Prof. Nicola Femminella
(docente – scrittore)
Riprendo e leggo per la seconda volta il Nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima: l’Emilia-Romagna unita per rilancio e sviluppo fondati su sostenibilità ambientale, economica e sociale, pubblicato il 15 dicembre 2020. A parer mio, è un documento di somma rilevanza per tutti coloro che auspicano una svolta a riguardo degli snodi inevitabili, che i tempi nuovi richiedono a chi guida le sorti e il futuro delle Regioni, dopo l’annebbiamento generale causato dal Covid 19, le difficoltà e i pericoli di vario genere per l’economia e l’ambiente.
Farebbero un passo giusto, per seguirne le tracce, chi detiene ruoli di grande responsabilità nella governance di enti e istituzioni di governo e chi occupa posizioni apicali nei molteplici settori dell’economia. Così come le organizzazioni sociali e l’opinione pubblica, perché il futuro appartiene a tutti, anche a coloro che si nascondono nel buio della grotta.
Non lasciamoci prendere dagli antagonismi deliranti e dalle cieche appartenenze che i talk show ci propinano per molte ore della giornata, a discettare sulla obbligatorietà o meno del Green Pass o sui veleni seminati da spin doctor con droghe e vizi inenarrabili negli armadi, né consumiamo inutilmente molte ore della giornata a scrivere messaggi inutili sui social. Rivolgiamo piuttosto lo sguardo verso le questioni vitali per il nostro vivere civile nella grade comunità dei popoli, alla luce dei nuovi palcoscenici che si delineano sull’orizzonte internazionale. Gli aeroporti accolgono masse di viaggiatori che si spostano nei continenti per concludere accordi, affari e scambi commerciali, determinando un nuovo volto per l’umanità, che evidenzia la necessità di una opinione pubblica più vigile e attenta ai cambiamenti.
Il nuovo Patto, adottato in Emilia-Romagna, è firmato da enti locali, sindacati e imprese di tutti i settori (industria, artigianato, commercio, cooperazione), dalle quattro università presenti nella Regione (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara, Parma), da Associazioni ambientaliste, dal Terzo settore e Volontariato, dalle Camere di Commercio e dalle Banche. Non manca l’Ufficio Scolastico Regionale. Sono 55 i firmatari, cementati dallo slogan “Il futuro lo costruiamo insieme” ripetuto dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini. È un Piano che enuncia dei principi fondamentali da cui partire e che pone un assunto prioritario e altamente fondativo: nessuno dev’essere escluso. Prosegue con il dettato della sostenibilità dell’ambiente, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2035 il 100% di energie rinnovabili e quelli sociali ed economici che mirano a creare un lavoro di qualità per tutti e a eliminare le disuguaglianze. Mira ad avvicinare le persone, le aree territoriali, le comunità che la pandemia ha ulteriormente allontanate. Prevede una sanità pronta a soddisfare i bisogni della salute con un welfare senza crepe, investimenti corposi sull’innovazione digitale e tecnologica, una scuola efficiente e sistemi di formazione mirati. Rivolge la giusta attenzione ai settori dell’economia, in special modo al turismo, al manufatturiero; caldeggia l’economia verde circolare, il commercio, senza trascurare l’agricoltura, né pensare di farne a meno. Non ignora la sicurezza del territorio, sovente soccombente rispetto ai temporali rabbiosi. E tutto ciò, si dichiara, è possibile, se si fonda una concreta collaborazione tra le istituzioni di ogni ordine e grado e coloro che hanno un ruolo decisionale nel macro sistema delle interazioni commerciali e dei rapporti sociali, senza trascurare la partecipazione democratica dei popoli e la ricerca di percorsi condivisi, perché ognuno, poi, compia la parte di lavoro che gli spetta e gli concede il ruolo che occupa nella società.
