Francesca Carmela Di Novella
Rievoca isole, mari delle Antille, storie di pirati, paesi Caraibici, vite avventurose, fumo di cannoni, scintillio di sciabole e solenni sbornie dei bucanieri.
Stiamo parlando del rum, l’acquavite dei Caraibi o in generale dell’America centromeridionale.
Uno dei più grandi estimatori di questo prodotto è stato Hemingway, giornalista e scrittore.
Una storia leggendaria lega il rum alla Royal Navy ed a un famosissimo personaggio del Mondo del mare: Horatio Nelson.
Infatti, si dice che il corpo dell’Ammiraglio ucciso a Trafalgar, venne conservato in una botte di rum per poterlo trasportare sino in Inghilterra al fine di rallentarne la decomposizione.
All’arrivo, la botte venne aperta scoprendo che in essa non vi era più rum. I marinai avevano forato il fondo della botte e bevuto tutto il rum in essa contenuto e con questo anche il sangue di Nelson.
Sappiate che, se vi capitasse di bere un bicchiere di Nelson’s Blood, questo è uno dei nomignoli del rum : “sangue di Nelson”, nome e colore rosso derivano proprio da questa leggenda.
Il rum non è originario di Cuba, ha origini Haitiane e della Repubblica Domenicana. Solo nel 1862 Cuba divenne patria d’adozione di tale prodotto grazie a Don Facundo Bacardi che, per trarre vantaggio dal proibizionismo degli Stati Uniti, aprì le prime distillerie, trasferite nella sede di Puerto Rico quando Fidel Castro assunse il potere, nazionalizzando l’industria del rum.
Il nome Rum (che i francesi scrivono rhum e gli ispano-americani ron) deriva da un termine dialettale “rumbullion” (tumulto) .
L’acquavite dei Caraibi deriva dalla canna da zucchero o più esattamente dalla distillazione e fermentazione alcolica del succo e dello sciroppo della melassa, il residuo non cristallizzabile che resta nel succo dopo l’estrazione dello zucchero.
E’ possibile scegliere fra le qualità bianco o ambrato, che eredita il colore dalla maturazione in barile, quest’ultima più pregiata e riconoscibile per la dicitura añejo, ed ha un sapore pieno e talvolta opulento nel retrogusto…
La Giamaica è invece la patria di rum saporiti come il Weddeburn o Plummer, prodotti con melassa fatta fermentare lentamente e con l’aggiunta del residuo di quella precedente.
Troviamo anche il Captain Morgan, Myers, Appleton, Le Mon Hart, dalla fermentazione lunga e spesso molto forti.
Il Barbancourt di Haiti e il Barcelò, Macorix o il Brugal domenicano, stanno a metà strada fra i cubani ed i giamaicani, mentre in Guadalupe troviamo Marie Galante.
Cuba con Havana Club, Varadero e Arechebala, poco invecchiati, che si distinguono in due tipi: il carta blanca, secco e chiaro, e il carta de oro, morbido e bruno.
In Martinica uno dei più celebrati, dal colore scuro e dall’aroma penetrante, è il Saint James, mentre particolare è il rhum agricolo millesimato J. Bally affinato in barriques.
Accostamento perfetto è quello con il cioccolato, ma molto dipende dal tipo di rum e dalla provenienza: Repubblica Dominicana, abbinamento ideale con il gianduia e il cioccolato al latte con nocciole. Cioccolato fondente per i rum cubani, cioccolato bianco o aromatizzato all’arancia per un rum caraibico.
E’ già arrivata la sera e la stanchezza si fa sentire…dopo cena rilassiamoci con un sottofondo musicale, un bicchiere di rum da condividere con un amico un quadratino di buon cioccolato da gustare, per un atmosfera magica, per raccontarsi, per ascoltare..!