Dr. Stefano Antonello Aumenta (pres. Pro Loco Sassano)
SASSANO – Un carissimo socio della Pro Loco di Sassano, da questo inverno, mi ha parlato di un manoscritto che, forse appartenuto a sua nonna, per uno strano scherzo del destino è arrivato in mano sua.
Me ne fornì una copia in una cartella gialla.
Tuttavia, tale plico è rimasto per qualche mese sulla mia scrivania.
Temevo di non riuscire a trovare la forza nel leggere una calligrafia elegantissima, tipica della metà di due secoli fa.
L’altra sera, tuttavia, annoiato da telegiornali e tavole rotonde che sembrano tutte eguali, spensi il televisore ed iniziai a leggere.
Siamo nel giugno 1860 in Napoli in quei giorni è stata inalberata La Bandiera tricolore.
“…vi è stata in quer luogo una dimostrazione per la via Toledo. è a desiderarsi l’attentato commesso contro al ministro di Trancia in Napoli Signor Barone Brenier
27. Notizie politiche: Eccoci in era novella, già dalla gravida nube è scaturita la prima pioggia fecondatrice, non vi è più dubbio, il timido Bor6one ha firmato La Costituzione! Grande avvenimento! Mentre il tiranno crede di burlare i popoli e del Padre spera e sogna di potere dare e togliere le convenzioni a seconda degli eventi, il popolo ammaestrato dal passato, non accetta né riusa la Costituzione. Considera Ca stessa non come fine, ma come mezzo del– gran fine delta Patria unita ed Indipendenza. Grande avvenimento! Giacchè vi sarà una certa Ci6ertà di stampa, e di azione, il’ partito Borbonico sarà disarmato. I Patrioti armandosi si troveranno pronti ai cenni dell’Immortale Garibaldi, che dopo aver salvato l’intera Sicilia, approderà sul–continente per compiere d suo programma.
ITALIA E VITTORIO EMNUELE
Notizie del Distretto: Si è saputo da Sala che Calvosa ricevette ieri il Dispaccio Telegrafico della Costituzione, e che è rimasto colpito, come da un fulmine, a tale novella. Finalmente si è deciso darvi comunicazione ai giudici, ed ai Capi Urbani : povere squadriglie!
Notizie del Paese: La cronachetta degli avvenimenti preceduti quest’oggi nel Comune di Sassano era già segnata dalla Divina Provvidenza. Il 1860 sarà l’era destinata alla distruzione dell’intera stirpe; …che si registri tutti i suoi particolari. E’ da premettersi che il capo Urbano Novella, una volta avuto il telegramma della data Costituzione con ordine di avvisare la guardia di non impedire dimostrazioni, ha pensato di dire al capo sezione Giovanni Fierro di stare vigile, e non fare appartare dal posto di guardia la squadriglia. Intanto sapemmo dell’atto per Ca costituzione, perciò ne discutemmo nel Caffè con una certa indifferenza bensì, aspettando che le autorità locali avessero promulgato Ca novella. Ma fino a mezzogiorno nutra si è saputo, solo verso le ore 20 quando tornarono da Salerno Francesco Corvino, ‘Felice Femminella ed altri, che erano andati li come testimoni per causa penale, ci hanno portato l’atto della costituzione e Corvino l’ha dato ai signori Ferri …dei quali Di Diego, Di Giuseppe De Benecicty e cugini, Giovannino ed altri; nel Leggere tale atto ci siamo domandati chi vive e vi è risposto: l’Italia. Questi verso la strada delle Chianche incontrando i fratelli Saraceni hanno fatto dire viva l’Italia, ma Di Ciccio Saraceni si è rifiutato dicendo che per ora non poteva. Io verso Ce ore 21 ,informato da Felice Femminella che Corvino aveva portato a Ferri l’atto della costituzione, sono uscito subito per vedere la novità.
