IL POTERE DEI SENZA POTERE

 

 

di Donato Salzano*

 

 

Restare al merito delle cose non è tipico di chi invece utilizza sistematicamente la denigrazione e l’insulto per demolire le opinioni altrui. Le loro affermazioni sovversive senza contraddittorio, spacciate quali verità scientifiche assolute da un servizio pubblico in orari di massimo ascolto dalla televisione di Stato. Per merito di un putrido giornalismo di Regime servile e funzionale a scopi sempre più inverecondi. L’ideologia salvifica di suprematisti del diritto alla salute, quali emergenziali sacerdoti di un bene supremo della salute pubblica a scapito delle responsabili libertà individuali (vedasi a tal proposito la Convenzione di Oviedo recepita internamente dal principio del consenso informato) sono oramai consolidata diffusa modalità di pensare. Costoro sono pre-potenti perché impotenti a causa di pochi argomenti, frutto di studi superficiali in materie pur fondamentali quali: il diritto sovranazionale (le convenzioni e le sentenze delle giurisdizioni fanno obbligo a cui devono dare seguito i Paesi contraenti i trattati), il divorato diritto costituzionale (gravissima la violazione da oltre un anno della inviolabile libertà personale ex Art.13 Cost.), il diritto parlamentare (i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri altrimenti detti DPCM sono atti amministrativi che per loro natura non possono essere convertiti in legge dal Parlamento, determinando per questo un vulnus forse irreparabile), la indispensabile bussola della gerarchia delle fonti per orientarsi nella giungla della legislazione italiana, ed ancora il diritto procedurale penale e i suoi molteplici riti processuali dalla costosa irragionevole durata.

 

 

Una mutazione antropologica del potere di ieri e quella degli ultimi tempi, il fanatismo di chi sbandiera l’elvetico Rousseau creatore di tutti gli “ismi” più terribili e chi invece per questo gli preferisce l’enciclopedico Voltaire.

Una genesi del male non tanto la sua manifestazione, braccio intenzionalmente inconsapevole di qualcun altro, qualcosa di estremamente comune e banale, che il potere può organizzare e utilizzare in moltissime maniere. Appunto la metamorfosi del male di un regime totalitario è una di quelle, ma non solo …

 

 

Sepolcri imbiancati di professori, professorissimi e professoroni, forse anche per questo la “Bocconi” prima università italiana risulta soltanto tra le prime duecento nel mondo. Ma poi c’é chi pensa spesso d’impartire lezioni senza avere perlomeno l’umiltà di aggiornarsi continuamente, studiare, leggere e informarsi, anche perché poi gli esami nella vita come nella professione non finiscono mai. Sapete un uomo come Aldo Masullo nell’ultima parte del suo viaggio ha appreso molto di più sulla Costituzione e lo Stato di Diritto dalla voce dei detenuti nelle carceri, che in tutte le Scuole e le Università che aveva frequentato nella sua lunga vita di Maestro.

 

 

Mi avvio alla conclusione restituendovi ancora una volta diritto alla Conoscenza con un invito alla riflessione utilizzando la consapevolezza delle efficaci parole di Piero Calamandrei: ” … Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità …”. Quel combustibile che è contenuto nell’impegno giornaliero di chi si ostina nel non voler dismettere la volontà di mantenere quelle promesse, passa anche attraverso la responsabilità di raccogliere le firme sui prossimi referendum sulla “Giustizia Giusta” quelli di Enzo Tortora e del Partito Radicale, che vogliono appunto essere speranza anziché averne, come il paolino SPES CONTRA SPEM della lettera ai romani.

 

 

DOVE C’E’ STRAGE DI DIRITTO, C’E’ STRAGE DI POPOLI (Cit. Marco Pannella)

 

 

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