scritto da Luigi Gravagnuolo il 28 Ottobre 2021 per GT-Gente e Territorio
Chiudiamo la breve disanima del voto amministrativo dell’election day di inizio ottobre, già avviata su queste colonne – C’è Andreotti dietro l’angolo – Gente e Territorio – e consideriamo ora più da vicino i Comuni campani coinvolti nei ballottaggi, otto in tutto.
Quattro sono della provincia di Napoli: Afragola, Melito, Vico Equense e Volla. Nei primi tre, a conclusione dello spoglio le distanze tra i competitori sono state minime, grosso modo il 51 contro il 49 per cento. Addirittura, a Vico Equense l’eletto Giuseppe Aiello l’ha spuntata col 50,88% contro il 49,12%, duecentodieci voti di distanza. In tutti e tre tali comuni i candidati vincenti sono stati sostenuti dai FdI col sostegno di liste civiche. I candidati sconfitti viceversa hanno avuto connotazioni politiche diverse. Se ad Afragola Gennaro Giustino è stato sostenuto da una coalizione di Forza Italia con liste civiche, a Melito Dominique Pellecchia è stata espressione dell’aggregazione tipica di Letta e Conte, cioè Pd+M5S, con l’aggiunta della lista Melito Libera, diretta diramazione di Vincenzo De Luca. A Vico Equense, infine, Maurizio Cinque è stato sostenuto dal solo M5S più civici.
Diverso il caso di Volla, dove il candidato del PD+M5S, Giuliano Di Costanzo, ha vinto con un sostanzioso 59% contro il civico puro Ivan Aprea.
Nelle province di Caserta e Benevento si è andati al ballottaggio nei due capoluoghi. Nella città della reggia ha conquistato la fascia tricolore l’uscente Carlo Marino, sostenuto da una coalizione PD+Centristi che escludeva il M5S, una formula che piace a De Luca. Il suo sfidante, Giampiero Zinzi, era viceversa espressione del centro destra unito.
Nel capoluogo sannita si è svolta la sfida giornalisticamente più intrigante. L’uscente Clemente Mastella è stato sostenuto da otto liste civiche più la lista di Forza Italia e la Sannio Libero, diretta diramazione deluchiana. A contrastarlo Luigi Perifano, storico esponente del PD, appoggiato dal suo partito e dal centrosinistra. Mastella è stato confermato sindaco col 53% dei voti e, ad urne calde, ha potuto ben dichiarare, contro il PD di Letta, che ‘ha vinto Benevento’, intendendo che non hanno vinto i partiti. Tutti gli osservatori hanno giustamente evidenziato come il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, non abbia avuto remore a disobbedire all’indirizzo del segretario del suo partito Enrico Letta per appoggiare Clemente Mastella insieme a Forza Italia.
Ci restano i due Comuni della provincia di Salerno. In entrambi, Battipaglia ed Eboli, le distanze tra i vincenti e i perdenti sono state rimarchevoli. A Battipaglia l’uscente Cecilia Francese ha ottenuto il 66% dei voti; Mario Conte ad Eboli il 59%. Vittorie indiscutibili, entrambe di candidati orgogliosamente civici, non sostenuti da alcun partito nazionale, sia di destra che di sinistra. In entrambi i comuni – tra loro confinanti e insistenti nella Valle del Sele – gli avversari dei sindaci civici eletti erano sostenuti dal Presidente De Luca e dal PD, che nel salernitano è tutt’uno col Presidente della Regione. Un segnale che – fossi nel Presidente – non sottovaluterei. In verità, girando per il territorio salernitano, si avverte un clima di insofferenza verso l’egemonia deluchiana. Il voto nella Valle del Sele lo ha certificato.
In sintesi, con l’unica eccezione di Volla, in nessun Comune dove si è andati al ballottaggio, e invero neanche in quelli in cui la contesa si era chiusa già al primo turno, i partiti nazionali hanno avuto la forza di vincere da soli. Indipendentemente dalla destra e dalla sinistra, tutti i maggiori partiti hanno preso atto del civismo, radicato e diffuso sul territorio. Ad esso hanno chiesto il supporto, senza del quale non avrebbero vinto. Per parte sua il civismo, frammentato in ogni singolo comune, afflitto da personalismi e da ambigui fenomeni infiltrativi, non si è dimostrato maturo al punto da poter sfidare i partiti in autonomia.
Così è stato dappertutto, tranne che a Benevento e nella Valle del Sele, dove ha trovato la sintesi su leader locali riconosciuti ed autorevoli. E qui non c’è stata partita.