Prof. Nicola Femminella
Sempre più si sente ripetere che le ideologie, crogiuolo di passioni politiche e collettori di voti fino ad alcuni anni fa, sono sorpassate e il sole radioso non illumina più la militanza di chi vuole che il paese sia governato dagli apparati dei partiti. La svolta, a mio modesto parere, non credo sia del tutto condivisibile, se i fondamenti ideologici sono corroborati da fede incrollabile e idee ispirate da valori positivi per la società, da coerenza e passione per finalità al di là del proprio tornaconto personale. Come sul dirsi, senza fine di…lucro. E allora di certo dovrà subentrare un altro criterio che guidi l’orientamento politico di ogni singola persona e la induca a votare questa o quella formazione fra quelle in competizione per il voto, bene supremo della democrazia. E l’adesione dovrà essere perseguita avendo indubitabile nella mente il ragionamento che la produce, e ben motivata nell’urna la scelta dettata secondo coscienza. Il che è difficile, visto la tempesta di impulsi e messaggi composti dai superpagati esperti di comunicazione che si abbatte sull’elettorato mediante il massivo uso dei social e le sofisticate strategie mediatiche che vengono riversate sulla nostra povera mente. Questa spesso non regge l’urto di populismi poderosi, infarciti di promesse e programmi senza ritegno e di notizie false, talvolta prive di pudore.
E allora conviene prendere un’altra strada, che è quella di prestare attenzione ai programmi sbandierati, di valutare, con senso critico, gli enunciati degli adulatori impudenti e temerari, “indagare” sulle qualità politiche che mostra di sé colui che ci richiede il voto. E insieme, aggiungo io, è necessario raccogliere qualche notizia circa la preparazione dei candidati, lo spirito di servizio che li anima, il trascorso storico e, perché no, la loro statura morale. Consiglio di scrutare i loro occhi con attenzione, perché questi non nascondono l’arte del ruffiano, l’inganno e la perfidia del rapinatore di turno, come la parola ammaliante e fraudolente. Nel caso degli eletti bisogna che se ne seguano gli atti e le azioni, perché possa meritare la riconferma. Sbagliare è umano, perseverare è da sciocco e irresponsabile.
Detto quanto, vorrei riportare qui due iniziative lodevoli dei nostri consiglieri regionali Matera e Cammarano, che meritano, secondo me, di essere segnalate.
Il primo in un suo comunicato stampa riferisce: “…abbiamo incontrato questa mattina presso la sede RFI di Roma la dott.ssa Vera Fiorani, commissario straordinario per la realizzazione dell’Alta Velocità Sa-RC. Nel ringraziarla per aver individuato nel Vallo di Diano una fermata del nuovo tracciato di AV, ho rappresentato ancora alla stessa, che contestualmente il Cilento dovrà essere interessato da azioni concrete che mirino al potenziamento e all’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie, compresa l’alta velocità, intervenendo anche su altre aree ad alto rischio franoso come ad es. Pisciotta. Abbiamo il dovere di difendere tutti uniti il nostro territorio e non ridurci ad una sterile ed improduttiva lotta tra poveri. Promuovere insieme un grande progetto di rilancio per il sud della nostra provincia”.
Il secondo ha rivolto un appello alle comunità del Cilento nella qualità di presidente della III Commissione regionale speciale della Campania Aree Interne: “In questi primi mesi di lavoro ho avuto modo di affrontare, con sindaci, associazioni e semplici cittadini, le principali emergenze dei territori delle Aree Interne della Campania. L’ho fatto dando vita a una campagna di ascolto e facendo rete con esponenti di tutte le realtà e i comparti di un territorio che ha grandi potenzialità inespresse e che abbiamo il dovere di sostenere e rilanciare. Ora è il momento di pianificare una strategia che intervenga con proposte e progetti concreti su ogni singola criticità. Abbiamo una grande opportunità, costituita dai fondi del Recovery, e non possiamo sprecarla. Per questo ho voluto arricchire la Commissione che presiedo con competenze specifiche, individuando sei campi tematici che saranno oggetto dei lavori di rispettive sottocommissioni: Sanità, Trasporti e mobilità, Istruzione e Formazione professionale, Agricoltura, caccia e pesca, Ambiente e Territorio, Attività economiche e Turismo…Chiunque voglia mettere a disposizione della sua terra le proprie competenze e le conoscenze del territorio e delle sue criticità – prosegue Cammarano – potrà dare la sua disponibilità a far parte della Commissione Aree Interne e lavorare al fianco dei suoi membri, con l’obiettivo di produrre proposte e idee per migliorare la quantità e qualità dei servizi in ogni ambito. Il tutto è totalmente a titolo gratuito. Vogliamo creare nuovi modelli di sviluppo – ha aggiunto – restando radicati alle nostre tradizioni e alla storia delle comunità, offrendo opportunità alle nuove generazioni e servizi efficienti ai residenti”.
Ritengo che siano da condividere e apprezzare le due azioni promosse a tempo opportuno dai due consiglieri regionali che rappresentano il Cilento. Sono oltremodo utili per i nostri territori situati a sud della regione, alla luce dei flussi finanziari da spalmare nelle terre del Mezzogiorno, veicolati dalle disposizioni irripetibili decise dalla Comunità Europea. Io stesso negli articoli precedenti ho proposto alcuni punti simili a quelli meritatamente annunciati dai due nostri rappresentanti. Un esempio di impegno fattivo ed illuminato, certamente di buona politica, atti a recuperare la fiducia dei cittadini verso la classe politica che in questi anni ha patito accuse insistenti perché non in sintonia con i problemi della gente.
Gli obiettivi che evidenziano i due sono ineccepibili, averli resi pubblici e rivolti ai propri elettori li rendono credibili. Non si possono non condividere, perché invocano una chiamata alle armi per coloro che amano la propria terra in un momento cruciale per la sua crescita socioeconomica.
