Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Esattamente alla progressiva Kilometrica 112 della Salerno-Reggio Calabria (partendo da Salerno) da una cinquantina di anni esiste, ed è molto ben visibile, la grossa area di servizio carburanti e ristorazione varia che, per ragioni tecniche, viene distinta in “Area Ovest” ed “Area Est”.
Se ci pensiamo un po’ su viene spontaneo affermare che un’area di servizio rappresenta un punto di arrivo, un punto fermo in cui poter trovare tutti i servizi necessari per fare rifornimento di carburanti, ristorarsi e sopperire ai propri bisogni fisiologici; oltre che a vivere momenti di socializzazione fuori dall’ordinario.
Ma essendo la stazione di servizio una sorta di “isola dalle diverse umane sfaccettature”, se ben scrutata ed analizzata può anche dare l’abbrivio ad un diverso discorso letterario per affrontare la cultura in senso lato, intesa come viaggio nel mondo reale alla ricerca dei valori che ancora esistono nella nostra vita quotidiana.
Se quindi la cultura è come il viaggio, ecco che Antonio Romano, mettendo a fuoco tutta la sua esperienza di vita vissuta per oltre quarant’anni tra le due aree della grande stazione di servizio di Sala Consilina, è riuscito a vestire i panni di scrittore autoctono e autodidatta ed a rappresentare per iscritto il lungo viaggio di vita che ha compiuto, con grande umiltà ed umanità, nella vita degli altri; di tutti quegli altri che a vario titolo sono transitati davanti ai suoi occhi, anch’essi impegnati nel loro viaggio di vita.
Si può quindi affermare senza timore alcuno che Antonio Romano, da uomo di autostrada qual è stato, partendo da lontano ha compiuto un viaggio a ritroso scavando dal suo passato episodi ed aneddoti che, talmente ben concatenati fra loro, danno vita ad una lettura agevole, veloce e coinvolgente. L’opera letteraria che, proprio perché scritta quasi di getto e senza fronzoli o sfumature filosofiche, rappresenta a mio modo di vedere un piccolo capolavoro dalla valenza altamente sociale in quanto ogni episodio o aneddoto equivale ad un preciso spaccato della nostra società ben presente tutt’oggi, pur sembrando un’opera di fantasia (come dice l’autore nella post fazione) non lo è affatto. Molti racconti, se non quasi tutti, non sono frutto della fantasia di Romano (che pure non gli fa difetto) ma sono il frutto di esperienze realmente vissute che se lette nella maniera giusta possono offrire un loro specifico contributo alla risoluzione dei tanti problemi che ci assillano nella vita di tutti i giorni.
Su questo aspetto non vorrei dilungarmi molto, ci sarà modo e tempo per scrivere ancora; oggi intendo fermarmi sul valore letterario ed umano del lungo racconto (circa 121 pagine) che il sassanese doc Antonio Romano nel suo “Kilometro 112” (Edizioni Virginia) inizia e conclude in maniera assolutamente compiuta ed esaustiva, segno questo della sua innata verve di scrittore sensibile ai grandi temi che hanno accompagnato da sempre la società antica e moderna e che difficilmente le evoluzioni tecnologiche hanno alterato o compromesso. Ci sono cose, come quelle narrate dal Romano, che non cambieranno mai.
Ho letto nel giro di un pomeriggio “Kilometro 112”, avevo già letto “Mio padre” (editore Albatros) sempre dello stesso autore e presto leggerò anche “Bettino, garibaldino per amore” (edizioni Digital Team srl) che è l’ultimissimo lavoro di Romano. Tra il primo ed il secondo libro c’è stato un silenzio letterario di sette anni, durante i quali Antonio Romano ha maturato una ulteriore certezza nelle sue qualità e nei propri mezzi; certezza che gli ha consentito di apportare le dovute correzioni rispetto alla sua opera prima (Mio Padre); e questa nuova convinzione nei suoi enormi mezzi lo ha portato difilato alla sua seconda opera (Kilometro 112) e subito alla terza (Bettino, garibaldino per amore). Probabilmente per ristabilire con la vita il suo giusto rapporto dopo che in quell’ultimo e lontano anno delle superiori un prof poco intelligente (e ce ne sono tanti !!) non avendo intuito le sue grandi capacità gli aveva appioppato un “sei meno” distruggendo tutti gli ambiziosi sogni, propri di quell’età.
Antonio Romano ha creduto opportuno inviarmi tramite corriere i suoi ultimi due libri e nella lettera di accompagnamento mi ha espressamente invitato ad un intervento in concomitanza con la presentazione dei libri da parte della Pro Loco di Sassano; invito ovviamente accettato sempre che la Pro Loco ritenga utile la mia modesta presenza.
Pietro Cusati (giornalista): Complimenti vivissimi all’amico di sempre Antonio Romano di Sassano(SA), scrittore prolifico, brillante, ricco di umanità, attento osservatore della realtà del Vallo di Diano e non solo, per la interessante pubblicazione del suo terzo lavoro: ”Bettino, garibaldino per amore”, dedicato alla moglie Mara. Nel 2014 aveva pubblicato, con successo, il primo libro, dal titolo: ”Mio Padre” (Albatros editore), grato ad Antonio per aver gentilmente citato nel testo anche mio padre. Il secondo libro scritto da Antonio Romano Kilometro 112, edito da Virginia, una stazione di servizio sull’autostrada, la sua significativa e lunga esperienza di una vita lavorativa. Come racconta l’autore è la vita stessa che racconta dal vivo le gioie e i dolori. Affettuosi rallegramenti carissimo Antonio e auguri di vero successo. PIETRO CUSATI