Aldo Bianchini
SALERNO – Quella che abbiamo messo già alle spalle è una lunga campagna elettorale che, almeno a livello ufficiale, si è conclusa alla mezzanotte scorsa. Domani e lunedì si vota, nel tardo pomeriggio di lunedì forse ne sapremo di più sulla compagine che guiderà la città e sulle forze destinate a fare opposizione seria e costruttiva, almeno così si spera. Tutto, però, potrebbe essere rinviato alla sera di lunedì 18 ottobre quando saranno chiuse le operazioni di spoglio delle schede dell’eventuale ballottaggio.
Di solito il sabato mattina, prima delle elezioni, un po’ tutta la stampa (scritta, radiofonica, e televisiva, per non parlare dei social) dedica le prime pagine ad un riassunto complessivo di tutto ciò che è accaduto tra i partiti, i movimenti, i raggruppamenti, i candidati semplici e quelli candidati a sindaco.
Capisco che tutto questo fa notizia e che chi più ne ha più ne mette; ma se ci si ferma un attimino a riflettere su chi produce tutto questo ci si accorge che al centro c’è una figura velocemente dimenticata ed a volte anche bistrattata, trattata spesso come una figura qualsiasi: il giornalista. Tanto oggi tutti, dico tutti, presumono di saper comunicare e fare i giornalisti, colpa disastrosa dei social che consentono a tutti di esibirsi in scritti tenebrosi, il più delle volte anche sgrammaticati, senza contare i famosi messaggi video che ormai anche i più sperduti candidati del più piccolo paesino della terra pratica alla stregua di attori vaccinati.
In questo c’è ovviamente anche la responsabilità specifica della stampa che non è riuscita a tamponare per tempo il gravissimo danno economico che ormai è inarrestabile in tutti i sensi.
Ecco perché, oggi, nel sabato prima delle elezioni amministrative 2021 sento la necessita di esaltare le qualità di una giornalista salernitana che ha attraversato, con passo felpato e con una eleganza e professionalità fuori dal comune, l’intera lunga campagna elettorale che ci ritroviamo alle spalle. Parlo di Francesca Blasi, una giovane mamma e serissima professionista, che ha dato a tutti i colleghi giornalisti del territorio (e sono davvero tanti, forse troppi !!) i suggerimenti giusti su come esercitare il mestiere più bello del mondo per cercare che esso venga fagocitato dalla marea tumultuosa dei social.
Sulla scena della politica locale Francesca (mi permetto di chiamarla per nome soltanto per la netta differenza di età) è apparsa quasi all’improvviso, scelta non casualmente dal sindaco uscente, e da quel momento con grande sensibilità e con uno stile tipico di chi è sicuro delle proprie forze e delle proprie capacità si è seduta su una poltrona molto difficile da gestire ed ha mantenuto fino ad ieri un atteggiamento assolutamente distaccato e indipendente, fatto che le ha consentito di gestire l’informazione e la comunicazione del candidato in maniera assolutamente autonoma arrivando (credo !!) fino al punto di rifinire, modellare e completare dal punto di vista squisitamente giornalistico la difficile comunicazione politica.
Ogni giorno e per lunghi mesi tutti i giornalisti salernitani hanno attinto notizie, messaggi, video, comunicati dal mitico whatsapp di Francesca Blasi che con notevole sensibilità, frammista a dolcezza, non si è mai scomposta dimostrando sempre grande disponibilità verso tutti, senza alcuna distinzione di presunta importanza delle tante testate giornalistiche.
Non conosco bene Francesca, l’ho incontrato di sfuggita due-tre volte in questi ultimi anni anche perché io non frequento le conferenze stampa, per questo non posso essere accusato di piaggeria che nella fattispecie è lontana migliaia di miglia; ma da come si è mossa durante la conclusa campagna elettorale è emerso con tutta evidenza che la Blasi ha dato a tutti una lezione di stile in funzione dell’esercizio di una professione che molto spesso sprofonda in un rapporto di assoluta sudditanza nei confronti del politico o dell’imprenditore che intende fare comunicazione.
Francesca ha avuto la non facile abilità di rimanere sempre un passo indietro rispetto all’evento ed ai personaggi-attori dell’evento stesso ed è stata molto attenta a non farsi coinvolgere e travolgere dagli schemi forzati di una mediaticità non controllata ma soltanto subita.
Insomma, per dirla tutta, Francesca Blasi ha ereditato dal padre Pino (severissimo con se stesso, riservato e professionale per decenni, e umilmente disponibile verso tutti) in un ideale passaggio di consegne che non è facile gestire quando si è “figlio/a di …”; ma Francesca ha superato ogni difficoltà, ogni serpeggiante invidia e si è collocata in quel ristretto novero di giornalisti-professionisti che hanno un nome e un cognome propri.
Da questa campagna elettorale, difatti, viene fuori il nome e il cognome di una eccellente professionista: Francesca Blasi.