo passo per [un] uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità”.
Subito dopo quella frase che coronava l’antico sogno dell’uomo di andare sulla Luna l’umanità si rese conto che le proprie cognizioni scientifiche e le risorse tecniche possedute non le consentivano neppure di pianificare un viaggio sul pianeta Marte, per raggiungere il quale ci vorrebbero oltre sei mesi di viaggio con i vettori attuali che viaggiano a circa 30mila chilometri all’ora.
Ed allora cosa fare ? Bando alla costruzione di stazioni spaziali e/o di escursioni dell’uomo nello spazio ridotto intorno alla Terra, ecco arrivare il vero grande balzo per l’umanità che è stato ricompreso in due semplici denominazioni: “Arianne” il vettore, e “Webb” il gigantesco telescopio intitolato all’uomo quasi sconosciuto ma di grande efficienza nella Nasa per la conquista della Luna: “James Webb”.
Arianne ha il compito di portare il telescopio Webb (dal peso di 6.500 tonnellate, smontato in migliaia di pezzi) a circa 1milione e 500mila chilometri dalla Terra (per avere un’idea basta pensare che Marte dista circa 55milioni di chilometri); in quella posizione con appositi comandi da terra ilo telescopio si autoassemblerà da solo attraverso oltre trecento distinte operazioni complesse, per dispiegare i suoi 6,5 metri di apertura alare con 18 pannelli esagonali portatori, ognuno, di una speciale missione (al momento tutte segrete). Il tutto dovrebbe avvenire entro la fine di questo mese di gennaio (la spedizione è partita il giorno di Natale del 2021 dalla base di lancio di Kourou nella Guyana francese). Una volta completate le operazioni di autoassemblaggio, il vettore Arianne, prima di perdersi nello spazio, deve dare la spinta necessaria al telescopio Webb per lanciarlo nelle profondità inesplorate dello spazio infinito.
Da quel momento inizieranno le operazioni della missione di Webb: Dureranno 6 mesi, poi comincerà a guardare il cielo, e lo farà, a meno di sgradite sorprese, per almeno 5 anni, finché non avrà dato fondo a tutte le riserve di fluido per governare le correzioni di rotta così da penetrare, con orbite ellittiche, le oscure profondità dell’universo fino a perdersi definitivamente.
Cosa studierà? Cercherà di trovare risposte ad alcuni grandi quesiti dell’astrofisica e della cosmologia per tracciare la nascita degli elementi chimici e la formazione delle grandi strutture materiali, fino alle sorgenti vicine (per modo di dire !!) e debolissime dove si spera possa annidarsi la vita extraterrestre. Potremmo davvero imparare cose incredibili e impensabili per la nostra civiltà attuale.
Se tutto va bene, quindi, a distanza di 52 anni dalla conquista della Luna potrà iniziare per l’umanità la vera “era spaziale” con immense ricadute positive per tutti noi esseri mortali.