Aldo Bianchini
SALERNO – Prima lo chiamavano “voto di scambio”, oggi quella stessa pratica che spesso sfocia nel pericoloso “scambio politico mafioso” viene chiamata più semplicemente “traffico di influenze”. Difatti se ci fermiamo un momento e ragioniamo scopriremo che, molto verosimilmente un candidato già inerito in una lista elettorale cede alle lusinghe di false promesse e transita in altra lista o rimane a casa per non dare fastidio, commette un reato ancora peggiore di quelli enunciati e che in gran parte si risolvono in un nulla di fatto in sede giudiziaria.
Questa pratica volgare io la chiamerei molto pragmaticamente “trasformismo di gente che va con il cappello in mano” da una parte all’altra e viceversa, senza alcun pudore e senza dignità; ed è tutta gente che conviene perdere all’inizio del discorso, senza aspettare che la metamorfosi avvenga a giochi già chiusi e con notevole aumento dei danni prodotti.
Io non sono assolutamente in grado di dare consigli alla bravissima Simona Libera Scocozza, candidata alla carica di sindaco di Salerno per i “meet-up amici di Beppe Grillo”, che a tutt’oggi rimane, per quanto mi riguarda, la vera leader della migliore espressione del Mov. 5 Stelle; espressione che ha l’unica sede naturale proprio in quei “meet.up” che a tanti (compreso il sottoscritto) non piacciono per una serie lunghissima di motivi che non sto qui a ricordare.
Alla Scocozza vorrei soltanto ricordare che “il trasformismo” è purtroppo il nettare della politica; lo è stato in passato e lo è tuttora; e su questo non c’è rimedio se non quello di agire con la massima trasparenza e serenità pubblicando da subito i nomi dei candidati e non cercando di tenerli segreti come si ripromette di fare la stessa candidata sindaco. Oltretutto credo che la repentina pubblicizzazione dei nomi possa rendere un tantino più problematico e complicato il salto della quaglia (come si diceva un tempo). Anche perché se una persona accetta di candidarsi la si può considerare tale soltanto quando ha già firmato l’accettazione della candidatura, in caso contrario parliamo di aria fritta.
Ma aria fritta non è; il caso denunciato dalla Scocozza con la brillante intervista resa a Il Mattino (edizione 27.08.21) è cosa abbastanza seria, in quanto dalla stessa intervista si deduce che i presunti candidati scippati alle liste già pronte sarebbero addirittura cinque, che non è un numero irrilevante in una lista di 32 persone (siamo quasi al 10%).
Allora, questa pratica vergognosa del trasformismo possiamo chiamarla anche “speranza di riunire il centrosinistra” (come ha dichiarato Michele Ragosta allo stesso giornale) ma, in effetti, rimane pur sempre “trasformismo di gente che va con il cappello in mano” attratta dall’odore del nettare e non certamente dal profumo dei garofani che sono ancora lì a perenne ricordo del vero centrosinistra inteso come socialismo alla stato puro.
Faccio appello, quindi, alla serena maturità di Simona Libera Scocozza di non cadere nella trappola delle secretazione dei nomi e di andare dritta per la sua strada; ha dimostrato da sempre ed in tempi non sospetti di essere davvero “libera” da condizionamenti. E più che mai, oggi, appare come un punto fermo per il ruolo di serio e attento controllore della gestione della cosa pubblica salernitana.