In Italia il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica. Quel giorno del 1946 più di 28 milioni di italiani furono chiamati a votare per scegliere la forma di governo del paese dopo la fine del fascismo, e con circa 2 milioni di voti in più rispetto alla Monarchia scelsero appunto la Repubblica. Contemporaneamente sempre gli stessi, votarono anche per eleggere i membri dell’Assemblea costituente. La Democrazia Cristiana ottenne la maggioranza relativa con 207 deputati sui 556 totali, seguiti dai socialisti e dai comunisti. Ma esistono nella società moderna persone che credono ancora negli ideali e come gli eroi sono pronti a contribuire alla realizzazione del giusto cambiamento? Ebbene, anche se rare sì, e la storia è una grande testimone. “Gli uomini passano le idee restano” diceva il grande Giovanni Falcone. Sicuramente anche per questo motivo bisognerebbe riformare le scuole e il nostro sistema d’istruzione che, il più delle volte propone ai futuri uomini e donne di domani, tante cose che non lasciano in loro il segno. Non basta un disegno, uno scritto oppure una canzone, ma i fatti, partendo dalla scuola dobbiamo insegnare ai ragazzi non solo che lo studio non è una cosa fine a se stessa che serve solo per le interrogazioni , ma un maestro di vita. Solo così, i futuri uomi e donne di domani saranno degli esseri umani liberi, pronti a lottare per cambiare il mondo grazie alla sicurezza nelle loro capacità di poter esprimere correttamente sempre la loro opinione senza dover chinare la testa. “Panem et circenses” citazione tratta dalle Satire del poeta Giovenale. Viene usata dai giuristi in due differenti accezioni: a volte per deplorare il comportamento del volgo, bramoso solo di cibo e di giochi; a volte per stigmatizzare l’atteggiamento di certi imperatori romani nei confronti del popolo (considerato come volgo bramoso solo di cibo e di giochi. Ebbene affinché questo non avvenga più nel 2021, per estirpare le radici dell’ignoranza, dobbiamo assolutamente attraverso l’amore per lo studio e i valori, riempire la “tabula rasa ” che come diceva il filosofo Aristotele, altro non è che l’ ipotetica condizione della mente che, anteriormente all’acquisizione di ogni conoscenza, sarebbe paragonabile a un foglio su cui non è scritto nulla; estens. chi è del tutto privo di idee o conoscenze, delle nuove generazioni futuri pilastri della società.