Aldo Bianchini
SALERNO – Tranquilli, non incomincio a scrivere un articolo di calcio o, meglio ancora, sulla Salernitana Calcio. Questo è un compito che lascio volentieri ai tanti giornalisti specializzati nel settore. Con questo articolo intendo solo ricordare quale è stato e qual è il rapporto tra la città, la tifoseria e Claudio Lotito.
La città e la tifoseria (parola che per me ha il significato dell’estremizzazione di un nobile e puro concetto sportivo) non ha mai amato e non ama Claudio Lotito; ed in questo non si rende assolutamente conto che prima di Lotito c’era il buio e che dopo Lotito sicuramente non ci sarà più niente. Lotito, difatti, potrebbe essere il presidente più vincente nella storia granata.
La città e i suoi “presunti imprenditori” da decenni non rischiano neppure un centesimo per la squadra di calcio che dicono essere “del cuore”; non lo fanno perché l’ambiente non offre nessuna possibilità di dialogo. Come dire che con i soldi del possibile investitore vuole comandare il tifoso, o alcuni capi della tifoseria con la forza e/o con la politica.
Alcuni imprenditori ci hanno provato e presto hanno rinunciato; e per dirla tutta non so come hanno fatto a non lasciarci le penne con un bel fallimento (quello delle proprie aziende, non della Salernitana; Lombardi docet !!) per la gioia di quei pochi scalmanati che sanno fare di tutto, tranne che il tifo per la loro squadra.
La storia di Claudio Lotito e della Salernitana di questi ultimi anni si offre ai commenti più svariati; è comunque una storia strana, dalla quale manca anche il più piccolo segnale di amore come il calcio richiederebbe disperatamente.
Per Lotito la Salernitana Calcio è un’azienda da curare, da far crescere e sulla quale investire con la speranza anche di metterla a reddito produttivo; molti questo non lo capiscono, così come non vogliono capirlo i tantissimi che nel 2015 hanno osannato Lotito e che nei sei anni successivi lo hanno attaccato, ingiuriato, offeso, oltraggiato e cercato di rimandare a casa per riprendersi la Salernitana come fosse un soprammobile da esibire da trofeo e nulla più. Insomma a Salerno contro Lotito è mancata soltanto una rivoluzione in grande stile.
Claudio Lotito è stato superiore, ha baipassato tutte queste difficoltà, superando di slancio anche una stampa troppo schierata contro il presidente che per le sue idee ha anche allontanato il governatore-kaimano dalla squadra; un governatore che questa volta difficilmente potrà festeggiare, se ci sarà da festeggiare come mi auguro, dopo che lui stesso, il sindaco e tutta l’amministrazione comunale non hanno mai mosso un dito per appianare i contrasti speciosi e strumentali. Addirittura Lotito ha finanche avviato un sistema anticovid che nessuna squadra europea ha fatto: vaccinazioni gratuite a tappeto, anche ai giornalisti accreditati. E in tantissimi si lamentano
Anche il calcio è diventato globale, amici sportivi salernitani, ha dismesso i panni del campanilismo ed è entrato nella sfera delle imprese, con rischi e redditi, con acquisti e vendite; il tutto senza il consenso dei tifosi che nel peso economico della gestione di una squadra sono stati sostituiti da diversi anni dall’immenso gigante commerciale delle televisioni.
Mancano due partite alla conclusione del campionato, difficile liquidare un pronostico sicuro, l’augurio è ovviamente il trionfo; e se così sarà non vorrei vedere quegli scalmanati che fino ad ieri sembravano i padroni della società e i denigratori dell’unico imprenditore che l’ha salvata e la tiene in linea con le modalità economiche richieste, festeggiare e, semmai, inneggiare anche a Lotito; sarebbe vergognoso.
Ma lo sport e la politica ci hanno abituato a tutto ed al contrario di tutto; e come dice la mitica Rossella, domani si vedrà, domani è un altro giorno.