Il momento storico richiede questa assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni, perché vengano spese nel migliore dei modi gli ingenti finanziamenti del Next Generation EU, che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR[UW1] ), consegnata dall’Italia al Consiglio Europeo, vede come protagonisti assoluti le Regioni e le autonomie locali, senza trascurare i Fondi europei 2021-2027. Altri fondi sono quelli per progetti, frutto di bandi, emanati dallo Stato, oppure quelli derivanti dalle risorse regionali dei bilanci correnti. Si sono create condizioni favorevoli per il nostro Paese, determinate anche dal prestigio che il Presidente Draghi si è conquistato sulla scena internazionale, deciso a “salvare” l’Italia dopo averlo fatto con l’Euro e l’Europa, consapevole che tale obiettivo si raggiunge solo eliminando il divario vistoso che esiste tra nord e sud. Lo ha ripetuto più volte, dando forza a un vento favorevole alle ennesime aspettative del Mezzogiorno d’Italia. Tornando al Patto emiliano-romagnolo, si può concludere dicendo che è uno strumento straordinario, che individua le azioni concertate per affrontare le quattro sfide che si profilano sulla strada della Regione: crisi demografica, emergenza climatica, trasformazione digitale, contrasto alle diseguaglianze.
Mi sono soffermato ad enunciare gli elementi di contenuto più rilevanti nel Patto, che si è dato l’Emilia Romagna, poiché penso che essi possano essere le vie maestre che le altre Regioni farebbero bene a seguire, essendo rispondenti alle urgenze veicolate dai tempi nuovi, non solo in Italia ma anche in altri Paesi europei. Esso può essere anche una sorta di stella polare, capace di guidare l’azione delle regioni del Mezzogiorno. E tale indicazione vale anche, in misura ridotta, per il nostro Cilento. I politici che, per istituto costituzionale, progettano piani di sviluppo e ipotesi di crescita per i nostri territori, devono raccogliere gli impulsi che provengono dalle aree più evolute e volti a progettare futuri radiosi. La dimensione e la portata delle azioni, da porre in atto nelle nostre zone interne, certamente sono di minor dimensione, neppure paragonabili a quelle contenute nel Piano elaborato dalla Regione Emilia, ma il modello, i principi ispiratori possono essere mutuati, senza tema di smentita. I nostri amministratori devono per un attimo riflettere sulle proprie responsabilità, in esse chiudersi per il tempo necessario e scoprire le ragioni vere del proprio ruolo politico. Per elaborare un’azione progettuale, definita con i colleghi di pari grado e gli organismi tecnici e amministrativi che con loro dividono l’area della governance. Abbandonino le angustie di un potere giornaliero di basso profilo, per cimentarsi con i grandi temi del ritardo socio economico del sud. Volendo fornire un’immagine e nello stesso tempo un invito, mi sento di dire che il senatore Castiello, gli onorevoli regionali, i presidenti degli enti comprensoriali, i sindaci, dovranno rivolgere il proprio sguardo acuto verso la vastità della volta celeste, dove rilucono milioni di stelle e volano liberi gli uccelli e non abbassarlo verso la nuda terra dove sono destinati a consumarsi i corpi umani. Uso l’immagine metaforica per non ripetere le stesse parole con le quali ho reiterato gli inviti già riportati su questa testata. Con la mano sinistra sfoglino i bollettini e le Gazzette Ufficiali che riportano i provvedimenti e le misure della Comunità europea, dello Stato e della Regione; con la destra si affrettino a redigere le istanze e i progetti con i quali richiedere i finanziamenti possibili. Lo stanno facendo celermente in altri luoghi. Ricerca e studio, determinazione e tenacia, condivisione e partecipazione, competenza e rigore, in un clima composito e unitario tra i comprensori che patiscono gli stessi mali, sono per me alcune delle qualità che devono possedere e porre sul campo coloro che vogliono rappresentare e risolvere le istanze delle popolazioni, e la politica è l’arte più nobile, per quelli che nell’animo possiedono empatia e passione per gli altri. Non esito ad affermare che la rappresentanza e la responsabilità politica sono senz’altro comprese nella sfera morale di chi le chiede e le ottiene con il voto e la fiducia del popolo. Ed essa non può essere rappresentata da chi la esercita, affidandosi a presunti guru della comunicazione, che la morale la calpestano con fake news, prive di qualsiasi rispetto per la dignità umana, pur di elevare di una unità la raccolta dei voti.