Aldo Bianchini
SALERNO – La domanda è: “Quali sono le condizioni migliori per affermare le proprie scelte politiche e garantirsi una sostanziale immunità ?”.
Abbastanza agevole la risposta che può essere data soltanto dopo aver attentamente seguito le vicende giudiziarie delle quali si vuole scrivere e/o parlare e, soprattutto, dopo aver studiato le carte, scoprire i momenti e i passaggi fondamentali nella battaglia surreale tra pubblica accusa e privata difesa. Momenti e passaggi fondamentali che è possibile (nel caso delle tre grandi opere pubbliche che si intersecano tra loro Crescent. Fusandola e Piazza della Libertà che hanno sollevato polverone e dibattito in tutti gli ambienti della città), sintetizzarli così:
a) un Ente pubblico molto ben difeso (fa scuola quella di Carbone e Castaldo per De Luca);
b) un’impresa di costruzioni agguerrita sul piano legislativo e giudiziario (leggasi Rainone Group); c) una Procura attenta ma poco adusa ad affondare il colpo finale;
d) un giudice monocratico che per sentenza trova e punisce un unico responsabile (leggasi sentenza n.91/2021 del 19 feb 2021 dott.sa Pacifico) dopo che la posizione di quest’ultimo era stata opportunamente stralciata;
e) i troppi dissapori personali che spesso inquinano la verità (leggasi arch. Fausto Martino);
f) la mancata identificazione del cosiddetto “esecutore metafisico” (cioè il collegamento tra l’ispiratore metafisico e l’ufficio tecnico comunale e le imprese esecutrici delle opere).
E ritorno alla domanda iniziale compresa nel titolo: “Le tre grandi opere sono state portate avanti nel segno della maggiore legalità possibile o è stato dato vita ad un perverso sistema di potere politico che ha condizionato scelte, gare, affidamenti e denaro pubblico ?”.
Ovviamente sarebbe troppo lungo voler in una pagina racchiudere tante scelte politiche, tante inchieste giudiziarie e tanti buchi nell’acqua; incombe la sentenza del “processo Crescent” che dovrebbe arrivare per fine luglio; cercherò quindi di raccontare a stralcio ciò che è accaduto:
La difesa di Carbone: “La pratica dormiva, il Demanio non dava segni di vita e per questo motivo viene compulsato dall’allora sindaco. Nulla di più; non c’è alcuna falsità ideologica nell’atto di De Luca (ipotesi di reato da cui discendono tutte le contravvenzioni già prescritte, insomma il ruolo dell’ispiratore metafisico) … a termini di legge non c’è più l’arcaica distinzione fra opera pubblica ed opera di interesse pubblico: le opere private, quindi, possono riguardare l’interesse pubblico”.
La pubblica accusa: nella pubblica accusa includo anche le ormai storiche denunce di Italia Nostra e del Comitato No Crescent, tutte cadute nel vuoto; ma c’è anche il tentativo della Procura di attribuire il ruolo di “istigatore metafisico” (ovvero una realtà non verificabile) senza mai andare seriamente alla ricerca dell’esecutore metafisico (che darebbe sostanza all’accusa) che in tanti dicono di aver visto aggirarsi tra i cantieri e di aver direttamente conosciuto.
Il colpevole di tutto: un colpevole di tutto, però, la pubblica accusa l’ha trovato, lo ha identificato e lo ha condannato e la sentenza è passata in giudicato perché non appellata nei termini previsti. Una sentenza monocratica che mi richiama alla mente le poche sentenze che il regime di Hitler fece emanare per giustificare la successiva eliminazione fisica degli ebrei ritenuti, per sentenza, una razza inferiore, inquinante e da eliminare.
L’impresa privata, forte ed attiva: Sul piano strettamente giuridico un grande contributo alla salvezza di tutti l’ha dato l’impresa di costruzioni Rainone Group che dall’alto di una perfetta organizzazione aziendale anche dal punto di vista legale è riuscita a far dissequestrare l’edificio del Crescent fornendo un ulteriore tassello per una sentenza di assoluzione per tutti.
Manca poco e poi tutti i numerosi imputati tra Crescent, Piazza della Libertà e Fusandola potranno tirare un sospiro di sollievo: le inchieste on avevano e non hanno alcun senso logico senza l’identificazione dell’esecutore metafisico.
In fine c’è da chiedersi: “L’esecutore metafisico esiste davvero ?”.
Alla prossima.