Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)
Roma, 23 maggio 2021.Il Consiglio Superiore della Magistratura è l’organo di autogoverno della Magistratura ordinaria ed è il garante dell’indipendenza . La Corte Costituzionale ha riconosciuto al CSM la natura di organo costituzionale, direttamente investito di esclusive funzioni costituzionali esercitate in via definitiva ed in posizione di assoluta indipendenza dagli altri poteri dello Stato.
Il Consiglio Superiore della Magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica e ha una composizione mista con membri che in parte vengono eletti, in parte sono di nomina politica ed altri ancora che vi fanno parte di diritto.Si compone di 24 membri di cui 8 eletti dal Parlamento in seduta comune, 16 eletti dai magistrati delle varie categorie e 3 di diritto (Presidente della Repubblica, Primo Presidente presso la Corte di Cassazione e Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione).Tutti i componenti del CSM durano in carica 4 anni e non sono immediatamente rieleggibili.Le tensioni e le critiche sono sotto traccia quelle che agitano la giustizia,infatti magistrati, avvocati, giudizi negativi presenti nel popolo italiano dopo gli ultimi due casi scoppiati a palazzo dei Marescialli ,la riforma del Csm costituisce un passaggio delicato per la Ministra della Giustizia che ha ricevuto una pesante eredità dal precedente Guardasigilli,per il Presidente del Consiglio dei Ministri, per il Governo , per il parlamento e per il Presidente dell’organo di autogoverno in scadenza , per il mondo della politica, per le cosiddette «porte girevoli» tra magistratura e politica . Il progetto di riforma non può e non deve ridimensionare le prerogative costituzionali del Csm, retrocedendolo a mero organo amministrativo. La nuova legge elettorale del Csm dovrà combattere il correntismo perché foriero di effetti distorsivi .La moralità non viene garantita da meccanismi come il voto plurimo che forse favoriscono gli accordi tra le correnti e non risolvono la rappresentanza di genere. Processo civile,penale,tributario e riforma del Csm sono una corsa a ostacoli della riforma della giustizia. La grande confusione delle correnti nella magistratura ha dominato sovrano il dibattito sulla crisi della giustizia e sulle possibili soluzioni. La riforma del Csm dovrebbe realizzarsi in due tempi,subito le modifiche più urgenti che non interferiscono con i principi costituzionali, in un secondo momento le modifiche che coinvolgono anche la Costituzione. Il principale rimedio potrebbe essere un sistema elettorale idoneo a contrastare il peso delle correnti all’interno della maggioranza togata del Consiglio ,diminuire il numero dei componenti e garantire l’indipendenza della magistratura dal potere esecutivo.I laici scelti tra docenti universitari e avvocati, potrebbero essere eletti dalle facoltà di giurisprudenza e dai consigli forensi , nonché dalla Conferenza dei rettori delle università italiane , il vice-presidente del Csm, ora eletto dal Consiglio tra i componenti laici, dovrebbe essere designato, sulla base di un rapporto di fiducia, dal Presidente della Repubblica, che è anche Presidente del Csm.. Ora il pericolo è che le divisioni mettano a rischio i fondi europei : «Se opporremo resistenze ai cambiamenti , ha detto la Ministra della Giustizia Cartabia, mancheremo gli obiettivi che la Commissione ci richiede quanto alla durata dei processi, e quindi l’Italia dovrà restituire quella imponente cifra che l’Europa sta per immettere nella vita economica e sociale del paese».E’ importante il «fattore tempo» perché già entro la fine del 2021 devono essere approvate le riforme del processo civile ,tributario , penale e la riforma del Consiglio superiore della magistratura. In queste ultime settimane sulla riforma del processo penale e della prescrizione si è riacceso lo scontro parlamentare. La situazione ha portato la ministra della Giustizia a fare un appello all’unità: «Non possiamo guardarci come avversari. Ci confronteremo, ma l’obiettivo è un’impresa corale, richiede la condivisione di tutti».La riforma del Csm è lo strumento per spezzare le correnti nella Magistratura. Quanti devono essere i membri laici e quanti i membri togati,quale sistema elettorale può bloccare lo strapotere delle correnti? È possibile ipotizzare un rinnovo parziale, ogni due anni, del Csm, in modo da evitare un ricambio totale garantendo una maggiore continuità? La sezione disciplinare deve restare dentro il Csm? Deve essere composta da consiglieri che fanno solo quel lavoro e non partecipano alle altre commissioni? I componenti delle commissioni devono essere sorteggiati per garantire la casualità e non il correntiso? Sono questi i problemi posti dalla riforma del CSM.