Giunto sotto il palazzo dei signori Ferri, si affacciò la signora Adelina dal barcone, la quale mi informò che i signori erano usciti, e mi offrì una carrozza per raggiungerli. Ringraziata fa gentilissima signora per l’offerta ne ho approfittato. Giunto a San Riccardo ho trovato solo Don Arcangelo con i suoi graziosi nipotini; l’ho salutato ma di nulla si è parlato perché avendo fatto salire i nipotini sulla carrozza per andarsene non vi è stato agio. Intanto parecchi amici si riunirono davanti il cancello del fondo San Riccardo e incominciavamo a parlare dell’atto costituzionale. Da Contano abbiamo visto un drappello di amici, cioè i suddetti de Benedicty, Ferri, Marone ed altri che vedendoci hanno incominciato a sventolare i propri cappelli in aria e a gridare “Chi Viva?” l’un con l’altro pronunciando la desiderata frase: Viva l’Italia, Viva Garibaldi, Viva Vittorio Emmanuele, così il nostro cuore rimase inebriato, la nostra mente occupata dall’infocante raggio di libertà e tutti ad alta voce, ed io d primo, abbiamo ripetuto Viva l’Italia, Viva Garibaldi, Viva Vittorio Emmanuele.
‘Finalmente il sindaco ha indossato la fascia tricolore, ed anche Don Vincenzino de Benedicty si è ornato di simile fascia. Alla vista dei segni italiani, che la più cruda barbaria aveva fatto sparire nel 1849, uno è stato il grido di tutti gli abitanti civili e plebei: Viva la libertà, Viva l’Italia, Viva Garibaldi, Viva Vittorio Emmanuele.
E in un certo ‘ordine verso le 23 e 3/4 , precedendo il sindaco, Don Vincenzo e Don Peppino de Benedicty sono andati verso la piazza, dove si raccolse molta gente dopo aver sentito le precedenti grida di Evviva. Giunti dinnanzi al corpo di guardia lo abbiamo trovato deserto, e quindi fino alla chiesa perché notte e abbiamo deciso di ritornare onde eravamo partiti.
E’ da notare che Finizio Arenare non avendo voluto rispondere nella piazza a Chi Viva? E’ stato lievemente picchiato, e Felice Lefante andò da Don Peppino dinnazi al caffè piazzetta.
Il capo urbano 91 Novella è venuto ín piazza armato di fucile e si è incontrato con Don Antonio de Benedicty, che lo afferrò dal petto dicendo: Chi Viva? Questi non voleva rispondere, quindi de Benedicty gli suggerì di dire Viva l’Italia, il– Novella rispose che quello per lui era un insulto, così de Benedicty lo minacciò, solo così il – Novella pronunciò la frase e si separarono.
Novella credeva di trovare la squadriglia nel– posto ordinario, ma Giovanni Fierro, che la comandava, sentendo le prime grida a San Riccardo ordinò alle guardie di fare quello che volevano, così tutti tornarono nelle rispettive case. Ecco perché il posto di guardia rimase deserto, così anche Novella avvilito, ritornò a casa. In quel luogo forse ardirà qualche solita trama, ma facciano qualunque cosa poiché tempo dei borbonici sta per finire. Intanto qualche giovinetto del ceto medio si stava armando con i f–ucili dei rispettivi parenti: ciò era illegale.
IC sindaco uscì di casa verso le 2 di notte, fece riunire parte della squadriglia per mantenere l’ordine pubblico. Intanto è da notare che tra il– drappello liberale, i signori Borgia non sono venuti con noi perché affranti, ecco perché una volta venuti al– caffè si misero in disparte e hanno mostrato timidezza. Io e Don Diego Ferri, che non ci lasciò un attimo, cercammo di frenare la gioventù che era troppo esaltata.
28. Le masse uscite di buon ora si sono fregiate dei nostri tre colori
.Notizie politiche: sono arrivati i giornali, cioè il–foglio Ufficiale intitolato Giornale costituzionale e l’Iride. Da questi si rileva l’atto delta costituzione concessa a Portici ai 25 andanti, tra cui i seguenti punti: 1° accordo di amnistia; 2° incarico dato al– commendatore Spinelli di formare un ministero; 3° la sciocca lusinga di dover rimanere in Italia due corone; 4° i colori della bandiera; 5° promesse per la Sicilia….”
Sono queste le prime due pagine di un corposo manoscritto che evidenzia come vari cittadini si confrontassero con accadimenti di importanza eccezionale in un piccolo paese all’inizio dell’estate del 1860.
Si delineano i diversi atteggiamenti agli avvenimenti importantissimi che accadranno solo tra un anno.
Alle prossime pagine…
Silla di Sassano, settembre del ‘21