È una occasione, inoltre, per osservare da vicino la capacità di coloro ai quali le nostre comunità hanno concesso di entrare nelle “stanze del potere”. Il primo rende ragione del suo impegno per una infrastruttura destinata a mutare il destino delle regioni povere d’Italia, le nostre, poiché introduce una modernità nei trasporti tale da incidere sullo sviluppo delle zone interessate, facendo visita a Roma nella cabina di regia, per testimoniare una presenza e una attenzione permanente, perché l’opera in oggetto vada a buon esito.
Il secondo lancia una sfida alla comunità, la coinvolge e le chiede di essere protagonista del proprio riscatto, perché risponda responsabilmente ad una mission da compiere e fornisca un contributo fattivo e propositivo, oltre a esercitare un concreto esercizio democratico sull’operato di coloro che possono mutare la storia di un territorio lontano da Napoli, spesso favorita da fondi e provvedimenti vari adottati dall’ istituto regionale.
Il tempo è propizio per uno storico impegno che deve caratterizzare tutte le componenti del Cilento. La Comunità Montana Vallo di Diano ha già a disposizione un progetto finanziato per le aree interne e una delle comunità montane che gravitano intorno a Vallo della Lucania sta per riceverlo. Un campo aperto nel quale si può verificare se in questa zona a sud di Salerno si realizzeranno le novità di cui scrive Cammarano. Le due iniziative degli esponenti regionali portano con sé concetti fondamentali: legame forte tra le comunità facenti parte di una unità territoriale che hanno radici storiche, omogeinità di territorio, interessi comuni, accomunate da speranze svanite nel buio del nulla. Sull’orizzonte sono visibili i finanziamenti del Ricovery Fund, per il quale il governo ha già previsto un’opera epocale: la ferrovia veloce Salerno-Reggio Calabria. L’iter per portarla a termine richiede vigilanza rigorosa perché vada a buon fine. Accanto a questa la Regione Campania, gli Enti comprensoriali, i Comuni (a cui Draghi affida compiti significativi) dovranno partecipare attivamente e redigere progetti e proposte in linea con le idee guida della Comunità Europea, perché, dicono tutti, è l’ultimo appuntamento per mitigare le ataviche disuguaglianze tra le regioni del nord e quelle del Mezzogiorno, a cui sono state assegnate il 40% delle risorse finanziarie previste. Ci sono, quindi, i soldi, ci sono, questa volta, i tempi stabiliti e improcrastinabili, le indicazioni sono inequivocabili e ben fissate. Occorrono la determinazione, la capacità progettuale, l’imperativo della responsabilità, il lavoro febbrile di politici e protagonisti coinvolti, che devono impegnare allo spasimo tutte le proprie energie, visto che la regia nazionale di Draghi assicura ogni garanzia per la gestione delle risorse e per il credito di cui gode nell’arena di Bruxelles. Sapendo che nel passato spesso da noi non sono stati spesi milioni erogati dalla Comunità Europea e per anni il nord ci ha soverchiati con la sua managerialità progettuale nettamente superiore alla nostra. La sfida è aperta, diamoci da fare, ognuno occupi le posizioni assegnate sul fronte operativo. Diano il buon esempio i quattro consiglieri regionali: Cammarano, Matera, Pellegrino, Pierro. Come hanno fatto i primi due nelle circostanze di cui abbiamo parlato, e tutti e quattro con la lettera indirizzata al ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, per sottolineare l’importanza della linea ferroviaria Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria,
Il nemico è la questione Meridionale che finora è stata affrontata con parole neppure significative, fastidiose e irresponsabili. Scrutiamo attraverso le fessure delle trincee se sulla la linea dell’orizzonte spunta un’alba nuova che rischiari le tenebre dello spopolamento e della separazione dei nostri ragazzi dalle famiglie che li salutano, accennando sul viso lo stesso sorriso, bugiardo e vecchio di secoli.
Carissimo Prof. Nicola Femminella, complimenti per la puntuale e dotta analisi sulla questione Meridionale ,secondo me il SUD per farsi valere nelle sedi decisionali ha una sola possibilità quella di federarsi con un progetto organico che coinvolge le regioni , le istituzioni meridionali ,gli imprenditori e la società civile. Quindi Carissimo Prof. Femminella c’è solo un’unica strada da percorrere che coinvolge le regioni meridionali , le istituzioni locali ,Province, Comuni, Comunità Montane,imprenditori , associazioni culturali e sociali ed economiche ,per intenderci la cosiddetta MACROREGIONE,capace di utilizzare gli enti che per il passato non hanno brillato di operosità per deficienza politica ed organizzativa. Penso ad almeno quattro opere prioritarie, ovviamente ci sono tante altre ,cito solo qualche esempio:1) l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria e Catania, all’interno della quale va collocata la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Si tratterebbe di un’opera capace di lanciare il Sud quale piattaforma logistica del Mediterraneo e di rafforzare l’offerta complessiva dell’intero Paese.
2) il completamento e la messa in funzione della rete delle ZES, principale strumento con la piattaforma logistica per creare una parte importante di quei tre milioni circa di posti di lavoro indispensabili perché il Mezzogiorno riprende il suo processo di crescita. 3) la soluzione della grave crisi delle aree industriali di Taranto, Gioia Tauro e Termini Imerese che, in collegamento con i loro grandi porti, si prestano a diventare alfieri di una transizione ecologica e tecnologica e di una nuova economia circolare;4) la riqualificazione dell’area metropolitana di Napoli, in particolare della parte orientale e del polo petrolchimico con l’interramento della ferrovia per Salerno, restituendo così alla città l’affaccio a mare e tanti altri progetti.