Elezioni 2021: Aniello Salzano ovvero … trasparenza, onestà, fedeltà

 

Aldo Bianchini

Prof. Aniello Salzano, già sindaco di Salerno

SALERNO – Del professore Aniello Salzano, già docente di “letteratura cristiana antica” presso l’Università di Salerno, si può dire di tutto e il contrario di tutto senza timore alcuno; gli si può anche manifestare dissenso per le sue scelte non sempre perfettamente azzeccate, ed io l’ho fatto più volte, tanto non reagirà, anzi cercherà comunque di ascoltare. La sua educata compostezza, connessa ad un’eleganza nei tratti e ad una forbita dialettica, è assolutamente proverbiale fino al punto da  porlo come uno dei personaggi più specchiati che abbiamo mai attraversato la scena pubblica e politica della nostra città.

E’ passato alla storia come “il sindaco del cordolo” che da alcuni decenni disciplina il traffico su Corso Garibaldi e Via Roma; ma a questo io aggiungerei il suo immenso impegno per la realizzazione dello stadio Arechi, del Trincerone Ferroviario e per il gemellaggio con la città giapponese di Tohno.

E’ stato sindaco di Salerno, in quota Democrazia Cristiana, per 13 mesi dal febbraio 1984 al marzo 1985, 390 giorni in tutto che per l’epoca erano già una specie di piccolo record visto che i sindaci duravano mediamente in carica non più di sette-otto mesi (Provenza nel suo primo mandato lo è stato solo per una quindicina di giorni); nel marzo del 1985 la solita congiura di palazzo lo costrinse a lasciare per ritornare tra i banchi del consiglio comunale, da dove poi spiccò il volo verso il Consiglio Regionale.

Era addirittura entrato nel mirino delle Brigate Rosse ed in particolare della “Colonna Fabrizio Pelli” che insanguinò Salerno con l’assassinio del procuratore Nicola Giacumbi; sfuggì all’attentato BR ed anche ad una tentata vile aggressione grazie, forse, anche alle capacità investigative del fratello che all’epoca militava nei Servizi Segreti ed era il responsabile dell’agenzia di Salerno.

Nel 2001 è stato candidato a sindaco contro Mario De Biase; perse con l’onore delle armi e non catastroficamente come è accaduto a tutti gli altri che hanno osato sfidare il “sistema di potere politico deluchiano”.

Le ultime scelte politiche di Aniello, dalla D.C. a Forza Italia e dall’UdC  ai “Popolari e moderati della federazione popolare dei democratici cristiani” (il nuovo soggetto politico guidato da Giuseppe Gargani), non mi hanno molto convinto; lo dico in piena autonomia e sincerità perché, di nuovo, non riesco a trovare le giuste motivazioni che hanno prodotto questa sua ennesima inversione di rotta.

Ma Aniello Salzano è un soggetto passionale, e come tale non riesce mai a dimenticare il primo amore politico che porta un preciso nome e cognome: Giuseppe Gargani, personaggio di primo piano della politica nazionale che da sempre ha cullato e curato le velleità politiche del nostro docente universitario.

Questo, a mio avviso, è l’aspetto più significativo della personalità di Aniello Salzano; la fedeltà sempre e comunque alla linea politica del suo pigmalione Peppino Gargani; una qualità che oggi è molto difficile trovare in un qualsiasi altro personaggio politico. Un tempo si diceva che “chi nasce DC muore DC” (politicamente, s’intende !!), e Aniello è profondamente democratico cristiano.

Aniello non si vende e non vende la sua immacolata immagine, non si candida neppure, ma vuole dare il suo contributo alla crescita della città; può sbagliare scelta, questo sì, ma cerca sempre di non ripetere gli errori, anche perché ritornare sui suoi passi non gli costa niente.

Non insegue incarichi e prebende; anzi per la crescita e la svolta di Salerno ha dato tutto se stesso ed ha attraversato la burrascosa vicenda di tangentopoli (Trincerone Ferroviario !!) con grande dignità e compostezza, soffrendo ed aspettando l’assoluzione con formula piena da ogni accusa.

Ricordo benissimo quel venerdì 28 maggio 1993; mi trovavo a cena con lui e con l’editore di TV Oggi Ettore Lambiase (e un battipagliese) e discutemmo degli imminenti provvedimenti restrittivi della Procura di Salerno che stoltamente li emano il lunedì successivo 31 maggio. Ne parlava con pacatezza pur evidenziando una certa tensione emotiva, era assolutamente limpido e lo dimostrò; peccato che questa grande dote di Aniello oggi valga davvero molto poco.

Per le prossime elezioni comunali sta preparando una lista a sostegno della rielezione di Enzo Napoli (scelta legittima che ho già detto di non condividere); una lista composita ed equilibrata che ad oggi registra le presenze importanti. In corsa sotto la nuova sigla dei democristiani gli uscenti, Gaetana Falcone (assessore) e Giuseppe Zitarosa (consigliere), l’ex consigliere provinciale Massimo De Fazio, Alfonso Angrisani, Carla De Gennaro, figlia dell’ex assessore comunale Mario, la dirigente scolastica Barbara Figliolia, Giovanni Milanese nipote di Guido, Patrizia Santoro, Carmine Napoli, Manuel Gatto, Bruno Cammarota e Mario De Stefano. Nelle ultime ore anche l’arrivo dell’imprenditore Antonio Ilardi; e le sorprese conoscendo Aniello non finiranno certamente qui.

 

 

 

 

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