da Antonio Cortese (giornalista)
La circolazione invernale dei veicoli in più di un’area di traffico regolare, con le piogge è facile si intasi maggiormente. Da anni vari appelli ecologisti suggerivano le targhe alternate quando le code si rendono insostenibili. Alcuni svincoli diventano veri e propri tappi che le stesse auto di vigilanza difficilmente riescono a sturare nonostante gli ultimi piani dell’assessorato competente. Inoltre scarseggia una segnaletica di flusso che agevoli percorsi alternativi o iter salva ingorghi. Ciò a danno degli automobilisti che snervati scaricano tale accumulo di un morbo moderno che veramente in poca evidenza hanno quasi mai fatto notare psicologi freudiani o della new age. Capita così che anche le persone più normali in apparenza, riversino tali nevrosi al posto di lavoro, dove si arriva quindi già esausti mentalmente, o peggio ancora a casa verso i parenti o i vicini. Si diventa di conseguenza poi, vulnerabili alle notizie quando siano anche minimamente bugiarde, specie se provengono dalla radio, la tivvù o internet. Sigmund Freud sarebbe impazzito egli stesso nelle code metropolitane che anche quando si liberano sono frustrate da semafori intermittenti. Lo psicologo sassone in questi blocchi “ a croce uncinata”, come spiegava il buon tassista all’ingegnere Bellavista, non sarebbe stato capace in tali situazioni di teorizzare le tanto seducenti teorie pan sessiste, né scovare nei propri pazienti o cavie umane deviazioni e patologie comportamentali delle crisi del ventesimo secolo. Oggi all’alba del ventunesimo la sindrome da traffichite acuta, parodizzata nel film palermitano di Benigni come una specie di terzo conflitto mondiale “che mette famigghia contro famigghia”, difficilmente é affrontata dagli psicologi come grave concausa dei problemi postmoderni. I vari Meluzzi, Morelli televisivi mica fanno mai notare questo problema e come casomai risolverlo, se non parlando oramai come lo zodiacante Paolo Fox? I politici poi ne parlano solamente in termini di inquinamento da debellare con leggi sulle emissioni che sono fortemente attuali in queste settimane al Cop26 di Glasgow. Speriamo dunque che l’urbanistica e i relativi piani anche nei comuni alle prese elettorali, o diversamente affaccendati, non sia mai data per cosa fatta.