Prof. Nicola Femminella (scrittore)
IL 17 novembre ho partecipato ad una iniziativa che, secondo me, è degna di essere portata a conoscenza di coloro ai quali sta a cuore l’unità dei comprensori, che fanno parte del Cilento. Non sta a me formulare giudizi a riguardo del suo contenuto, che sarà valutato, quando esso ne darà ampia prova sul campo, poiché nel suo ambito perimetrale sarò coinvolto come interprete attivo, nella veste di esperto di lettura strumentale.
Trattasi di un progetto voluto dal presidente della Commissione per le aree interne, on. Michele Cammarano, ispirato dai dati negativi sulla lettura, che le rilevazioni OCSE Pisa del 2018 hanno accertato nelle prestazioni fornite dagli studenti quindicenni della Campania, per le quali i nostri ragazzi sono stati confinati all’ultimo posto, messi in relazione con quelli di tutte le regioni italiane. Ne ho parlato diffusamente in un articolo precedente, pubblicato su questa testata. L’iniziativa, accolta favorevolmente dall’on. Lucia Fortini, assessora regionale della Campania per Scuola-Politiche Sociali-Politiche Giovanili, coinvolge i quattro comprensori del Cilento ed è strutturata nel seguente modo:
1) stabilito un campione di 200 alunni della classe V della scuola primaria, tratto dagli istituti di Roccadaspide, Sala Consilina, Sapri, Vallo della Lucania e scuole viciniori, si procederà alla rilevazione e misurazione della loro competenza nel leggere un testo scritto di vita vissuta e privo di difficoltà lessicali, per verificare i tempi impiegati e gli errori che i ragazzi compiono nella lettura delle parole. Il campione è idoneo per ottenere le giuste proiezioni sul fenomeno presente nei quattro comprensori e fornirà i dati per una prima analisi della sua entità e delle cause che lo determinano;
2) Il secondo modulo propone un corso di aggiornamento, riguardante le iniziative e le linee metodologiche da utilizzare, per eliminare il deficit riscontrato con la rilevazione di cui sopra, al quale potranno partecipare tutti i docenti della scuola dell’obbligo, gravitanti intorno alle quattro sedi stabilite;
3) al termine ci sarà un ritorno agli alunni compresi nel campione, per verificare il livello di uscita, ottenuto dopo l’intervento dei loro insegnanti in affiancamento con gli esperti/tutor, rispetto all’obiettivo fissato (eliminazione o diminuzione del deficit).
È un progetto pilota in Italia e sarà presentato alla stampa, a Napoli, alla presenza dell’on. Fortini. Spero che dia i risultati ipotizzati, perché gli alunni possano proseguire gli studi più agevolmente, liberati dalle pastoie di una competenza strumentale non acquisita. Saper leggere, saper comprendere un testo scritto è condizione essenziale e insostituibile, per accedere ai saperi e per poter svolgere una miriade di mansioni sul lavoro con un riscontro maggiore di positività. Oggi più di ieri, con le giovani generazioni destinate a inserirsi in un universo occupazionale sempre più globale e regolato da competenze al massimo grado.
Se questa prima iniziativa sarà corredata dal successo e giudicata utile, potrà essere messa a regime e ulteriormente diffusa, per diventare negli anni un sostegno adeguato per tutti i docenti e gli alunni dell’intero Cilento.
Quanto detto vale per introdurre il corollario che, a parer mio, porta con sé. Penso che valga la pena citarlo, per porlo all’attenzione di quanti leggeranno queste note. Interessa soprattutto coloro che amministrano gli enti, ai quali sono affidate le attribuzioni istituzionali, volte a promuovere la crescita culturale e sociale delle nostre comunità.
