Da Roberto Celano
SALERNO – Egregio Sindaco, l’approssimarsi del Giorno del Ricordo (10 febbraio anniversario del Trattato di Parigi) chiamerà tutta la Comunità Nazionale a riflettere, ancora una volta, sui tragici eventi perpetratisi negli anni 1943-47, il genocidio degli italiani, le Vittime delle Foibe (circa 15.000) ed il dramma dell’Esodo dall’Istria e dalla Dalmazia di 350mila italiani. Nel corso degli anni, fin dal 2003, ancor prima che fosse varata la legge istitutiva del Giorno del Ricordo (L. 92/2004), sostenuto e coadiuvato da validi ed accreditati docenti ed esperti, mi sono fatto promotore sensibile di iniziative, a Salerno ed in Provincia, volte a far conoscere a chi non sa e ricordare a chi sa avvenimenti troppo a lungo taciuti all’opinione pubblica ed alle giovani generazioni. Credo, infatti, che oggi più che mai, in un’Italia che faticosamente ed umilmente combatte la crisi economica e sociale e rivendica con forza la sua identità di Nazione solida nel panorama europeo ed internazionale, si pone la necessità di conservare il “ricordo” della sofferenza di un popolo, di condividerlo e coltivarlo, al di là degli steccati politici, con grande rigore istituzionale come ebbe a sottolineare in un memorabile intervento anche il Presidente Napolitano nel 2007. Il “ricordo” è la traccia che ci proietta nel futuro, la nostra storia che ci consente di guardare avanti, quel bagaglio imprescindibile di esperienza e conoscenza che costituisce la base su cui poter costruire il nostro percorso. Senza una chiara visione degli eventi del passato, scevra da condizionamenti di sorta, non ci si può mettere in cammino, guidare i giovani nell’incertezza, darci nuovi esaltanti obiettivi per i prossimi anni. Molti Caduti (tra cui anche meridionali e salernitani, per lo più militari e funzionari dello Stato) trovarono una morte orribile nelle Foibe, cavità naturali generalmente inaccessibili, profonde anche centinaia di metri. Altri furono annegati in mare, fucilati, lapidati, spesso dopo inenarrabili torture. Le vittime erano di tutte le classi sociali, con una significativa maggioranza di pubblici funzionari, carabinieri, poliziotti, finanzieri etc. ed erano immuni da colpa, se non quella di essere italiani. L’Italia, dunque, ieri come oggi, non può dimenticare le sofferenze,le responsabilità storiche e le atrocità commesse in quegli anni. Per questo, con la presente, mi preme sottoporLe la richiesta di intitolare una strada alle Vittime delle Foibe e al dramma dell’Esodo, cui hanno avuto parte anche diversi cittadini salernitani. Ho notizie di alcune persone di Santa Maria di Castellabate, coinvolte in quella tragedia, cui l’omonimo comune ha già dedicato una via. Come a Santa Maria di Castellabate, in oltre 400 città italiane le Amministrazioni Comunali, per rendere indelebile il ricordo dei criminali eccidi perpetrati dai comunisti titini ai danni dei nostri inermi connazionali, hanno proceduto ad intitolare delle strade a memoria di quei tragici eventi, onorando i Martiri delle Foibe nella propria toponomastica. Il prossimo 10 febbraio, perciò, tra le iniziative previste nella Città capoluogo, potrebbe essere inserito anche l’annuncio di intenti dell’intitolazione di una strada o di una piazza in ricordo di questi Martiri italiani, sebbene da concretizzare successivamente, nel corso di una manifestazione incisiva e significativa per la cittadinanza. Certo che vorrà accogliere positivamente questa richiesta, La saluto cordialmente.
direttore: Aldo Bianchini