dr. Pietro Cusati (giornalista)
Roma,26 dicembre 2021. La Giustizia è amministrata in nome del popolo Italiano. L’importanza del compito di ciascun operatore nell’amministrazione della Giustizia,la Guardasigilli Marta Cartabia, ha voluto ricordare il primo incontro in Via Arenula , di contatto diretto con i dipendenti del ministero della giustizia, le prescrizioni anticontagio avevano imposto le modalità da remoto. Questo tempo è ancora segnato dalla pandemia, che sta crescendo e sta testando nuove preoccupazioni:“Sono stati mesi intensi, impegnati in primo luogo ad assicurare la continuità dei servizi giudiziari, nonostante l’enorme difficoltà”. Eppure, in questi dieci mesi “abbiamo anche aperto un enorme cantiere di investimenti, interventi, progetti, riforme, per migliorare il servizio della Giustizia”.Un momento storico nel quale “stiamo tutti condividendo una straordinaria occasione per trasformare la Giustizia, da punto di debolezza del nostro Paese, in uno dei suoi asset principali”. Il servizio della Giustizia è diretto a persone in carne ed ossa, singole vite reali: “Ci sono dei volti, come quelli dei tanti cittadini che sto incontrando qui o nel mio viaggio in Italia, ci sono le madri di Genova, ci sono i familiari delle vittime del 2 agosto di Bologna; ci sono le vedove della strage di San Marco in Lamis, nel foggiano. C’è il professore di Napoli, che chiede di tornare ad insegnare dopo un’assoluzione arrivata a 20 anni di distanza e ci sono gli imprenditori di Palermo che lottano contro il racket. E c’è poi quell’anziana madre, che volli chiamare dopo aver ricevuto la sua lettera in cui denunciava i problemi logistici che tenevano bloccato il processo per la morte del figlio in un incidente sul lavoro. Troppe volte continuano a ripetersi: una piaga e un dramma inaccettabile”. Il docente alla facoltà di agraria, uno dei più importanti esperti europei del settore lattiero caseario, arrestato nel 2001 ,con accuse gravi,lo scienziato è stato assolto dopo 20 anni,perché il fatto non sussiste,tra i casi citati dal ministro Marta Cartabia di ingiusta detenzione. Il caso è stato raccontato da Stefano Zurlo nel suo «libro nero delle ingiuste detenzioni»,il Professore aveva rinunciato alla prescrizione. Il difensore si accinge a chiedere allo Stato il risarcimento per l’ingiusta detenzione, una cifra simbolica, ovviamente, ma al tempo stesso il riconoscimento che quei mesi di vita cancellata furono un errore giudiziario. Troppe le vittime di malagiustizia che vengono triturati dal sistema ed è stata distrutto la vita ,chi ha dovuto affrontare un giudice fallimentare senza sapere perché, chi è stato portato in carcere per reati mai commessi, chi s’è trovato il decreto di sequestro preventivo sulla casa. Choc destinato a perpetuarsi nel tempo: riavere la fedina penale immacolata può richiedere decenni. Mentre la vittima invischiata in un’oscura vicenda giudiziaria viene trascinata in basso, spesso i risarcimenti restano un miraggio.«Assolto perché il fatto non sussiste», non ci sarà quasi mai sul banco degli imputati l’autore o gli autori dell’errore.