Aldo Bianchini
SALERNO – Il centro destra salernitano ancora una volta, ancora più delle altre volte, naviga nelle acque tumultuose dell’irragionevolezza dovuta al disaccordo totale sulle decisioni da prendere in merito alla probabile e possibile scelta del “candidato unico” per cercare di far fronte a quello che si annuncia come un “panzer tiger deluchiano” in grado di asfaltare qualsiasi concorrente-antagonista.
Non solo, al carro armato pesante da combattimento va aggiunta anche l’ultima notizia relativa all’iniziativa assunta dal giovane e valido parlamentare Piero De Luca (P.D.).
Il deputato salernitano, difatti, proprio in questi giorni (naturalmente spinto e spalleggiato dal padre governatore) ha capito prima di tutti gli altri che bisogna capitalizzare il consenso elettorale creato in Campania a tutto vantaggio del cosiddetto “partito deluchiano” ed in tale direzione, con molta scaltrezza, si sta muovendo. Ha già coinvolto il cerchio magico paterno con l’immediata adesione al disegno di costruire una vera e propria corrente interna del PD nella quale si sono già lanciati sul preciso e concreto documento all’uopo predisposto.
E sul documento campano ci sarebbero dovute essere almeno una trentina di firme di altrettanti delegati. Scontate quelle dei consiglieri salernitani come Picarone o Cascone o del sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri, per qualche ora si è cercato di coinvolgere altri consiglieri regionali o alcuni uscenti. A cominciare da Gennaro Oliviero, passato sul fronte deluchiano, o del capogruppo Mario Casillo passando per gli ex Stefano Graziano, Nicola Marrazzo, Enza Amato e Rosetta D’Amelio o a sindaci come Giorgio Zinno o Vincenzo Ascione (fonte Il Mattino) ma anche con precisi agganci con Stefano Bonaccini e Giorgio Gori per il centro-nord e con un sud ancora tutto da ricomporre e riportare nel documento unitario.
Ci sarebbero dovute essere, ma non si è capito bene perché all’improvviso tutto si è fermato e rinviato a nuova data; ma contateci, ci sarà e per gli altri, soprattutto a Salerno, non ci sarà più trippa per gatti. Per Salerno, quindi, ci sarà uno schieramento molto ben consolidato a sinistra a sostegno, almeno fino a questo momento, della ricandidatura di Enzo Napoli a sindaco della nostra città. Ed anche se qualche malumore incomincia a serpeggiare nella coalizione tuttora al governo cittadino, lui, Enzo Napoli, conserva intatto tutto il suo britisch-aplomb e non cade nelle continue trappole che gli servono da tutte le parti. Ha imparato molto bene il mestiere di sindaco e cerca di contenere qualsiasi fibrillazione in attesa che le acque si plachino.
La grande coalizione, però, non decolla. Composta dai sei elementi fuoriusciti dalla maggioranza il “gruppo Oltre”, composto da Antonio D’Alessio, Leonardo Gallo, Corrado Naddeo, Nico Mazzeo, Donato Pessolano e Giuseppe Ventura, non decolla; anzi frena e sbanda paurosamente. C’è già qualche ripensamento al suo interno ? Le voci più accredidate dicono di no, ma non riescono a trovare la quadra e, soprattutto, su chi convergere la loro azione di raccolta dei consensi per riprendere i voti che avevano ottenuto nel già lontanissimo 2016 e che negli ultimi tempi sembra scemare sempre di più. L’appoggio che sembrava essere arrivato anche da parte del deputato Federico Conte (LeU) e da Giampaolo Lambiase (Salerno di Tutti) nelle ultime settimane appare molto compromesso, fino al punto che i due personaggi potrebbero anche correre da soli.
La grande coalizione non funziona anche perché sembra essersi incartata sul nome di “Michele Tedesco” (noto avvocato penalista e figlio d’arte) che, invece, ha risposto: “Amo Salerno ma no a strumentalizzazioni col mio nome”.
Nel prossimo articolo cercherò di analizzare, punto per punto, le posizioni dei singoli candidati a sindaco.