Antonio Citera
VALLO DI DIANO – <<La cronaca che negli ultimi giorni ha avuto come protagonisti giovani studenti in preda a raptus violenti, (il brutto episodio di Sassano, e l’accoltellamento di un ragazzo ad Atena Lucana), ci lascia increduli, attoniti, non possiamo far finta di niente, ma abbiamo l’obbligo di interrogarci sulle reali motivazioni che spingono ragazzi di 20 anni ad usare la violenza come espressione di autodifesa>>. L’appello di Padre Giuseppe Spinelli. Spesso, si è alla ricerca di un colpevole, si accusano le famiglie che concedono sempre meno tempo al dialogo con i figli, accusiamo i ragazzi che sempre più vivono in un’agiatezza impropria, si accusa la scuola che ha perso il senso dell’orientamento, e spesso molto spesso ce la prendiamo con la società, non tenendo conto che la società siamo noi. Allora perché succedono questi episodi? Come si può pensare che picchiare un amico, un conoscente, un rivale in amore possa risolvere la controversia? Credo che la risposta sia nella perdita di quei valori morali che non riusciamo più a trasmettere alle nuove generazioni, pur impartendo loro la coscienza del diritto, ci dimentichiamo spesso che esistono anche doveri e regole precise da rispettare, da condividere, per rivendicare una coesione sociale che spesso viene meno. Il più delle volte,giustifichiamo le azioni dei nostri figli, difendiamo la loro arroganza, ridiamo di fronte ad atteggiamenti che possono rivendicare in se azioni di violenza, che con il passare del tempo riversano la selvaggia indole che è nascosta in ognuno di noi. Emergere ad ogni costo, in una società che fa dell’apparire un biglietto da visita, dimenticandosi il vero valore morale, l’umiltà dell’essere che richiede sacrificio ed impegno. Fermiamo questo infittirsi di episodi di cronaca nera firmata da giovani protagonisti, prendiamo esempio dai tanti coetanei che quotidianamente si sacrificano in opere di volontariato, lavorano sodo per costruire un mondo migliore per tutti, ma purtroppo un albero che cade, echeggia più di un’intera foresta che cresce, lasciando intorno un vuoto incolmabile nel tempo. A tal proposito abbiamo chiesto un’opinione a Padre Giuseppe Spinelli, docente di teologia, giornalista e parroco di Sanza. Perché questa propensione dei giovani verso la violenza? –Innanzitutto non generalizzare, sono casi isolati, -afferma Padre Giuseppe– sono ben 3000 circa gli studenti che quotidianamente frequentano le scuole del nostro territorio, fortunatamente isola felice da questo punto di vista. Episodi legati alla giovinezza – continua Padre Giuseppe – un’età dove l’impulsività è propria della natura umana, i due episodi sono certamente da condannare, da evitare, e non da prendere come esempio. Il comune denominatore di questi brutti fatti , avvenuti entrambi in luoghi pubblici, potrebbe essere legato ad un uso spropositato dell’alcool, un fenomeno presente tra i giovani, che in parte affligge il nostro territorio. Il mio invito – conclude Padre Giuseppe – è quello di non eccedere, non oltrepassare il limite. I problemi si possono e si devono risolvere con il dialogo, e mai ricorrere all’uso della violenza -.
direttore: Aldo Bianchini