Cooperative: Con tanti ragionevoli dubbi.

 
Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)

Avv. Salvatore Memoli

Tutte le volte che la magistratura avvia un’indagine, da parte di molti, compresi i delinquenti più conclamati, si dichiara la fiducia nella giustizia. Ma la fiducia  dovremmo averla in tutti coloro che rivestono un ruolo istituzionale, senza rimarcare una volontà di tirare per la giacca i giudici che lavorano. Personalmente non la penso così ed evito di riaffermare questa aspettativa, come un mantra, che limita la mia capacità di analizzare i fatti con assoluta imparzialità. Nell’azione giudiziaria che ha colpito il Comune di Salerno, il referente delle cooperative Fiorenzo Zoccola, molti componenti del sistema delle cooperative sociali, si è inserita un’aspettativa di veder battuta la prepotenza di chi crede di poter fare tutto e disporre di tutto. A me tutto quello che non risponde al merito degli atti di causa mi sembra eccessivo e non ritengo meriti particolare attenzione. In queste vicende giudiziarie ci sono sempre aspetti reconditi, si valutano sfumature secondarie anziché i fatti più importanti. A Salerno sembra che in tanti abbiano scoperchiato il vaso di Pandora, si siano accorti di cose nuove, di procedure incoerenti per l’affidamento di lavori pubblici. È stato tirato in ballo Fiorenzo Zoccola, gli si attribuiscono fatti e verità che sembrano cose nuove.  I fatti di cui avrebbe parlato Zoccola erano già noti, dentro e fuori dal palazzo. La commissione consiliare sulla trasparenza ne aveva parlato ed aveva approfondito. L’opposizione ne aveva più volte fatto richiamo. Zoccola, da quello che si sappia, non ha merito nell’avvio di un filone giudiziario, sollecitato da altri e per motivi non del tutto chiari. Noi rileviamo che per venire alla luce questo scandalo ha atteso circa cinque anni di lunghi atti istruttori  e che oggi  è  molto in ritardo su tutta la linea degli affidamenti alle cooperative. Lo dico con onestà, se fossi difensore di Zoccola avrei argomenti per difenderlo, a parte la sua logorroica abitudine di parlare a telefono di tutto, con una foga  che non consente di capire quando parla oggettivamente di fatti amministrativi patologici e quando il suo senso di giustizia personale lo mette nella condizione difensiva, attaccando con il carico! Fiorenzo Zoccola ha più meriti di quello che non si raccoglie, in questa fase processuale. Sembra normale che un imprenditore debba organizzarsi fino a tanto -border line- per sottolineare l’importanza delle gare di appalto al posto di semplici proroghe? A chi facevano comodo le proroghe, rispetto alla partecipazione ad un corretto bando di gara? Le cooperative di Zoccola avevano requisiti robusti per concorrere alle gare del Comune di Salerno. Di cosa temere? Tutti quelli che seguono la vicenda giudiziaria aspettano che si faccia il nome di De Luca, come responsabile di qualcosa. Procedere così è veramente devastante. Se ci fosse stato un coinvolgimento del Presidente De Luca, i magistrati che ci hanno messo la faccia non rischierebbero di perderla. La verità è che De Luca ha organizzato la sua guida politica come un moderno feudalesimo, della Contea di Salerno si occupano altri feudatari. Semmai ha commesso l’errore, nella recente corsa elettorale, di far predisporre le liste di candidati con un principio di competizione viscerale, fino all’ultimo voto, che inevitabilmente li ha indotti a scannarsi tra loro. La stessa decisione che avrebbe fatto il Vice Sindaco e l’Assessore chi avrebbe avuto più consensi, ha scatenato abbinamenti, sgambetti, risentimenti e rivalse, in piccoli e grandi personaggi. Questa competizione partiva svantaggiata per tanti motivi, dal Sindaco Napoli che non tirava, al protagonismo di epigoni del capo che si proiettavano come leader, come tanti piccoli De Luca, alla ricerca di accaparrare un consenso più degli altri e per contare di più. Una competizione elettorale che era partita sfilacciata perché chi aveva governato il territorio- Contea non aveva dato prova di autorevolezza, con l’ulteriore peculiarità, di mettere in competizione chi apparteneva a De Luca padre  e chi rispondeva al manipolo salernitano.  Zoccola aveva un ultimo rapporto con De Luca, sempre più lontano da Salerno e a quel che sembra non disposto a seguire tutto. La vicenda politica e la vicenda giudiziaria si riportano allo spaccato di una classe politica locale che  mira sempre più a sostituire il management vecchio, con propria organizzazione, propri uomini e propri equilibri. Fin qui non c’è niente di incomprensibile! Tutta la vicenda salernitana si muove sullo sfondo di una nuova legittimazione politica, la stessa che distribuisce gli incarichi, riconosce la fedeltà degli amici, scarta le persone dubbie o poco affidabili. Le chiacchiere non servono e nemmeno le poche cose rese pubbliche degli interrogatori. Sarei più interessato invece a leggere e capire tutte le dichiarazioni integrali rese ai giudici, per valutare quello che Zoccola intende effettivamente denunciare pubblicamente. Le cose fin qui lette non fanno ombra ai politici, a parte qualche provvedimento restrittivo per qualcuno di loro che non mi sembra una condanna a morte. Tutta la vicenda mi sembra che si fermi, da parte di Zoccola, ad una tutela delle cooperative rispetto ad un Comune che balla l’alligalli. Perché Zoccola riceve tanto ostruzionismo contro le sue cooperative che hanno anche tanti meriti nella gestione di servizi importanti del Comune? Zoccola lamentava un cambiamento di metodologia nelle procedure per l’affidamento dei lavori. Occorre quindi capire bene le sue preoccupazioni e quelle delle cooperative nonché la loro diffidenza verso la stazione appaltante, oltre alla differenza tra un affidamento in proroga, un affidamento di somma urgenza ed un bando di gara vinto. Per l’accesso al credito in banca questi profili sono determinanti e la situazione finanziaria di queste piccole imprese è veramente dura. L’ambiguità di qualcuno pesava molto sulla vita delle cooperative, benché  i loro meriti fossero molteplici. Basta andare nei parchi gestiti dalle cooperative e confrontare il costo degli affidamenti rispetto ad analoghi affidamenti, dati a società comunali. Meritoria è anche la garanzia del lavoro dato a tante persone.  La convenienza economica per il Comune dell’affidamento a cooperative e la qualità del servizio reso, sotto gli occhi di tutti, aveva sempre fatto la differenza. Se fossi giudice mi soffermerei sul ruolo del cerchio magico (su chi non sa fare un  “o” con il bicchiere), per capire se c’erano direttive che affaticavano il lavoro dei dirigenti comunali e se il cerchio magico condivideva le proroghe degli affidamenti. Ed in più è necessario sapere se  il cerchio magico aveva un’idea diversa di organizzare un modello di partecipazione agli affidamenti, se era nella loro volontà dare risposte politiche ad altri, se era giunto il momento di rivoltare come un calzino  gli equilibri preesistenti, fino a mettere qualcuno nella condizione di richiedere al grande vecchio di intervenire personalmente. Supposizioni suggestive che però danno l’idea che gli accusati potrebbero essere vittime e se ci sono cose da far sapere ai salernitani forse sarebbero di ben altro genere dei rapporti burocratici tra Comune e Cooperative. Altrimenti tutto sarà irrilevante!

 

 

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