I tre sindaci delle località coinvolte, Gabriele Iuliano per Roccadaspide, capofila che curerà la comunicazione e gli atti burocratici, Francesco Cavallone sindaco di Sala Consilina, Giovanni Gentile sindaco di Sapri e l’assessora del comune di Vallo della Lucania Iolanda Molinaro, si sono trovati in video conferenza a discutere del progetto, invitati dal presidente Cammarano, il quale ha introdotto il tema, illustrando l’importanza dell’iniziativa e le modalità di attuazione. Io stesso ho aggiunto altri particolari, per evidenziare la sua valenza sociale e chiarire le procedure da seguire, per raggiungere gli obiettivi previsti. I partecipanti hanno posto domande sull’organizzazione delle fasi attuative del percorso in predicato, non facendo mancare preziosi suggerimenti ed elementi migliorativi riguardanti alcuni aspetti particolari delle singole scuole. Al termine, hanno aderito, convinti e di buon grado, all’iniziativa che sicuramente, mi sento di poter affermare, migliorerà il profitto scolastico degli studenti e la loro condizione giovanile. La circostanza ha dimostrato in concreto l’opportunità per gli amministratori di sedersi intorno a un tavolo, per lavorare su una problematica comune, presente sui loro territori, che può nuocere non poco alla dotazione culturale dei giovani, se trascurata e non presa in considerazione, a fronte di organismi internazionali che ne danno notizia (nel nostro caso l’OCSE). Fra l’altro, l’argomento, sempre additato dagli insegnanti e registrato dagli indicatori usati dall’INVALSI per i suoi monitoraggi nelle scuole, non riceve, nella maggioranza dei casi, utili rimedi, poiché l’opera dei docenti di ogni ordine e grado di scuola è oberata da molteplici adempimenti e dalla mancanza di conoscenze specifiche sulla lettura veloce. Queste ultime, è noto, gli studi universitari non le includono nei curricula formativi delle lauree che danno accesso all’insegnamento, né l’atto del reclutamento dei docenti e i corsi di formazione organizzati per loro, forniscono percorsi e modelli spendibili, per porli nelle condizioni di intervenire con successo sul deficit. È utile, quindi, che gli enti locali si facciano promotori di iniziative a sostegno e in collaborazione con le scuole, per affrontare situazioni emergenziali di primaria importanza per le comunità studentesche. E lo faranno certamente in maniera più agevole, creando delle reti capaci di produrre piani dinamici di grande livello e qualità, anche per raccogliere dati da comparare tra di loro con campioni di alunni diffusi su più territori, omogenei o diversi. Con queste modalità si potranno acquisire risultati validi e certi dal punto di vista scientifico. L’iniziativa, una volta portata a termine, offrirà anche l’occasione di esaminare una esperienza che, spero, possa dimostrare i benefici dell’agire in comunione di intenti e azioni tra i comprensori, affinché possano affrontare meglio emergenze e criticità di vario tipo, antiche e recenti.
Si rende così concreto l’assunto “uniti si è più forti”, che rimane un insieme di parole vuote, se non le si anima di iniziative e movimenti concreti. Il nostro Cilento ha una serie di ritardi atavici e occasioni mancate; alcuni si sono incancreniti, perché neppure se ne discute più. I Comuni, le Comunità Montane, i Gal, il Parco si sono spesso rinchiusi in un isolamento istituzionale, una sorta di monade, pensando di fare tutto e nel modo migliore, perpetrando il pensiero unico dell’autobastevolezza, che ha procurato muri e barriere, ritardi e fallimenti. Talvolta ho pensato che a portare intorno allo stesso tavolo i responsabili degli enti citati siano più i cinghiali e i danni che provocano, piuttosto che il futuro delle centinaia di giovani che partono per terre lontane.
Rivolgo il mio incoraggiamento a Cammarano a voler continuare la missione che si è data, derivante anche dal suo ruolo istituzionale, per spostare in avanti l’idea di aggregare in un unico laboratorio di ricerca e progettualità i territori del Cilento. Analogo invito rivolgo al sindaco di Paestum Franco Alfieri, deciso a costruire e a valorizzare un itinerario di siti archeologici a partire da Paestum verso le nostre aree interne, già nel calendario dell’on.Cammarano. Io spero che tale idea diventi una stella polare per tutti coloro che ancora credono nella politica e che rifulga soprattutto negli occhi dei giovani. Potrebbe segnare l’inizio di una inversione rispetto ai dolenti parametri occupazionali nei nostri borghi e riaccendere la luce nelle tante case abbandonate dai giovani, in cammino verso altre destinazioni.